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L’Inferno di Francesco Maria Gallo per celebrare il sommo poeta toscano a 700 anni dalla sua morte

Settecento anni fa moriva il sommo poeta Dante Alighieri. Numerose sono state le iniziative promosse dalle associazioni culturali e da tanti artisti, scrittori e anche cantanti. Così, infatti Francesco Maria Gallo ha voluto pubblicare un disco completamente dedicato all’inferno. Abbiamo voluto pertanto incontrare Francesco e conoscerlo meglio

Ciao Francesco, nell’occasione dei 700 anni dalla morte di Dante, sei uscito con un disco dedicato all’Inferno. Perché ti sei proprio ispirato al poeta toscano e perché tra Paradiso, Purgatorio e Inferno, hai scelto proprio quest’ultimo
Per un amante del rock è chiaro come l’Inferno sia la cantica che, tra le tre, più rispecchia l’essenza di questo genere musicale. Il rock e l’inferno si sposano bene, perché hanno in comune il tema del desiderio di riscatto, di libertà.

La musica può essere un giusto strumento per denunciare un proprio malessere?
Assolutamente sì! Per me la musica deve sempre dare espressione alle proprie sofferenze, ai propri desideri, e, soprattutto, può servire a denunciare situazioni di sconforto o di ingiustizia.

Autore di programmi televisivi, format musicali e altro per la televisione. Per te è più difficile scrivere per un programma televisivo o un brano musicale?
Ti rispondo così: scrivere è difficile a prescindere…ma è anche facile a prescindere!

 Quale brano di Inferno ti ha creato più difficoltà e quale meno?
Inferno, Inferno.

Qualche anno fa, un noto scrittore di nome Dan Brown, scrisse Inferno, un thriller che ruotava attorno ad uno scenario apocalittico. Com’è l’Inferno di Francesco Maria Gallo?
Il mio Inferno è rielaborato: cerco di ridare dignità ad alcuni personaggi da me scelti. Chiaramente non ho la minima intenzione di paragonarmi al Sommo Poeta, però, grazie alla rilettura della cantica che mi ha suggerito il mio professore universitario Umberto Eco, sono riuscito a coglierne varie sfumature e a offrire una mia reinterpretazione, mostrando i personaggi scelti sotto una luce diversa, una luce nuova.

Potrebbe esserci una correlazione o coincidenza tra l’uscita di Inferno e il momento molto delicato che stiamo vivendo, ovvero la pandemia del coronavirus?
Sì e no. In realtà ho deciso di pubblicare l’opera il 25 marzo perché giornata dedicata alla celebrazione del Sommo Poeta, senza pensare al periodo che stiamo vivendo. Però naturalmente ciò che stiamo attraversando può essere definito un’esperienza infernale: tante persone stanno soffrendo, tante chiedono rispetto e dignità. Ascoltare l’opera alla luce dei fatti attuali può essere una chiave di lettura interessante.

Chi è il tuo cantante rock preferito?
Janis Joplin, ovviamente! Per me è unica e riassume in sé l’essenza del rock.

Progetti a breve e lungo termine?
Dipende da quanto sarà lungo il termine, ce ne sono tanti al momento!
Il progetto più immediato è la pubblicazione del libro “Rock&Roll All’Inferno”, che uscirà in fisico e in digitale il 29 aprile. Si tratta di un libro nel quale accompagno il lettore nel percorso mentale che ho svolto nel rileggere l’Inferno e nel comporre la mia opera, come se lo prendessi per mano e lo accompagnassi nell’attraversale il mio personale inferno.

Alessandro Testa

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Alessandro Testa
Alessandro Testa
Classe 1984, è ingegnere e allo stesso tempo critico cinematografico e appassionato di cronaca e giornalismo. Dal 2019 collabora per StreetNews.it!
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