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La direttrice Oksana Lyniv non delude: 10 minuti di applausi per ‘Walküre’ al Teatro Manzoni di Bologna

Bologna la dotta non si smentisce: con l’arrivo della quarantaquattrenne direttrice ucraina Oksana Lyniv giunge a compimento un percorso, tipico della città, di conquista della musica da parte delle donne (tutte le maggiori istituzioni bolognesi che producono o si occupano di musica hanno delle donne in cabina di comando).
«Penso che Bologna e il suo teatro siano stati sempre all’avanguardia – ha detto alla stampa la Lyniv – abbiamo l’opportunità per essere da esempio nell’iniziare con questa collaborazione una nuova storia. Per le produzioni future vorrei invitare giovani assistenti da tutto il mondo dando la precedenza a direttrici donne per dare il buon esempio». Le sue parole sono oltremodo interessanti dato che proprio alcuni giorni fa Speranza Scappucci è stata la prima donna a dirigere un’opera alla Scala (terza in assoluto dopo Claire Gibault che nel 1995 diresse ‘La station thermale’ di Fabio Vacchi e Susanna Mälkki che nel 2011 diresse ‘Quartett’ di Luca Francesconi nel 2011 ma prima a dirigere un’opera di repertorio e non contemporanea).

Il contratto che lega la direttrice al TCBO ha durata triennale: quest’anno dirigerà due opere: ‘Iolanta’ di ?ajkovskij in forma di concerto (9 aprile 2022) e ‘Andrea Chénier’ di Umberto Giordano (14-23 ottobre 2022), oltre a tre concerti sinfonici.
Il 14 e 15 gennaio scorso ha fatto il suo debutto ufficiale all’Auditorium del Teatro Manzoni ottenendo un successo trionfale (l’ovazione è durata circa decina di minuti) aprendo la stagione operistica 2022 con il poema sinfonico di Richard Strauss, ‘Tod und Verklärung’ (Morte e trasfigurazione) cui è proseguito il primo atto di ‘Walküre’ (La Valchiria), dal monumentale Ring wagneriano, proposto in forma di concerto con le voci di Elisabet Strid (Sieglinde), Stuart Skelton (Siegmund) e Georg Zeppenfeld (Hunding).


Questi due compositori sono da sempre nelle corde della Lyniv e dell’orchestra bolognese, anche se questi due brani, in particolare, non si ascoltavano nei programmi del Comunale dal 2013 e dal 1988.
L’Orchestra del Teatro Comunale è considerata uno dei migliori complessi sinfonici italiani, con una storia importante scritta da maestri come Celibidache, Chailly, Dalman, Gatti: questo ha facilitato notevolmente il compito della direttrice ucraina che, soprattutto in Wagner, ha esaltato le doti sia delle prime parti che del gruppo intero. Una lode particolare va poi ai solisti, soprattutto ai due protagonisti Elisabet Strid e Stuart Skelton, sempre impegnati nell’ora di durata del brano di Wagner e giunti alla fine stremati ma felici.

Paola Cecchini

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Redazione StreetNews.it
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