La Movida ai tempi del Covid

Metti un pò di musica leggera perchè ho voglia di niente“… ecco, questo è quello di cui abbiamo bisogno in questo momento!

8 marzo 2020: festa della donna. C’è il sole ed inizia a fare caldo. Le coppie decidono di andare al mare, i ragazzi chiamano sei o sette amici per andare a fare un aperitivo verso le 19.00 in centro. Molti si organizzano anche semplicemente per un cinema o, perchè no, per una serata in discoteca per non pensare. Stanchi ma felici si rientra a casa ed improvvisamente, il buio. E’ il nove aprile e ci svegliamo all’interno di un incubo lungo un anno. Scuole, palestre, cinema, qualsiasi cosa è chiusa; la cosiddetta “movida” non esiste più. La nostra vita è completamente cambiata.

15 marzo 2021: nonostante sia passato un anno, la situazione è sempre la stessa. Il covid ci ha fermati e, a preoccupare non è solo la condizione economica del paese, ma anche quella psicologica ed a pagarne le conseguenze più di tutti sono i giovani. “Non avere più niente da attendere significa anche non sperare” dice la dottoressa, psicoterapeuta, Maura Manca. Fino a qualche giorno prima dell’entrata in vigore del d.p.c.m., nessuno si sarebbe mai immaginato di dover indossare una mascherina costantemente, o di non poter più andare la sera a bere un drink oppure un semplice succo di frutta in compagnia di un amico per liberarsi del peso della giornata. Ciò che viene a mancare ai giovani, non è l’uscita serale in sè, ma la libertà di non poter più vivere la vita come si vuole. Le serate passate in macchina a parlare, le cene fuori o una serata a ballare, facevano vivere con spensieratezza, nonostante i vari problemi della quotidianità. Vivere in libertà comporta mettersi in gioco ogni giorno, affrontando se stessi con le proprie paure, cercando di superarle. Prima del covid il mondo era già individualista, ma quest’ultimo si è andato ad accentuare in vista di questo virus che non permette più di poter socializzare. Il contatto fisico è tutto perchè permette di avere un’interazione diretta con le persone; la semplice stretta di mano fa entrare in contatto con il prossimo, per non parlare poi di un abbraccio che ad oggi possiamo solo sognarlo. Ai giovani manca la serenità, il poter dire “domani dormi da me che ho casa libera”. I ragazzi ad oggi, hanno ritrovato il piacere di stare in famiglia date le restrizioni, ma come in ogni cosa ci sono pro e contro. Quando si esce si ha paura e per questo si fa anche molta più fatica a trovare un fidanzato/a; se prima bastava andare ad un teatro per poter incontrare una persona, ad oggi i giovani spopolano su “Tinder“, un sito di incontri dove non c’è contatto visivo ma solo mani su una tastiera. A preoccupare sono i più piccoli, coloro che hanno appena intrapreso il percorso delle superiori, ai quali viene a mancare l’adolescenza, stando fermi cinque o sei ore davanti a un computer per le lezioni in DAD. Ovviamente il covid è una cosa importante, invisibile, insidiosa, dalla quale non possiamo scappare ma fare solo estrema attenzione. Al tempo stesso non dobbiamo aspettare che le cose tornino come prima, ma semplicemente imparare a conviverci. Rimanere chiusi in questo loop, aspettando che il mondo torni come prima non fa progredire ma fa stare solo male. Coloro che tendono ad affrontare i problemi con più energia riescono ad andare avanti, ma molti giovani che non sono riusciti ad affrontarlo, si sono ritrovati a subirlo e ciò, porterà conseguenze psichiche a lungo termine. L’ansia di un esame o la stanchezza dopo una giornata a lavoro venivano allegerite da un weekend fuori o da una passeggiata in riva al mare in buona compagnia. Prospettive future? Come accennavo poc’anzi, bisogna solo imparare a conviverci, rimboccarci le maniche e concentrarci sul nostro futuro coltivando le nostre passioni scoprendone anche di nuove, con le stesse ideologie e valori di prima anche se celati da una mascherina.

A cura di Nicole Scarcelli