#IOTIPROTEGGERO’, AL VIA OGGI LA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE PER LA VACCINAZIONE DELLE MAMME IN ATTESA CONTRO PERTOSSE NEONATALE

Milano, 19 novembre 2020 – A quasi due mesi dalla riapertura delle scuole e nel pieno dell’emergenza sanitaria da COVID-19, assume ancora più rilevanza parlare di vaccini contro quelle patologie fortemente contagiose che possono colpire i più piccoli come la pertosse. In Italia questa patologia ha fatto registrare 964 casi nel 2017 e oltre 7.000 ricoveri in ospedale tra il 2001 e il 2014, il 63,6% dei quali ha coinvolto bambini con età inferiore a 1 anno. La pertosse è una malattia infettiva respiratoria altamente contagiosa che è particolarmente pericolosa proprio nei bambini più piccoli, perché può causare complicazioni con conseguenze invalidanti. Basti pensare che, in una popolazione non vaccinata, un caso primario di pertosse può causare fino a 17 nuovi casi.

«La gravità della pertosse è maggiore nei primi mesi di vita  – afferma la Prof.ssa Irene Cetin,  Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) – nei bambini molto piccoli, infatti, la pertosse può determinare gravi complicanze. Si stima che siano proprio i bambini sotto i 6 mesi di vita i più? colpiti dalla pertosse (51, 6 casi per 100.000 abitanti). Non solo, questa patologia può metter a rischio la vita dei neonati in quanto, al di sotto dei due mesi sono troppo piccoli per ricevere la vaccinazione e gli anticorpi che provengono dalla madre sono l’unica protezione di cui dispongono.»

Dal momento che l’80% dei contagi nei bambini con meno di un anno è provocato dai familiari stretti, sono necessarie strategie preventive per ridurre il rischio di gravi complicanze nei primi mesi di vita, ad esempio l’immunizzazione di tutti i familiari a stretto contatto con il neonato, «la più efficace e fattibile delle quali è la vaccinazione delle donne durante il terzo trimestre della gravidanza. La strategia fondamentale è proprio l’immunizzazione passiva del neonato mediante vaccinazione materna. In questo modo – spiega la Dott.ssa Elsa Viora, presidentessa dell’ Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI) – la futura mamma può trasmettere al proprio figlio una quantità più elevata di anticorpi (IgG), facendo sì che sia protetto fino al momento in cui potrà essere direttamente vaccinato

Alessandro Testa