RUSSIA VS UCRAINA: NON E’ UNA PARTITA DI CALCIO

Un po’ di storia.

La Russia è uno straordinario Paese, con una storia straordinaria: a cavallo tra Occidente ed Oriente, sempre in bilico tra l’attrazione verso Oriente e quella verso Occidente.

Un grandissimo popolo con un’anima vasta come le illimitate pianure russe e come evocata dalla sua altissima letteratura.

Vediamo con rapidissimi tratti da dove viene la Russia e come si è formata.

A cavallo dell’anno Mille si notano le prime agglomerazioni, addensamenti di popolazioni verso la parte ad Occidente del territorio con la inseminazione religiosa dell’Ortodossia a Kiev e con iniziali vaghi ordinamenti che risentono della influenza, sia pur tenue, dell’Europa, in termini di rilievo per l’autonomia individuale e per un’incipiente differenziazione tra segmenti della popolazione.

 L’addensamento di popolazione si era lentamente spostato verso Est, verso il territorio che sarebbe diventato la successiva Moscovia.

 A questo punto intervenne la grande, irrimediabile discontinuità che segnò per sempre l’anima e la storia russa: l’irruzione e la dominazione mongola che durò per circa 250 anni.

La prima università in Russia venne creata intorno alla metà del 1700, cinque secoli dopo le prime università in Europa. L’emancipazione dei contadini, per decreto dello Zar, fu acquisita solo nel 1861 e per molti secoli anche la nobiltà russa si trovò in un rapporto di sostanziale dipendenza servile nei confronti dello Zar. Questo è un primo elemento della fisionomia russa.

Altro elemento che spiega la natura assolutamente verticistica del potere in Russia è l’enorme vastità del territorio, sempre più ampio. Anche tale circostanza induce ad avere un sistema di governo non solo dittatoriale ma anche dispotico (carattere asiatico). Per quasi tre secoli (sino all’800) si susseguirono grandi lotte, guerre sanguinose per affermare la debolissima statualità moscovita contro nazioni dell’Occidente, tedeschi, baltici, polacchi, svedesi; a Sud lotte altrettanto impegnative ed infinite contro i residui possedimenti tartari e i nuovi poteri asiatico-ottomani; e poi la lotta contro la natura, l’ambiente dell’immenso, inesplorato, insondabile Oriente spopolato.

Il rapido viaggio nella storia e nell’attualità della politica estera di Mosca, sul contrappunto della “continuità-discontinuità”, ci ha portati alla congiuntura presente che, secondo la maggioranza degli osservatori, potrebbe segnare il punto di passaggio ad una nuova configurazione degli assetti e degli equilibri mondiali che, pur nella loro ambigua imprevedibilità, non potranno certo registrare posizioni di miglioramento per l’Occidente.

Nei primi mesi del 2014, all’inizio della crisi ucraina, il Cancelliere Angela Merkel, riferendosi al presidente russo, ebbe ad affermare: “Ma in che secolo crede di vivere Putin?”. A distanza di quasi due anni da quella affermazione noi siamo più avvertiti delle avvisaglie di una nuova grande discontinuità storica. Putin, purtroppo, sembra meglio attrezzato, rispetto ad Angela Merkel, ad affrontare le sfide del momento storico attuale.

Putin ha riconosciuto unilateralmente l’indipendenza dei distretti del Donetsk e del Lugansk, creando uno Stato cuscinetto nel Donbass (nome che deriva dalla contrazione di Donetsky Bassein, bacino minerario situato lungo il corso meridionale del fiume Donetsk). Una regione filo russa, a ridosso del confine, che percorre l’Ucraina da nord a sud, includendo la Penisola di Crimea (già annessa alla Russia nel 2014). Per capire come siamo arrivati fin qui, bisogna fare un passo indietro nel tempo e spiegare i rapporti tra Russia e Ucraina nei secoli, fino ad arrivare al conflitto del 2014.

Nella primavera del 2014 le popolazioni di etnia russa dei distretti di Donetsk e Lugansk si sollevano contro le autorità ucraine, sobillate da quella che molti esperti ritengono una sofisticata campagna di “operazioni sulle informazioni” attuata da Mosca, e condotta con ben studiate tecniche di manipolazione e gestione dei mass media, nel quadro del concetto di “guerra ibrida”.

 Il 15 aprile 2014 le forze armate e di sicurezza ucraine lanciano quindi la cosiddetta Anti-Terroristichna Operatsiya (ATO, “operazione anti-terrorismo”), con lo scopo di riprendere pieno possesso di tutto il territorio del Donbass. I comandi ucraini suddividono tutta la regione in cinque settori: in ognuno di questi cominciano a operare le forze congiunte della guardia nazionale (corpo di polizia a ordinamento militare dipendente dal ministero dell’Interno) e dell’esercito ucraino, affiancate da formazioni paramilitari rapidamente costituitesi con volontari appartenenti a partiti e movimenti di estrema destra, come i battaglioni “Donbass”, “Azov”, “Kharkiv” e “Aidar”, e il reparto formato dal movimento politico Pravyi Sektor (“settore destro”).

24 Febbraio 2022: guerra tra russia ed Ucraina

Quando in Italia erano le 03:50 il presidente russo Valdimir Putin ha annunciato ai cittadini russi l’inzio della guerra in Ucraina con queste parole:«Ho preso la decisione per un’operazione militare. La Russia non farà lo stesso errore due volte nel compiacere l’Occidente. Chiunque tenti di crearci ostacoli e interferire in Ucraina sappia che la Russia risponderà con delle conseguenze mai viste prima. Siamo preparati a tutto. […] Smilitizzeremo, libereremo ed elimineremo il nazismo in Ucraina con una operazione militare speciale».

Ultime notizie del 26/02/2022 alle ore 13:30

Kiew resiste all’attacco della Russia.

Si apre anche un fronte di scontro dipolmatico tra Mosca e Parigi, per via di una nave russa fermata nella Manica. Intanto la Casa Bianca ha chiesto al Congresso 6,4 miliardi di dollari per assistere l’Ucraina.

Il video che spopola.

Il corrispondente Cnn Frederik Pleitgen ha postato su Twitter un video di un camion militare russo che si dirige verso il confine ucraino con a bordo un sistema T0S-1 in grado di lanciare missili equipaggiati con testate incendiarie e termobariche. Il Guardian definisce il video “uno sviluppo altamente inquietante” e ricorda che il sistema T0S-1 fu usato per la prima volta durante la guerra sovietica in Afghanistan e più di recente in Cecenia e in Siria. Quando scoppiano in un luogo chiuso, le controverse armi termobariche creano una fortissima onda di pressione che all’istante dilania gli organi interni di tutti i presenti.

Seguono aggiornamenti.

a cura di Rosa Arpaia