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Le poesie “al maschile” di Colacrai

Una nuova silloge poetica pubblicata dalla casa editrice Le Mezzelane.

Poco meno di un mese fa è stata pubblicata l’ultima raccolta poetica di Davide Rocco Colacrai, intitolata Della stessa sostanza dei padri – Poesie al maschile (72 pp., Le Mezzelane). I 27 componimenti che la compongono si aprono, nella quasi totalità, con una dedica ad un personaggio legato al vissuto personale dell’autore oppure ad un personaggio famoso (tra gli altri Stefano Cucchi, il ballerino russo Rudolf Nureyev, lo scrittore cubano Reinaldo Arenas, lo scienziato Stephen Hawking), uomini tutti la cui significativa vicenda offre lo spunto per affrontare tematiche sempre attuali, quali la pazzia, il suicidio, la droga, l’omosessualità, le lotte politiche. Dicendosi convinto, al riguardo, che la poesia non possa essere semplice «espressione di un atto di passività», Colacrai ci ha brevemente illustrato alcuni aspetti essenziali del suo lavoro, rispondendo gentilmente a tre domande.

La sua raccolta nasce solo come naturale completamento delle sue precedenti Poesie al femminile o risponde anche ad altri motivi ispiratori?

Il mio ultimo libro nasce originariamente come opera autonoma – e dunque a sé stante – rispetto a Istantanee Donna – Poesie al femminile, nella misura in cui, quando mi sono dedicato alla realizzazione dell’idea che avevo in mente, pensavo semplicemente di raccogliere poesie portatrici di una visione del mondo al maschile mature per una condivisione. A compimento del libro, tuttavia, mi sono accorto che intercorre una straordinaria e bellissima complementarità tra i due libri, in quanto affrontano le stesse fragilità e paure, le stesse curiosità, gli stessi tentativi verso la felicità, ma con occhi diversi. Diversi, ma devo dire anche, nella sostanza, molto simili.

Alcuni suoi versi sono dedicati a personaggi famosi. C’è un filo conduttore che li lega tra di loro e a tutti gli altri?

Ogni mia poesia è dedicata, direttamente o indirettamente, a un personaggio famoso o a un fatto storico. Si tratta pertanto di versi che parlano dell’uomo nella sua esperienza di vivere – o meglio dell’uomo calato nel suo continuo e inesauribile bisogno di sperimentare. Infatti siamo tutti – i miei personaggi, io e probabilmente anche lei – alla ricerca del nostro equilibrio: un punto dentro di noi che diventa tanto indefinito e inafferrabile, quanto più pensiamo di esserci avvicinati.

Il clima di forte tensione emotiva scatenato dalla pandemia ha influito su qualcuno dei suoi componimenti?

Il periodo storico che stiamo attraversando, difficile per ognuno di noi, ha influito su molte poesie, che però non fanno parte di questa opera. Infatti, per quanto mi riguarda, non scrivo in funzione di un libro che sarà, ma, al contrario, ogni mio libro nasce da poesie già esistenti e conosciute, che ho messo precedentemente in un calderone dal quale poi pesco quelle che sento essere “necessarie”.

Massimiliano Longobardo

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Massimiliano Longobardo
Massimiliano Longobardo
Giornalista pubblicista iscritto all'ODG Campania, è dottore di ricerca in filologia classica e insegnante di latino e greco, nonché atleta master di nuoto per salvamento. Settori di interesse: territorio flegreo, teatro, scuola e istruzione, nuoto e discipline acquatiche.
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