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Pasqua, disastro economico per albergatori e ristoratori

In questo periodo, un anno fa, il governo Conte, ha dato un ulteriore giro di vite alle misure restrittive che prevedevano la chiusura di tutte le filiere produttive non necessarie e il divieto di circolare in un comune diverso da quello di residenza se non per comprovate esigenze legate al lavoro o alla salute. Il divieto di praticare rituali condivisi legati alla festività pasquale è stata la prima vera e propria amputazione della libertà individuale e collettiva di scegliere di riunirsi ai fini della celebrazione si una ricorrenza religiosa e di prendere parte alle diverse pratiche sociali che fanno parte della struttura sociale e del sistema culturale. Oggi, a distanza di circa 12 mesi, cambia il presidente del consiglio, sì, ma non il modus agendi. L’emergenza sanitaria impone ancora la linea del rigore e dell’isolamento e della Pasqua non resta altro che i ricordi degli anni passati. Al di là dei risvolti psicologici e micro-sociali che questa situazione può determinare, emergono più imponenti i problemi legati quelli legati all’economia. Nel solo week-end pasquale si stima che verranno perduti circa 110 milioni di euro; 2 milioni per gli albergatori (Dato Federalberghi Napoli), e 100 milioni per i 10mila bar e ristoranti di Napoli e provincia (dato Fipe Confocommercio). Dati da inquadrare all’interno di una situazione contraddittoria che permette i viaggi all’estero ma non il turismo in Italia. Nel 2018 gli alberghi di Napoli avevano raggiunto picchi tra il 91 e il 92 per cento tra sabato e domenica di Pasqua, condizione che resta relegato nelle camere del ricordo e della speranza. È difficile, però, essere fiduciosi in un momento in cui il turismo sembra ormai essere una pratica di un’altra epoca, quasi lontana dal nostro immaginario, ormai piegato dalle limitazioni e privato della sua potenza creativa e liberatrice. Ciò che diventa necessario al fine di invertire il senso di marcia è la vaccinazione dei lavoratori del settore, decisione fortemente sostenuta da Federalberghi che, inoltre, critica il provvedimento che dà il via libera ai viaggi all’estero, in quanto, afferma il presidente Antonio Izzo, penalizza il nostro mercato. Tuttavia, anche negli stessi settori, non mancano posizioni contrastati; l’amministratore delegato dell’albergo Vesuvio, Sergio Maione, si mostra, infatti, favorevole alla linea illustrata dal governo che prevede la vaccinazione degli anziani e delle fasce considerate fragili. Tra progetti, idee, conflitti, rassegnazione, paura e coraggio resta il dramma di un disastro economico a causa del quale i più piccoli non reggeranno e aumenterà sempre più l’allarme criminalità sulle imprese al limite dello sforzo.

a cura di Marianastasia Letizia

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Redazione StreetNews.it
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