POZZUOLI, MARZO 1970: SGOMBERO DEL RIONE TERRA. A 50 ANNI, L’OPERA STORICO-COMMEMORATIVA. INTERVISTA AL PROF. ERTO: QUALI FURONO LE MOTIVAZIONI DELL’EVACUAZIONE?

Correva l’anno 1970: il 2 marzo le autorità cittadine del comune di Pozzuoli imposero lo sgombero del Rione Terra, il più antico nucleo abitativo della località flegrea, per motivi precauzionali, a seguito del fenomeno del bradisismo. Circa 3000 abitanti furono costretti ad abbandonare il luogo in cui fino ad allora erano vissuti, luogo che, posto su una altura, costituiva una vera e propria “città nella città”. Secondo quanto afferma Antonio Daniele in una intervista rilasciata a Claudio Correale dell’Associazione “Lux in Fabula”, addirittura qualcuno non se ne sarebbe mai allontanato prima.

L’evento, che, pur amaramente, inaugurò una nuova fase nella vita della cittadinanza puteolana, sarà commemorato venerdì 11 settembre, dalle 18 alle 20.30, proprio in quel quartiere (largo Sedile di Porto), con la presentazione dell’opera in 2 volumi, pubblicata dalla casa editrice D’Amico, “Pozzuoli 1970-2020. A cinquant’anni dallo sgombero del Rione Terra”, a cura del prof. Maurizio Erto.

Il primo volume “La cronaca, la storia, la memoria” raccoglie approfondimenti di ordine storico-documentario sul Rione, realizzati da studiosi di vari campi e giornalisti, che non solo indagano stricto sensu sulla fase dell’evacuazione coatta, ma al contempo aprono una finestra a più ampio raggio sulla storia del quartiere in generale.

Il secondo volume “Le fotografie dello sgombero” contiene una collezione di scatti del Rione Terra, in gran parte inediti, appartenenti all’Archivio Antonio Grassi e alla già citata Associazione culturale “Lux in Fabula”.

L’evento che, dopo i saluti istituzionali, vedrà la partecipazione di alcuni degli autori e studiosi che a vario titolo hanno collaborato alla stesura dell’opera (per il programma completo, si veda la locandina in calce), era stato precedentemente programmato per lo scorso marzo, ma è slittato per forza di cose a causa dell’emergenza Covid.

Quali furono le reali motivazioni dello sgombero? C’è dell’altro al di là delle versioni ufficiali? Di queste problematiche nonché delle tematiche trattate nei volumi abbiamo parlato con il curatore, il prof. Maurizio Erto, dottore di ricerca di Filologia classica e studioso appassionato di storia, che peraltro sempre per la casa editrice D’Amico ha pubblicato 3 anni fa il volume “Pozzuoli 1860-1863. Storie e controstorie del Risorgimento nei Campi Flegrei”.

Prof. Erto, lo sgombero del Rione Terra fu un evento doloroso rimasto vivo nella memoria dei puteolani che ne furono testimoni. Le motivazioni ufficiali di tale evacuazione coatta sono, come ben noto, riconducibili alla crisi bradisismica, ma al di là dell’ufficialità, presero piede da subito teorie per così dire “complottistiche” ante litteram. A distanza di 50 anni, queste ultime, a suo avviso, sono del tutto prive di fondamento?

Questa domanda va dritta al cuore del problema. Nella vicenda dello sgombero, da un lato vi sono il dramma vissuto dagli sfollati, la rabbia montante per le modalità in cui furono allontanati dalle loro case, il sentimento di frustrazione che in seguito si diffuse tra i puteolani nel vedere il Rione Terra ridotto a uno stato di totale degrado e abbandono. Tutto ciò ha alimentato nel tempo l’idea che dietro lo sgombero vi fosse una regìa politica, funzionale a certi interessi speculativi. Dall’altro lato, vi sono la crisi bradisismica, il rapido e preoccupante sollevamento del suolo, la necessità per il sindaco e gli amministratori locali di prendere decisioni in un clima di incertezza e di panico crescente. Un elemento che spesso viene sottovalutato è l’estrema impreparazione con cui le autorità politiche e scientifiche del tempo si trovarono ad affrontare la crisi bradisismica in atto. A un certo punto, nessuno volle più assumersi la responsabilità della situazione e così fu presa la decisione più drastica, lo sgombero. È possibile che, inizialmente, sull’area evacuata si affacciassero interessi di speculatori privati, che avevano in mente la costruzione di alberghi e villette a picco sul mare. Ma la Legge speciale del 1971, che dichiarava il Rione Terra «demanio indisponibile del Comune», mise una pietra tombale su queste possibili mire. In seguito, il diritto legittimo e sacrosanto degli abitanti di rientrare nelle proprie case entrò in conflitto con altri interessi di natura pubblica, non privata, compreso quello di portare alla luce i tesori archeologici, che si ipotizzava il sottosuolo nascondesse.

I due volumi propongono una collaborazione sinergica tra studiosi di vari ambiti e artisti. L’intento è stato quello di offrire una visione a tutto tondo di un sito nevralgico che, più che un quartiere, potremmo definire una vera e propria “città nella città”?

Il Rione Terra è esattamente una “città nella città”. La peculiare stratificazione di epoche storiche, da quella antica a quella cristiano-medievale, da quella vicereale a quella borbonica, insieme alla fitta rete di tradizioni antiche e moderne che si concentrano sull’antica rocca puteolana, rendevano più che mai indispensabile un lavoro collettivo e di equipe, in cui fossero rappresentati tutti questi aspetti, anche con un’articolazione di posizioni non univoche. D’altra parte, la collaborazione tra studiosi di varia provenienza ed estrazione rappresenta una delle principali finalità della “Collana Flegrea”.

Alcuni contributi approfondiscono aspetti eterogenei legati al Rione anche in riferimento a periodi storici antecedenti all’evento dello sgombero. Come mai questa scelta?

L’idea del progetto editoriale era di concentrare l’attenzione sugli eventi del ’70. Ma uno sguardo retrospettivo ci sembrava necessario per rendere conto della storia millenaria del Rione Terra e anche delle scoperte storico-archeologiche che sono avvenute proprio a seguito e in conseguenza dello sgombero. In tal senso il contributo di Costanza Gialanella, massima esperta del sito, rappresenta la sintesi del lavoro di scavo e di studio compiuto negli ultimi decenni, corredata di una cartina pieghevole di tutti i percorsi di visita. Il contributo di Gennaro Di Fraia, molto puntuale e documentato, si occupa del periodo che dal Medioevo risale verso l’età moderna, fornendo notizie su vicende politiche, religiose e militari sconosciute ai più. Il contributo di Fabio Cutolo è invece da leggersi in una chiave prospettica, perché contiene informazioni sulle fonti relative alla parrocchia di San Procolo presenti nell’Archivio storico diocesano, indispensabili per chiunque voglia condurre ulteriori ricerche sull’argomento.

La “Collana Flegrea” dell’editore D’Amico, di cui lei è il referente, ha altre iniziative in serbo per l’avvenire?

La “Collana Flegrea”, inaugurata dal volume “Bacoli 1919-2019. Cento anni di storia”, dedicato al centenario dell’autonomia amministrativa di Bacoli, ha poi ospitato un volume di scritti inediti di Raimondo Annecchino, curato dal prof. Antonio Alosco. Oltre ai due volumi sul Rione Terra, entro la fine del 2020 è prevista l’uscita di un mio saggio sull’antifascismo in area flegrea.

Intervista di Massimiliano Longobardo