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La denuncia del rapper Ossido Master: meglio fare che criticare

In questo articolo vi abbiamo presentato Ossido Master con il suo ultimo singolo Salgo su.

StreetNews ha raggiunto il rapper per conoscerlo meglio.

Ciao Ossido Master, il tuo nuovo singolo “Salgo su” è un brano in cui il concetto chiave è quello di invitare la gente a fare piuttosto che a criticare. Questo è un po’ il vizietto di noi italiani, non trovi?

Ciao amici di Street News. Ottima domanda! Bella calda, per iniziare l’intervista al meglio. Posso confermare che è un vizietto quasi del tutto italiano poiché vivendo all’estero da anni, ma anche dando uno sguardo ai commenti dei social o delle testate giornalistiche, in Italia non esiste il concetto di criticare costruttivamente e si sprofonda in odio represso, minacce di morte, stalking compulsivo (soprattutto) per le donne. Quanti insulti si prende Belen dagli italiani e quanti giudizi positivi dagli stranieri? È da anni che cerco di fare il mio eppure è da anni che vengo minacciato e deriso sui social e dal vivo poi: “Bella la nuova canzone. Una foto”?
Normale che non si può piacere a tutti, ne sono ben consapevole ed accetto i commenti negativi. Non accetto gli insulti gratuiti, per partito preso. Io parto dalla mia filosofia: studiare chi sta facendo meglio di me e cercare di superarmi. Quindi sì! Fate! Dimostrare di essere meglio di me, superatemi. Se parlate di quanto siete fighi comparati a me senza prove, non concluderete molto nella vita.  



Immagino che per te sia anche più evidente vista la tua lunga esperienza lavorativa estera quando sei stato in UK. Magari avrai un a visione dall’esterno dell’Italia.

All’estero, il mondo è più veloce. La gente ha poco tempo per criticare, piuttosto guarda gli altri, li ammira e cerca di superarli. Una bella e sana competizione. Naturalmente non sto facendo di tutta l’erba un fascio. In Italia trovo anche colleghi, supporter, che si complimentano per i miei risultati ed io con loro. L’hip hop nasce comunque anche dalla competizione, ma deve essere corretta. A fine gara, ci si stringe la mano, si torna a casa e si pensa all’evoluzione, non alla sconfitta.


“Salgo su” ti vede in coppia con Lollo G e Lil Wayne. Come vi siete conosciuti e come mai hai scelto loro in questa collaborazione?

 Un mio amico nonché produttore americano, che lavora spesso con i big, fa da tramite tra me e loro e quindi: MAGARIII aver scelto Lil Wayne con una chiamata diretta. Sono stato graziato dai suoi manager con un nullaosta per poter lavorare ad una sua strofa. Io, Paolo e Mitch dobbiamo sempre dar conto di ciò che stiamo facendo con la voce di una leggenda come Wayne. I protocolli sono belli duri: produrre, registrare, mixare, masterizzare e mandare il prodotto finito per l’ok definitivo di chi fa le veci dell’artista. C’era una mia terza strofa molto meno dura e più giovanile, ma ho pensato che un terzo ospite realmente giovane, potesse fare la differenza. E qui entra in gioco il mio manager, che mi ha proposto Lorenzo come ospite. Quindi bella per Lollo G che ha capito il mood ed ha creato l’atmosfera che cercavo.

Raccontaci i tuoi passi che hai mosso verso il mondo dei Big del Rap mondiale come Busta Rhymes, Sensei e Bizzarre (della crew di Eminem).

Bizarre l’ho conosciuto privatamente, quindi mi son proposto usando un po’ di faccia tosta ed è voluto apparire nel video. Busta Rhymes invece, mi è stato proposto dal produttore di cui parlavo prima ed abbiamo passato gli stessi protocolli di questa canzone con Wayne. La gente pensa che le mie collaborazioni siano state acquistate dalla casa discografica e a me sta benissimo che lo pensino, poiché dato che un featuring di uno come Lil Wayne vale 100.000 dollari, son contento che loro credano che io sia straricco, così si danno da fare.  Con Sensei invece ci siamo conosciuti su Instagram e vedendolo molto vicino allo stile di Busta Rhymes, ho soltanto chiesto se avesse avuto il piacere di far parte del progetto. Credo non ci sia bisogno di specificare che anche se fossimo amici, il lavoro è lavoro e tutti abbiamo un ritorno economico basato su percentuali di vendita.

Il tuo genere, possiamo definirlo, come un intreccio tra l’hip hop, l’R&B e il rap. Rispetto ai tuoi colleghi rapper mi sembri molto vicino al genere americano di rap e hip hop, non è così?

Potrebbe sembrare così perché in questa canzone c’è effettivamente una parte rap bella tosta, come d’altronde un bel ritornello melodico, pensato e sviluppato con l’aiuto del mio manager che ha prodotto questa canzone ed ha anche cantato con me il ritornello. Da ragazzino i miei miti erano solo quelli d’oltreoceano e mi ispiravo alle varie correnti, adesso invece è il genere Ossido Master, il mio stile. Non seguo mode, ascolto la strumentale, il mio cuore e la mia testa. Non mi posso autocatalogare in un genere perché cerco di fare un po’ di tutto. Se dovessi ispirarmi all’America di oggi, parleremmo di una canzone trap o drill. Se c’è un concept a cui mi sono ispirato è un prodotto Italico al 100%: ‘Le leggende non muoiono mai’ di Shablo e Don Joe.


Domanda d’attualità: quanto i talent show oggi contano per ambire al successo? 

Non ho mai voluto partecipare perché purtroppo fino a poco tempo fa, al sol provarci saresti stato un venduto e la scena italiana ti avrebbe odiato a morte. Vedi Moreno o tutti gli altri che sono spariti. Ad oggi posso dirti che sono utilissimi, funzionano in tutto il mondo e sono palchi di tutto rispetto. Conta un mix di social e talent per ambire al vero successo. Se una persona si sente di provarci, si deve buttare ed esser pronta a critiche positive e negative. 

Se avessi la possibilità parteciperesti ad uno di questi programmi che lanciano i giovani artisti nel mondo dello spettacolo?

Non sono più un giovincello, ma perché no! Mi piacerebbe sia esibirmi sui loro palchi che far parte della giuria. Nonostante il rap sia il mio genere, io ascolto da Eminem a Kylie Minogue, dai Depeche Mode ai Clash, da Tiziano Ferro a Paolo Conte. Ho anche studiato canto e partecipato a varie competizioni ufficiali di Pueri Cantores da piccolo. Mi sentirei pronto a fare da giudice.


Cosa bolle nella pentola di Ossido Master oggi e nei prossimi mesi?

Mi son tolto vari sassolini nelle scarpe in tutte le mie canzoni e soprattutto, questa canzone, ha chiuso un capitolo della mia vita, dove mi sono esposto dicendo ai nemici che di loro non me ne frega proprio nulla, non do adito alle sciocchezze e a chi è in cerca di clout, nominandomi. Tolto tutto ciò, non mi resta che iniziare a fare musica diversa ed ho in uscita un paio di canzoni molto orecchiabili e meno RAP. Voglio dimostrare sia a me stesso che agli altri, di saper fare un po’ tutto.

Alessandro Testa

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Alessandro Testa
Alessandro Testa
Classe 1984, è ingegnere e allo stesso tempo critico cinematografico e appassionato di cronaca e giornalismo. Dal 2019 collabora per StreetNews.it!
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