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L’Europa torna a bagnarsi di sangue

E come ogni volta, l’Europa ci “casca. Distratta dalla pandemia del coronavirus che dallo scorso febbraio sta coinvolgendo tutti i Paesi del Vecchio Continente (compresa l’Italia), affiora la notizia di un nuovo pesante attacco terroristico nell’Austria conservatrice guidata dal Cancelliere Federale Kurz.

Pochi giorni fa, altri episodi di terrorismo si sono verificati in Francia che ad oggi risulta essere il territorio più colpito dagli attacchi terroristici (di matrice islamica e non). Sebbene quest’ultimi possano non essere legati all’ISIS, destabilizzano comunque la sicurezza transalpina e di conseguenza di tutta la comunità europea.

Il punto è che l’ISIS, incurante del COVID e approfittando delle distrazioni e dei lunghi momenti di quiete, torna all’attacco cogliendo alla sprovvista. Questa volta è toccata all’Austria: il bollettino segnala 5 morti (tra cui l’attentatore) e 22 feriti molto gravi; per cui, si teme l’aumento di vittime (speriamo che non sia così).

La notizia, a mio avviso, dovrebbe attenzionare ancora di più l’intelligence italiana. Già qualche anno fa a Milano fu intercettata una cellula terroristica che progettava nuovi attentati. L’ISIS sta lasciando il segno in ogni Paese dell’UE dopo lo storico attentato negli USA del Settembre 2001.

Spagna? Presente (Madrid, 2004). Regno Unito? Presente (Londra, 2005). Belgio? Presente (Bruxelles, 2014). Francia? Presente (Parigi, 2015 – Nizza, 2016). Danimarca? Presente (Copenhagen, 2015). Germania? Presente (Berlino, 2016). Svezia? Presente (Stoccolma, 2017). Finlandia? Presente (Turku, 2017). Olanda? Presente (Schiedam, 2018). Austria? Presente (Vienna, 2020)

Italia?…

Sembra di giocare ad una partita di roulette russa in cui i partecipanti si passano una pistola carica di un solo proiettile per poi puntarsela alla tempia. Lo sfortunato che trova il proiettile si suicida quanto meno se l’aspetta.

L’Italia non deve farsi trovare impreparata; il cerchio si stringe.

Di Maio, in un post, afferma di promuovere un Patriot Act anche per l’Europa (così come negli USA).

Si tratterebbe di legiferare una norma che rinforza il potere dei corpi di polizia e di spionaggio con lo scopo di ridurre il rischio di attacchi terroristici, intaccando di conseguenza la privacy dei cittadini.

Infatti è possibile, qualora tale legge dovesse essere approvata, la possibilità di effettuare intercettazioni telefoniche, l’accesso a informazioni personali e il prelevamento delle impronte digitali nelle biblioteche.

Ma se ad oggi ci troviamo ancora a discutere di una (assente) violazione di privacy nei riguardi dell’app Immuni (e non tutti volutamente l’hanno voluta scaricare e installare per il bene del Paese), che succede allora se dovesse essere approvata la Patriot Act, che intercetterebbe le telefonate?

Alessandro Testa

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Alessandro Testa
Alessandro Testa
Classe 1984, è ingegnere e allo stesso tempo critico cinematografico e appassionato di cronaca e giornalismo. Dal 2019 collabora per StreetNews.it!
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