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La canzoneterapia e la neuropsicofonia spiegati dal medico/artista Adriano Formoso

Adriano Formoso è un cantautore, psicoterapeuta psicoanalista di gruppo e naturopata-omeopata, la sua vita professionale si alterna tra Milano e Garbagnate Milanese alternando la professione clinica a quella di opinionista per giornali, riviste, radio e televisioni nazionali.

La sua musica spazia dal Rock al Blues alla musica etnica contaminata da particolari frequenze acustiche e sonorità binaurali. Nel 2005 inizia una ricerca sulla relazione tra musica e cervello e le i suoi brani hanno avuto un percorso evolutivo sino a diventare strumento imprescindibile delle terapie con i suoi pazienti. A tutt’oggi raccoglie consensi da parte dei lettori e dai media sino ad essere invitato in varie televisioni come ospite e opinionista e tra questi i canali Rai. Sarà ospite del Tg2 a “Lavori in corso”, parteciperà come opinionista a Rai Uno estate nel programma “Quelle brave ragazze”, è invitato a “I soliti ignoti” di Rai Uno e in molte altre trasmissioni dove viene intervistato durante sue performance live da affermati critici musicali, tra cui Red Ronnie.

Il nuovo brano di Adriano Formoso dal titolo “Non m’hai mai” è disponibile in digitale e su YouTube dal 1° aprile 2021. Nello stesso giorno, Formoso inaugura su TG2 una nuova serie televisiva dal titolo “Pillole di Canzoneterapia e Neuropsicofonia”.

Ciao Adriano, cosa ti ha spinto a scrivere e cantare “Non m’hai mai”?
Non m’hai mai parla di una storia d’amore immensa in cui lui malgrado le trasformazioni del corso della vita lui guarda lei e pensa che persino il tempo che passa sia innamorato di lei rendendola eternamente bella. Ma ho voluto parlare soprattutto dell’importanza dei legami. 
La vita di un amore è parallela ma separata dalla vita biologica della persona. Una storia d’amore che finisce non è un fallimento . E  l’esperienza umana ci impone la fine di tante altre esperienze positive. 
Da un’altra prospettiva possiamo comprendere come una persona che muore può terminare la sua vita biologica ma lascia inarrestabile il suo sentimento d’amore verso chi resta in vita con la sola differenza che non potrà più esprimerlo con il corpo.

Cos’è la canzoneterapia e la neuropsicofonia?
La canzoneterapia è un brano che è stato realizzato attraverso gli assunti di base della Neuropsicofonia ovvero l’utilizzo di determinati suoni, linee melodiche e determinate frequenze acustiche che generano particolari effetti sul cervello tali da predisporre al meglio lo spazio mentale dell’ascoltatore per introiettare intensamente quello che il testo della canzone vuole esprimere e trasferire. 

La pandemia ci ha sicuramente segnato e messo a dura prova. Da psicoterapeuta ti chiedo se la musica può essere effettivamente una cura per sanare tutto ciò.
La musica e soprattutto quella neuropsicofonica è una forma di socializzazione che non necessita di distanza sociale, ha un ruolo fortemente terapeutico nelle limitazioni di aree di funzionamento globale dell’essere umano. Durante la pandemia è un valido aiuto per tutti, agendo sui livelli di cortisolo, l’ormone che ha implicazioni con lo stress. 

Quanto, secondo te, la pandemia ha inciso definitivamente sulle vite degli italiani?
Non penso che la pandemia abbia inciso definitivamente sulle vite degli italiani, anche nei casi in cui ha causato la morte di un familiare. Ha sicuramente inciso molto e inciderà ancora nella storia dell’uomo ma sono convinto che le leggi della natura permettano all’uomo un processo di adattamento notevole che è quello che fino ad oggi non ha estinto la nostra specie.

Dopo piccole esperienze televisive, curi adesso un tuo spazio del Tg2 alle 13.30. Come ti senti?
Mi sento come quando lavoro per la ricerca scientifica e per i miei assistiti, un eterno studente, l’amico di tutti, innamorato dall’apprendere dalle esperienze.

Quanto la TV (mi riferisco ai talent show e ai vari programmi televisivi musicali) è utile per fare informazione ad oggi e quanto sta influenzando la musica italiana negli ultimi anni?
La tv ha meno potere mediatico di un tempo perché l’era dei social propone molti altri canali d’informazione e condivisione. Ho giovani pazienti che investono in pc eccellenti e non hanno neppure il televisore in casa. Penso non si tratti più di mezzi divulgativi ma di contenuti. Quando il contenuto interessa, ha qualcosa da dire e da dare, può arrivare ovunque anche attraverso lo smartphone.

Chi è l’artista che hai come riferimento musicale?
In primis me stesso, le mie emozioni, intuizioni e percezioni, poi tutti quelli che entrano in risonanza con le mie emozioni. Non preferisco generi. Amo ascoltare qualsiasi cosa si insedia nei miei sensi, dal clavicembalo ben temperato ad alcuni brani trap.

Pensi di continuare a portare avanti in parallelo un progetto televisivo ed uno musicale?
Sarebbe bello, mi piacerebbe comunicare e condividere con gli altri i doni che la vita mi ha dato perché restano dell’universo, io sono solo un mezzo. penso che l’amore e la bellezza sia di tutti. Non dipende solo dal mio desiderio ma mi piacerebbe fare il conduttore e anche dove è possibile cantare e suonare. 

Alessandro Testa

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Alessandro Testa
Alessandro Testa
Classe 1984, è ingegnere e allo stesso tempo critico cinematografico e appassionato di cronaca e giornalismo. Dal 2019 collabora per StreetNews.it!
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