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Psichedelia Floydiana,surrealismo Zappiano, rock e tanto divertimento: gli ingredienti della musica dei Pillhead

Da venerdì 12 marzo sono in tutte le radio con “Il libero pensiero”, singolo d’esordio di una nuova band che sta emergendo in questo periodo in cui il panorama musicale sta vivendo forti limiti e disagi abnormi causa restrizioni necessarie per fronteggiare la pandemia.

Loro sono i….Pillhead!

Li abbiamo già presentati in un nostro precedente articolo. E ora li abbiamo anche raggiunti per conoscerli meglio.

Pillhead, letteralmente dall’inglese, è una persona che assume in modo ossessivo farmaci, forse anche quando non  ne ha effettivamente bisogno.
Cosa lega questa definizione con il nome della vostra band?

Il nome ci è stato suggerito da  Phil Strongman, collaboratore di Malcom McLaren e regista storico dei Sex Pistols, con il quale abbiamo prodotto un film nel 2017. La definizione si lega alla band per la natura compulsivamente terapeutica dei nostri testi.

Qual è la musica, il genere a cui vi ispirate e a quali gruppi o musicisti?
Ci dopiamo da tutta la vita con il grande Rock del XX secolo, con il Pop Britannico, con la psichedelia Floydiana, con il surrealimo Zappiano e l’aggressività dell’Alt Rock, riversando questa ispirazione nella nostra musica.  Per i testi ci rifacciamo alla tradizione del cantautorato italiano.

“Libero pensiero” è il singolo d’esordio. Cosa vi ha spinto a scegliere questo singolo per entrare nel panorama musicale italiano?
Sicuramente l’attualità del tema trattato. In un mondo che tende all’omologazione, ostentare senso critico passa per patologico. Pertanto, abbiamo notato che ci sono inquietanti analogie tra il libero pensiero e la sindrome di Tourette, nel senso che entrambi si manifestano evidenti in tenera età, con la tendenza poi a svanire; entrambi portano i soggetti a dire troppe parole, spesso considerate sconvenienti; entrambi, nei casi più gravi, vengono curati con i farmaci. Il senso del brano si basa su questi concetti.

In questi ultimi anni, e Sanremo ne dà anche conferma, stiamo assistendo ad una rapida evoluzione di cantanti (e gruppi) grazie ai talent show (x factor, amici, …) e ai social (es. youtube).
Non temete di essere sopraffatti dai tanti artisti che si stanno sempre di più affermando grazie a queste, diciamo, “corsie preferenziali”?

Per nulla.  L’unica cosa che vogliamo fare è scrivere e suonare in libertà e autonomia la nostra musica, se qualcuno avrà più successo di noi siamo contenti per lui. Non intendiamo scendere in competizione con nessuno, la musica non è sport.

Quali sono i progetti in corso e quelli nel cassetto dei Pillhead?
Il progetto in corso consiste nel divertirci il più possibile e cercare di dare un senso alla nostra esistenza.
Quello nel cassetto invece, è divertirci ancora di più e superare la necessità di dare un senso alle cose.

Alessandro Testa

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Alessandro Testa
Alessandro Testa
Classe 1984, è ingegnere e allo stesso tempo critico cinematografico e appassionato di cronaca e giornalismo. Dal 2019 collabora per StreetNews.it!
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