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LE TORRI GEMELLE 20 ANNI DOPO E IL RICORDO DEI SOPRAVVISSUTI

Ma che cosa c’è oggi dove prima c’erano le torri?C’è il memorial 9/11, la Freedom Tower di Libeskind e Oculus, il complesso disegnato dall’archistar Santiago Calatrava.

Il Memoriale ha al centro due grandi vaschecon acqua che scorre ininterrottamente, sulle cui pareti sono incisi i nomi delle vittime.

Il museo ha un padiglione d’ingresso  in vetro, per cui si può anche vedere fuori i due tridenti del World Trade Center, le colonne portanti d’acciaio delle torri che rimaseroin pedi dopo il crollo.

Ma cosa successe 20 anni fa? 3 aerei vennero dirottati da un gruppo di terroristi appartenenti ad Al Qaida  contro le Torri Gemelle e il Pentagono. Un quarto veivolo, diretto verso il Campidoglio o la Casa Bianca, si schiantò a terra in Pennsylvania. In totale morirono 2.977 persone più 19 dirottatori e rimasero feriti oltre 6.000 individui.

Erano le 9.37 quando un Boeing 757 della American Airlines precipitava sulla facciata Ovest del Pentagono, la sede dell’esercito Usa. Alle 8.46 un altro aereo aveva già distrutto la torre Nord delle Twin Towers, e alle 9.03 un velivolo si sarebbe schiantato contro la torre Sud. Ultimo obiettivo dell’attentato era il Campidoglio, la sede del Congresso (o forse la Casa Bianca), ma alcuni dei passeggeri del quarto aereo ostacolarono il piano dei terroristi e il mezzo precipitò alle 10:03 in Pennsylvania.

Cosa hanno passato impiegati e impiegate che la mattina dell’11 settembre erano al 25° piano della Torre Nord?

Riportiamo solo alcune testimonianze:. Chris Ferreri ricorda di aver cercato di convincere Karen Seymour a non andare a una conferenza, in programma il giorno dopo al 106° piano della Torre Nord. Il tema trattato erano le tecnologie finanziarie, e Seymour pensava che sarebbe stato utile per il suo lavoro di specialista informatica. Ferreri era il suo capo: «Davvero, voglio andare» gli disse. A quel punto Ferreri rinunciò, raccomandandosi però di chiamare qualora la conferenza fosse stata davvero interessante.

L’11 settembre 2001 Seymour lasciò le sue figlie gemelle di 3 anni e mezzo e si diresse alla conferenza di buon mattino. Sarebbe iniziata alle nove, ma Karen arrivò con largo anticipo. Ferreri invece rimase nell’ufficio dove lavoravano, al 25° piano, sede di una filiale di una grande agenzia di brokeraggio finanziario, l’ICAP. La conferenza non si tenne mai, perché alle 8:46 il primo Boeing dirottato si schiantò tra il 93° e il 99° piano. Ferreri non avrebbe più avuto notizie di Seymour.

Altri colleghi e colleghe di Seymour ricordano come decisioni prese nel giro di pochi attimi, in preda alla concitazione e al panico, ebbero poi ripercussioni gigantesche. Una scelta piuttosto che un’altra, aspettare qualche minuto o andare via subito, scendere o salire, la mattina dell’11 settembre poteva letteralmente fare la differenza tra vivere o morire.

Tra i dipendenti dell’ICAP solo Seymour morì. La società tornò a lavorare meno di una settimana dopo l’attacco alle Torri Gemelle, grazie al sostegno dei concorrenti che offrirono spazi e uffici provvisori per far ripartire le sue attività. Oggi, dopo una serie di fusioni e acquisizioni, ha la sua sede in un edificio di fronte al memoriale del World Trade Center. «Guardo fuori dalla finestra ed è lì» dice Stasinski. «Ogni giorno ci viene ricordato l’accaduto. Non si dimentica mai».

E il corpo di David De Feo che fine ha fatto?l’ex militare lavorava nella Torre Sud del World Trade Center al 104esimo piano –

Il racconto della madre:”, David fece diverse chiamate rassicuranti dopo il primo schianto avvenuto alle ore 8:46 del volo dell’American Airlines 11 sulla Torre Nord del World Trade Center. Nessuno avrebbe immaginato l’arrivo di un secondo aereo, 17 minuti dopo, alle 9:03, in diretta, contro la Torre Sud. “Mentre ero al telefono e guardavo la televisione lui fu colpito. Sapevo di averlo perso. Ho visto l’aereo colpirlo, è una cosa terribile vederlo davanti ai tuoi occhi “

Restano le foto, i momenti piacevoli trascorsi insieme. Il nome di David sul National September 11 Memorial & Museum è ora la sua tomba. “Ho trovato commovente il memoriale che è stato costruito a New York in ricordo delle vittime”, due enormi vasche dove un tempo sorgevano le Torri, con i nomi delle vittime incisi sui bordi. Non c’è rabbia nelle parole di Emmelina, soltanto profonda tristezza: “Ricordo le parole di mio fratello Claudio, quando siamo andati al memoriale: guardare scendere quest’acqua è come vedere migliaia di lacrime, ci siamo molto commossi –

E l’italiana salvata dai pomodori? Francesca Lo Monaco D’Angelo, nativa di Alcamo, in provincia di Trapani. Aveva preso un giorno di ferie per fare la tradizionale conserva di pomodori.

A distanza di 20 anni il ricordo dei sopravvissuti è ancora molto vivo.

a cura di Rosa Arpaia

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Redazione StreetNews.it
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