SI CONCLUDE LA NONA EDIZIONE DEL TEATRO ALLA DERIVA. IL BILANCIO DEL DIRETTORE ARTISTICO GIOVANNI MEOLA

Si è conclusa ieri sera la nona edizione del “Teatro alla Deriva”, una rassegna unica nel suo genere, poiché fa esibire gli attori su una zattera che galleggia al centro di un laghetto ubicato nel complesso delle Stufe di Nerone (Bacoli).

Ha chiuso il cartellone di quest’anno lo spettacolo “E cammarere”, riscrittura in napoletano dell’atto unico “Le serve” del controverso drammaturgo francese Jean Genet, per la regia di Fabio Di Gesto, con Francesca Morgante e Maria Claudia Pesapane.

Le bravissime attrici impersonano due sorelle che, interpretando a turno il ruolo della propria padrona (con tanto di pelliccia e rossetto), scaricano in tal modo il proprio astio nei suoi confronti, facendo emergere appieno la propria sofferenza esistenziale per una mancata vita agiata e felice. E poco importa se la padrona sia reale o una proiezione immaginaria, frutto del delirio di una delle due, che è volutamente assecondata dall’altra.

La Morgante e la Pesapane mostrano grande disinvoltura sul palco mobile, sfruttano persino la presenza del lago nel quale ci si arriva finanche a bagnare e a immergere completamente, nonostante le temperature non proprio estive, sciorinano un napoletano dalla perfetta dizione, cadenzato da rime o assonanze e scandito da detti e modi di dire popolari comuni e non, catalizzano per tutto il tempo l’attenzione dello spettatore, rapito da una parabola, con tratti di teatralità comica, ma prevalentemente tragica e drammatica.

Abbiamo intervistato il direttore artistico, Giovanni Meola, che da 8 anni coordina la manifestazione teatrale flegrea, nata da un’idea di Ernesto Colutta.

Un bilancio positivo, malgrado l’anno particolarmente complesso con slittamenti vari per cause di forza maggiore…

Decisamente positivo. Siamo riusciti a fare le ultime due serate quasi a metà ottobre, con condizioni meteorologiche favorevoli, e quindi non possiamo che essere contenti di una nona edizione che era in bilico fino a giugno.

A ciò si aggiunge un ottimo riscontro di pubblico…

Sì, abbiamo fatto praticamente tre pieni.

Un cartellone innovativo, abbastanza variegato quest’anno. Quale il motivo di tale scelta?

La scelta è dovuta a un motivo molto semplice. Negli anni passati, abbiamo organizzando spettacoli di domenica, beneficiando del “silenzio” delle diverse attività ristorative che circondano il complesso delle Stufe di Nerone. Sappiamo bene che fare teatro richiede il silenzio necessario. Quest’anno, dopo il periodo della chiusura forzata, tutte le attività di ristorazione hanno ripreso a funzionare a pieno ritmo: di conseguenza non avevamo più la garanzia del silenzio. Abbiamo quindi pensato di strutturare un cartellone un po’ diverso, riservandoci un solo spettacolo di teatro in prosa e, al contempo, facendo il tentativo di proporre qualcosa di nuovo, come il burlesque e un concerto di musica elettronica e parole, che peraltro ben si è coniugato con le suggestioni del laghetto.

Già pensiamo alla decima edizione?

Augurandoci un clima migliore, pensiamo di ritornare a luglio con la formula tradizionale dei 4 spettacoli.

Massimiliano Longobardo