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La lunga attesa per conoscere le sorti del futuro americano

Donald J. Trump contro Joe Biden. Destra contro Sinistra. Siamo alle battute finali di un lungo duello cominciato già mesi fa tra i candidati alla Presidenza degli Stati Uniti per i prossimi quattro anni.

Prima le Convention tenute in ciascun Stato, poi i dibattiti vis-a-vis e infine l’Election Day. I protagonisti di questo nuovo capitolo alla corsa presidenziale sono, da un lato un Presidente degli USA uscente che in sostanza potremmo considerarlo come il Silvio Berlusconi americano, dall’altro lato l’ex vice di Obama che sin dai primi discorsi non sembra essere molto promettente, quasi come se fosse un pupo manovrato da fili invisibili.

Biden appare timido e allo stesso tempo debole e meno energico del suo concorrente (sebbene abbiano pochi anni di differenza); sul suo volto ci sono i segni evidenti della sua età prossima agli 80 anni. Stranamente, se vincesse sarà uno dei Presidenti degli USA più anziano nella storia nel Nuovo Continente.

Trump è già pronto a far ricorso alla Corte Suprema e se fallisce proverà con il Dio Apollo pur di non ammettere la propria sconfitta contro il candidato del Partito Democratico. Oramai si attendono i voti postali degli ultimi Stati che potrebbero ancora stravolgere il risultato finale.

Ad oggi, intanto, per Biden sembra che la strada per la Casa Bianca sia in discesa: 253 voti elettorali guadagnati contro i 214 di Trump.

La soglia per il sogno americano è 270.

Biden sta già provvedendo a stilare la lista dei Ministri e a mettere (si spera) nero su bianco il suo programma della campagna elettorale.

E intanto cosa fa il miliardario (quasi) ex presidente degli USA annata 2016-2020? Prepara le carte per fare gli infiniti ricorsi e richiedere il conteggio di tutti i voti. Ciò in pratica è quello che sta già accadendo nello Stato della Georgia dove si sono già avviate le operazioni per rivedere le preferenze.

Causa voti postali che quest’anno hanno riscosso molto successo per via del coronavirus, si dovrà attendere ancora per alcuni giorni (si stima fino al 12 novembre).

Intanto però c’è preoccupazione. Gli USA, la potenza del globo terrestre in tutto e per tutto, avranno a breve un presidente che ad ogni modo farà rimpiangere i predecessori tanto per citarne qualcuno, Barack Obama che ha fatto tanto nel suo mandato e ha rappresentato umilmente e al contempo degnamente gli Stati Uniti d’America.

Alessandro Testa

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Alessandro Testa
Alessandro Testa
Classe 1984, è ingegnere e allo stesso tempo critico cinematografico e appassionato di cronaca e giornalismo. Dal 2019 collabora per StreetNews.it!
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