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Onestà, assenza di vincoli e semplicità: gli elementi chiave dei testi musicali di Leone

Leone, nome d’arte di Daniele Manfrinati, nasce il 10 agosto del 1990 ad Alessandria.

Dopo aver approfondito gli studi inizia a suonare nei principali locali di Alessandria e partecipa al Tour Music Fest come interprete, portando un brano di James Arthur. Partecipa ad un weekend formativo al Centro Europeo Toscolano di Mogol.

“Non fatemi smettere di sognare” è il primo singolo lanciato in radio il 24 aprile 2020 anticipato dal videoclip che in meno di due mesi ha superato le 160.000 visualizzazioni su YouTube seguito il 23 giugno da “Sabbia Bianca, Cuore e birra” e il 4 dicembre da “Il discorso del Capitano”. 

A gennaio 2021 pubblica “Lettera al Figlio” a febbraio “Sentimi” e dal 20 aprile “Cosa ballo a fare”.

Ciao Leone, cosa ti ha spinto a scrivere e cantare “Cosa ballo a fare”?
Ciao! Ho trovato ispirazione, come sempre, guardando un po’ il mio percorso di vita.
Ho vissuto in prima persona l’errore di buttarmi via per stare dietro a un amore sbagliato che a fronte dei miei sacrifici mi ha dato ancora il colpo di grazia.
 
Nel brano si avverte l’emozione che vuoi trasmettere all’ascoltatore. Qual è l’ingrediente principale della tua ricetta musicale?
Onestà. Mi limito a descrivere il mondo, un’emozione, qualcosa che ho dentro, un dettaglio, il mio vissuto…insomma…tutto ciò che sento lo riproduco in musica e parole senza pensare a vincoli o simili.
  
Per te la musica è una valvola di sfogo per trasmettere messaggi?
Definirla “Valvola di sfogo” per me è troppo riduttivo. La musica ha portato la luce in una vita buia. 
 
Quanto tempo hai impiegato a scrivere il brano?
Per la versione chitarra voce, relativamente poco…sono cose che escono di getto. Poi ci sono la cura dei dettagli e il lavoro con Erik (il mio produttore”). Sono uscito con “Sentimi” il 14 Febbraio e a metà Marzo avevo già inoltrato “Cosa ballo a fare”.

La pandemia ci ha forse insegnato a ricercare il vero valore delle persone che ci sono accanto?
No. Sono cose che ho imparato molto tempo fa, la pandemia può mettere l’accento su una serie di problemi che prima fingevamo non ci fossero.  

L’amore è un tema ampiamente diffuso nella canzone italiana. Perché il tuo brano si dovrebbe contraddistinguere da tutti gli altri? Che valore aggiunto dà?
E’ difficile rispondere a questa domanda senza screditare il lavoro degli altri o il mio. Una parola fuori posto può trovare forte fraintendimento. Però posso dire che nel mio brano si può trovare sicuramente onestà e sicuramente non si troverà un insieme di componenti studiate a tavolino volte a seguire il trend attuale.
Basandomi sul riscontro del mio pubblico, è un brano che ti entra dentro nel profondo e viene voglia di cantarlo insieme a me.. A me basta questo.  

Qual è la canzone, tra quelle composte e cantate fino ad oggi, che ti rappresenta maggiormente e ti ha dato più soddisfazioni?
Tutte.
  
Come mai la scelta di questo nome d’arte?
Leone. Visto come un leader.  Io voglio sempre dare al mio pubblico la forza di ripartire dal fondo…quando tutto sempre finito.
Voglio dare alla gente quella forza che a me ha dato la musica…quando credevo di non valere niente e che non avrei mai combinato niente nella vita. Quando succedevano solo cose brutte, periodi di grande sofferenza…
La musica mi ha salvato e io scrivo per aiutare la gente.

Alessandro Testa

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Alessandro Testa
Alessandro Testa
Classe 1984, è ingegnere e allo stesso tempo critico cinematografico e appassionato di cronaca e giornalismo. Dal 2019 collabora per StreetNews.it!
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