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SI CONCLUDE L’OLIMPIADE DI TOKIO 2020. GRANDE SUCCESSO DELL’ITALIA: IL TEAM AZZURRO PORTA A CASA 40 MEDAGLIE.

Mentre scorrono i titoli di coda della XXXII Olimpiade, è già tempo di bilanci. Poche ore fa il Presidente del CONI Malagò ha pronunciato un discorso a completamento del grande successo ottenuto dalla squadra Azzurra in terra d’Oriente. Record assoluto di medaglie conquistate: 40 in totale, di cui 10 d’oro, 10 d’argento e 20 di bronzo; prima di quest’appuntamento, contavamo 36 podi a Los Angeles 1932 e Roma 1960.

Vittorie importanti quella dei 100 metri ottenuta da Jacobs e quella della staffetta 4×100 con Desalu, Patta e Tortu insieme al poliziotto più veloce del mondo. In queste due specialità l’Italia non era mai andata in finale. Non è tutto: Antonella Palmisano e Massimo Stano nella marcia 20 km, allenati dal brillante Patrick Parcesepe, Vito dell’Aquila, nel tae kwon do, come avevamo previsto all’inizio dei Giochi, il quartetto del ciclismo su pista composto da Ganna, Consonni, Milan e Lamon che dopo 61 anni dall’ultimo successo piazzano anche il record del mondo. Luigi Busà vince sul suo rivale di sempre, l’azero Aghayev; il doppio pesi leggeri femminile di canottaggio composto da Rodini e Cesarini che cambiano il ritmo della remata nell’ultimo quarto di gara, recuperando circa un secondo e mezzo e tagliando il traguardo per prime; sempre in acqua, Banti e Tita guidano alla vittoria l’imbarcazione classe Nacra 17 e infine Tamberi, Gimbo, che conquista l’oro ex aequo con Barshim, suo rivale in pista, amico nella vita e insieme compiono il gesto forse più emblematico di questa Olimpiade, premiandosi a vicenda sul podio più alto, un traguardo fatto di sofferenza e sacrifici, di infortuni e tanti anni di preparazione e attesa.

Le medaglie d’argento le conquistano Samele, Garozzo e la squadra maschile nella scherma, Diana Bacosi nello skeet, Giorgia Bordignon nel sollevamento pesi, Paltrinieri negli 800 stile libero, dopo un lungo stop per motivi di salute, Mauro Nespoli nel tiro con l’arco, Manfredi Rizza nella canoa ed infine la magnifica Vanessa Ferrari nel corpo libero. Medaglie di bronzo infine per Mirko Zanni, Odette Giuffrida, Elisa Longo Borghini, Nicolò Martinenghi, Maria Centracchio, la squadra femminile di spada e di fioretto, il 4 senza maschile e il due pesi leggeri nel canottaggio, Federico Burdisso, Lucilla Boari, Simona Quadarella, Irma Testa, Antonino Pizzolato, 4×100 mista U, Gregorio Paltrinieri fondo, Elia Viviani, Viviana Bottaro, Abraham Conyedo e le farfalle della ginnastica ritmica, che completano il medagliere più importante, finora, della storia olimpica italiana.

Il Presidente del Coni fa notare ai giornalisti presenti che gli atleti che hanno partecipato all’Olimpiade con la bandiera italiana sono nati in tutti e 5 i continenti e questo è un dato importante: “E’ un’Italia multietnica e un’Italia super integrata. La nostra proposta è di anticipare l’iter burocratico per lo ius soli sportivo, che ad oggi è infernale, un girone dantesco. È vero che a 18 anni puoi fare quello che vuoi, ma se aspetti il momento per fare la pratica hai perso una persona. A volte ci sono tre anni di gestazione e nel frattempo, se l’atleta non ha potuto vestire la maglia azzurra, o smette, o va nel suo paese di origine, oppure peggio arriva qualcun altro che studia la pratica e in un minuto gli dà cittadinanza e soldi” (fonte Sportmediaset.it). Il compito dello sport è anche questo: trasmettere messaggi sociali e politici importanti.

Il 23 settembre gli atleti medagliati saranno accolti dal Presidente della Repubblica Mattarella al Quirinale per la cerimonia della riconsegna del Tricolore; si guarda già alle Olimpiadi di Parigi, che si svolgeranno tra meno di 3 anni, con la speranza che ci si possa dedicare allo sport senza tutte le difficoltà che negli ultimi 18 mesi hanno travolto in mondo intero. Per molti, Malagò compreso, sarà impossibile replicare il successo di Tokio 2020; mai dire mai: meno di una settimana fa, nessuno avrebbe pensato che il re del vento fosse un Azzurro o che la staffetta più veloce potesse superare la superfavorita Gran Bretagna. E poi c’è stata tanta emozione: la condivisione del podio nel salto in alto, l’ovazione alla Pellegrini che entra nella leggenda sportiva con la partecipazione a 5 Olimpiadi, la dimostrazione che “Il Molise esiste e mena forte”, come ha dichiarato la judoka Centracchio appena scesa dal tatami. Queste circostanze dimostrano che oggi si guarda allo sport con più passione rispetto a qualche anno fa e si sa: quando c’è la passione, tutto viene più facile.

A cura di Clemente Scafuro

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Redazione StreetNews.it
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