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L’epifania su una generazione di “nati stanchi” scritta su un tram direzione Niguarda

“Se hai letto dieci libri, è come se avessi vissuto dieci vite”. Questa popolare massima, forse attribuita in una delle sue varie declinazioni a Umberto Eco ma sicuramente portata al successo dagli aforismi su Tumblr, si è insinuata fra i pensieri di Francesco Savini un pomeriggio mentre passava la Stazione Centrale di Milano sul tram numero 5 in direzione Niguarda. Come una vera e propria epifania di stampo joyciano, la citazione ha scatenato in Francesco un torrente di riflessioni e realizzazioni sulla propria generazione, gli amici, sé stesso, e tutte le volte in cui si è lamentato di essere stanco dopo una giornata di totale nullafacenza. Per lui, milanese di adozione come quasi tutti gli artisti meneghini della sua leva, l’epifania ha anche rappresentato la conclusione che forse l’esperienza di vivere in una città come Milano, che offre tanto ma non aspetta nessuno, era un’esperienza che per suoi limiti personali non si stava godendo appieno. Francesco Savini mette allora in musica le proprie riflessioni esistenziali e le proprie considerazioni su una generazione che forse in fondo non capisce bene nemmeno sé stessa, persa tra una fila al bar, un bel libro che fa vivere una vita parallela, una lamentela sui propri acciacchi fisici precoci. Lo scheletro di Maratoneti, il suo singolo di debutto, nasce tra gli sferragli dei binari e i rumori del traffico cittadino, scritto tutto d’un fiato per cogliere tutta l’essenza della vera estasi artistica. E chissà se a quel punto Francesco si è ricordato di scendere a Niguarda o ha proseguito compiendo tutto il giro del tram numero 5. Forse se ci saliamo adesso lo troviamo ancora a bordo, con le note dell’iPhone aperte e lo sguardo ammaliato dal finestrino, maratoneta di ATM.

Alessandro Testa

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Alessandro Testa
Alessandro Testa
Classe 1984, è ingegnere e allo stesso tempo critico cinematografico e appassionato di cronaca e giornalismo. Dal 2019 collabora per StreetNews.it!
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