L’IMPATTO PSICOLOGICO DEL COVID19

”Febbre-Tosse-Spossatezza”

“Se manifesti sintomi gravi, consulta il medico”, “indossa la mascherina” “Esci solo se è indispensabile”.

Sono queste ormai le frasi standard che si sono insediate nella nostra routine quotidiana da un giorno all’altro, senza permesso.

Quante volte le ascoltiamo al giorno? Molte, forse troppe.

L’ansia da segnali da Covid è stata la costante più diffusa in questo periodo, forse più del Covid stesso.

I sintomi fisici li conosciamo bene e li temiamo, ma quelli psicologici? Quanto peso ha avuto l’impatto del Covid a livello psichico?

La paura di uscire, l’idea di tornare ad una vita normale, molti la chiamano “Sindrome della capanna”, altri “Ansia da limbo”. Riguardo quest’ultima, potremmo definirla davvero un “cerchio infernale”. Non essere salvi, non subire pena ma essere sospesi. Questa fase di stallo tra l’incertezza sul futuro e l’incubo di una nuova limitazione della libertà personale.

Cosa provoca questa condizione?

  • Sensazione di smarrimento
  • Mancanza di concentrazione
  • Disturbo del sonno

La perdita di controllo sulle nostre giornate e l’incapacità di ottimizzarle al meglio ci fa sentire inutili, incapaci e, come disse quel qualcuno protagonista del panorama letterario decadente, degli inetti.

Maschere nelle opere di Svevo, mascherine ai giorni nostri. Un senso di inadeguatezza che sembra tornare ad imporsi nell’era moderna.

Viviamo con un profondo senso di attesa che ci pervade e ci impedisce di vivere il presente.

Attesa di un vaccino, attesa di un calo di contagi, attesa del risultato dei tamponi dei nostri cari, l’attesa di rivedere un sorriso.

Alla febbre da Covid, quindi si associa la Cabin Fever, la voglia di rimanere al sicuro nel proprio rifugio. Ne consegue tristezza, malessere fisico già dal mattino, incapacità di concentrazione, demotivazione.

Ad appesantire la condizione di questo scenario sempre più incerto di per sé, concorrono le informazioni mediatiche di cui ogni giorno veniamo bombardati. Fake news, realtà ingigantite, falsi dati che ci inducono ad una totale sfiducia nei confronti delle fonti ufficiali di informazione. Bisognerebbe quindi, evitare l’eccesso di notizie ed attenersi solo a quelle riconosciute e inoppugnabili

A soffrire maggiormente sono apparentemente gli adulti, ma questo è un disagio che si ripercuote inevitabilmente anche sui bambini. È sempre più difficile occultare la verità ai più piccoli. Rubare loro la spensieratezza della tenera età, l’abbraccio ai nonni, giocare all’aperto, andare a scuola, socializzare. Sono tutte libertà preziose che vengono loro negate ogni giorno e di cui ne risentiranno poi in futuro.

La realtà arriva ai bambini con gli occhi e i comportamenti dei genitori. Il loro equilibrio è direttamente proporzionale a quello dei piccoli. Se il genitore crolla, il bambino crolla.

Come superarla?

  • Prendersi cura di sé sia a livello fisico che mentale.
  • Ritrovare e mantenere la fiducia in sé stessi
  • Stabilire obiettivi
  • Fare ciò che ci rende sereni ed abbandonarci ad attimi di dimenticanza.

Oggi più che mai dobbiamo sviluppare la capacità di convivere con l’attesa.

Essere capaci di affrontarla… COME?

Non pensando al futuro ma restare connessi al presente, che è l’unico tempo che abbiamo e che possiamo controllare.

Sfruttare, ottimizzare, sperimentare il tempo dell’attesa è un profondo atto d’amore nei confronti di noi stessi.

a cura di Anna Antonucci