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Porta avanti il suo progetto di trip-hop mettendo in mostra la sua personalità ibrida come il mare da cui ha preso il nome. Caspio e il tempo ritrovato

Caspio nasce a Roma, quasi per caso. Immediatamente trapiantato, vive ancora a Trieste, città di confine che si si sviluppa sul, intorno e grazie al mare.

Batteria, basso, chitarra. Nel 2019 esce Giorni Vuoti, il primo album maturo, sfogo di anni di soffocamento, di inibizione. Rockit ha detto di Caspio che “il suo stile e il suo pensiero rimangono impressi facendo riecheggiare la voce di un artista che ha davvero qualcosa da dire”.

In “mai” Caspio fa pace con sé stesso, pur riprendendo alcune intenzioni chiave della sua scrittura: non racconta mai storie, ma esplora concetti che gli sono cari per trasmetterli a chi lo ascolta in modo più chiaro, più esplicito, meno criptico rispetto a una volta. Caspio fa musica elettronica, con influenze anni ’90, in una veste completamente nuova, attuale.

È un trentacinquenne che, finalmente, sa quello che fa ed è pronto a raccontarcelo.

Ciao caspio, cosa ti ha spinto a scrivere e cantare “mai”?
“Mai” nasce dal tempo. Tempo che ho recuperato, che ho avuto a disposizione, che non avevo più. In questo anno così strano ho avuto la possibilità di concentrarmi su me stesso, sulla musica, sulle cose che ho e che vorrei. “Mai” è una riflessione sulla mia generazione che di tempo ne ha sempre avuto molto poco.

Nel tuo brano il focus è sulla tua generazione, ovvero quella dei “Millennials”. Quali sono secondo te i vantaggi e svantaggi per coloro appartenenti a questo periodo storico?
La mia generazione ha avuto un’infanzia radiosa, serena, senza paure. Poi si è scontrata con una crisi economica che le ha quasi azzerato prospettive e possibilità. Proprio per questo, però, la mia è una generazione di individui pieni di risorse che sanno reinventarsi, ritrovarsi, tenersi sempre e comunque a galla.

Il tuo genere non è proprio hip hop, ma “trip hop”. Ce lo puoi descrivere meglio?
Il trip-hop è un genere musicale nato negli anni ‘90 e trova tra i suoi massimi esponenti i Massive Attack. Il termine contiene la parola “viaggio”: è uno spostamento continuo attraverso i vari generi musicali da cui attinge. Si può dire che “mai” sia trip-hop perché è elettronica, pop e rock allo stesso tempo.

Quale tra queste 3 generazioni pensi che sia la più avvantaggiata e quale invece la più svantaggiata: Boomers, Millennials, Generazione Z?
Sicuramente quella più avantaggiata è la generazione dei Boomers: nonostante siano cresciuti in un periodo storico violento, agitato, teso, hanno trovato la strada spianata dai loro padri, un percorso agevolato da più diritti e maggiori possibilità. I Millennials, come già detto, sono instabili, irrequieti, un po’ sfigati, ma hanno dei ricordi d’infanzia meravigliosi. Il futuro della Z-generation, invece, non riesco a prevederlo. Di sicuro non stanno vivendo una giovinezza così spensierata e libera. E ciò avrà sicuramente delle ripercussioni sul loro percorso.

Per te la musica è una valvola di sfogo per trasmettere messaggi ai tuoi coetanei?
Quando scrivo, ovviamente, uso la testa di chi ha la mia età, ma non necessariamente la indirizzo solo ai miei coetanei. Cerco di ottenere un messaggio intergenerazionale, in cui ciascuno si possa ritrovare, in cui tutti si possano rivedere, vecchi e giovani.

Come mai il nome caspio?
Il caspio è un mare chiuso e un lago salato, ha caratteristiche ibride. Mi somiglia. C’è di mezzo il viaggio, posti lontani, l’Est, un po’ di quello che sono.

Con chi vorresti collaborare un domani?
Nel panorama musicale italiano ci sono sicuramente delle personalità interessanti con cui scambierei volentieri delle idee. Se poi mi chiedete di fare voli pindarici, mi sposterei sicuramente all’estero e dovrei fare dei nomi che non mi sento nemmeno di nominare invano.

Cosa bolle nella pentola di caspio oggi e nel futuro?
Oggi scrivo e produco. Domani vi faccio ascoltare.

Alessandro Testa

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Alessandro Testa
Alessandro Testa
Classe 1984, è ingegnere e allo stesso tempo critico cinematografico e appassionato di cronaca e giornalismo. Dal 2019 collabora per StreetNews.it!
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