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MINI-SERIE DA VEDERE TUTTO D’UN FIATO: CHERNOBYL e la folle burocrazia kafkiana

La storia, i retroscena, i segreti e le verità di una delle più gravi catastrofi mai provocate dall’uomo: l’esplosione del reattore 4 della centrale nucleare V.I. Lenin., a 16 km a sud al confine con la Bielorussia, il 26 aprile 1986 è ciò che mette in scena, in maniera magnetica, la serie in cinque episodi di Chernobyl.

L’esplosione, i primi soccorsi, le iniziali negazioni, i responsabili che smentiscono la gravità della situazione e la drammatica corsa contro il tempo che ne è scaturita.

Ci troviamo scaraventati in una lotta concitata contro un nemico invisibile, costantemente presente nell’aria, che penetra nella pelle e nei polmoni.

Un nemico, del quale,  all’inizio,  la Russia non sapeva, o meglio, non voleva rivelare nulla.

E noi spettatori, che ora sappiamo quali siano state le conseguenze della vicenda, vorremmo poter intervenire ma, invece, non possiamo fare nulla.

Sappiamo  che per  i personaggi, ma, anche per la popolazione tutta, quel fatidico giorno   è solo l’inizio della fine ma, purtroppo,  siamo inermi.

In definitiva, incapaci di trovare una soluzione, come loro.

Inquietudine.

È questo il sentimento dominante che genera costantemente la visione di Chernobyl. Non solo per quello che già si conosce di quel disastro, ma anche per quello di cui si viene a conoscenza, grazie a questa sua ricostruzione.

Le conseguenze dell’incidente, lo sappiamo, furono catastrofiche, non solo  per il numero di morti provocato ma, soprattutto, per l’impatto devastante che ebbe sull’ecosistema e  sulla salute e sulla vita di generazioni.

Ma la serie TV, HBO/Sky, non si sofferma soltanto sull’incidente e sui suoi effetti  ma, cerca di analizzare anche il ruolo e le responsabilità  avuti dall’ Unione Sovietica in questa vicenda.  

Pur di non compromettere il proprio status di superpotenza, mostrandosi vulnerabile agli occhi del mondo, il Cremlino, infatti, sembra aver,  deliberatamente, agito per nascondere la reale portata dei danni causati dall’esplosione del reattore 4.

Il  perno attorno al quale ruota tutta la sceneggiatura è la contrapposizione tra verità e menzogna.

Episodio dopo episodio veniamo immersi nella contrapposizione tra la follia burocratica dell’ Unione Sovietica  e l’ostinazione ma anche, purtroppo, anche rassegnazione, del suo popolo.

Questi due atteggiamenti  contrapposti  che troviamo negli abitanti di Chernobyl ci rimandano  a quella loro tipica ambivalenza rappresentata perfettamente dalla scrittore boemo Kafka nella sua opera, denominata il “processo

L’autore, in questo suo libro,  racconta, da un lato, l’ostinazione  suicida del protagonista nel non adeguarsi alle regole, non scritte, imposte della misteriosa forza che l’ha preso di mira ma, dall’altro ne evidenzia l’inverosimile passività, con la quale egli ne subisce le decisioni.

In entrambe le storie si racconta, quindi, della tendenza istintiva di molti esseri umani a sottomettersi all’autorità, anche se questa autorità non è legittima, pur sapendosi vittime di un arbitrio.

Ma, in Chernobyl, quest’atteggiamento diviene ancora più inquietante perché, non solo vediamo una generale inazione, ma, anche, l’istintiva, spesso però insana, capacità dell’uomo di anteporre il proprio benessere del momento, a scapito di quello   futuro, sia esso il proprio che quello dei propri figli.

Ma, per fortuna, di eroi, in questa storia, ce ne sono stati e vengono ben rappresentati.

Perché se il disastro non divenne una catastrofe  definitiva, di ben più ampia portata, fu, soprattutto, grazie all’ostinata ricerca della  verità da parte di alcuni.

Individui altruisti che, per poter salvare delle vite umane, per arrivare ad una verità che, ancora oggi, viene, almeno in parte,  negata sono stati capaci di rischiare la propria esistenza ed  il proprio futuro,   

Secondo i dati ufficiali, diramati dal governo sovietico di allora , le radiazioni uccisero trentuno persone ma, in realtà, poiché  questi «proiettili invisibili» colpirono  la maggior parte delle loro vittime a lungo termine, con    tumori e leucemie, il  numero reale dei morti non è stato certamente a due cifre.

Ed è a loro, cittadini comuni, rimasti anonimi, ed  al loro  sacrificio, che questa serie vuole rendere omaggio  ed onorare  mentre ci mostra ciò di cui il genere umano è capace, azioni eroiche e comportamenti infimi, in un’eterna  contrapposizione.

a cura di Giulia Petillo

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Redazione StreetNews.it
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