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L’origine della sindrome di Stoccolma

Rapina a Stoccolma

Genere Biografico, Storico, – USA, 2018, durata 92 minuti.
Regia di Robert Budreau con Noomi Rapace, Ethan Hawke, Mark Strong, Gustaf Hammarsten, Christopher Heyerdahl.

Un rapinatore fa irruzione in una banca a Stoccolma. Si tratta di un individuo che sembra non avere molta dimestichezza col mestiere e con le armi. Appare molto nervoso. Bianca, una delle impiegate, viene presa di mira. Si instaura subito un rapporto tra il rapinatore e Bianca la quale passa dal sentimento della paura a quello della pietà nei riguardi del bandito. I due, nel corso del tempo del sequestro, si avvicineranno così tanto da arrivare al punto di baciarsi ad un certo punto.

Così nasce la sindrome di Stoccolma; la storia del film, quindi, è un arrangiamento di un fatto di cronaca realmente accaduto e che ha dato un nome a questo comportamento psicologico.

Detto ciò, si tratta di un film discreto dove è utile vedere per incuriosirsi sul fatto di storia. Per il resto non tralascia grosse emozioni; inoltre la recitazione da parte degli interpreti non è ai massimi livelli.

Una sufficienza globale va più che bene. Non è, tuttavia, una pellicola da segnare tra i preferiti. C’è molto di meglio in circolazione.

Consigliato: No

Alessandro Testa

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Alessandro Testa
Alessandro Testa
Classe 1984, è ingegnere e allo stesso tempo critico cinematografico e appassionato di cronaca e giornalismo. Dal 2019 collabora per StreetNews.it!
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