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Intervista a Carlo William Rossi, il fotografo che fu “rilanciato” da Madonna

Fotografo che vanta numerose collaborazioni professionali – tra le altre cose ha ritratto Chrysta Bell, la musa del regista David Lynch Carlo William Rossi nell’ottobre 2014 diventò un fenomeno mediatico, raggiungendo in poche ore una repentina popolarità sul web grazie a due fotomontaggi in cui campeggiava, accanto alla vincitrice di allora del programma televisivo “The Voice of Italy” suor Cristina Scuccia, l’immagine del suo idolo di sempre, Madonna: fotomontaggi che furono rilanciati in modo assolutamente inatteso dalla sua beniamina con tanto di lapidario commento («sisters for life»), spopolando così, in una manciata di minuti, tra il popolo della rete, in un mare magnum di like ed apprezzamenti. Partendo dalla considerazione dell’exploit mediatico, abbiamo interrogato il fotografo napoletano sulla sua attività, i modelli di riferimento e i suoi progetti.

Un’improvvisa popolarità dovuta ad una condivisione in certo senso “illustre”. Ma a quanto pare il suo incontro almeno virtuale con Madonna non nasce soltanto in quell’occasione…

È proprio così. Nel 2013 Madonna diede il via ad un progetto multimediale con il quale fu lanciata la prima piattaforma online per artisti sotto il nome di “Art For Freedom”: si invitavano gli artisti di tutto il mondo ad esprimere in forme originali il proprio modo di interpretare il concetto di libertà attraverso opere di qualsiasi natura. Una giuria, di cui hanno fecero parte tra gli altri Katy Perry e Miley Cyrus, selezionava i lavori più meritevoli, che in seguito venivano pubblicati sulla homepage della piattaforma. Con un gruppo di amici decisi di intraprendere un progetto fotografico, che denominammo “Us-Army”, ovvero l’esercito di noi – con evidente allusione all’esercito americano –, per rimarcare l’idea della salvaguardia dell’identità personale: si trattava in sostanza di una selezione di immagini che ritraevano pugni rivolti verso l’alto, ognuno a difesa di un’identità ben precisa. Nel novembre 2013 fummo prescelti e il nostro lavoro fu pubblicato sul portale.

Veniamo ai due fotomontaggi che l’hanno portata al successo web. Come è nata l’idea?
Beh, il primo non è altro che un affiancamento di due fotogrammi tratti da due video di “Like a Virgin”: quello di Madonna del 1984 e quello di suor Cristina del 2014. Ma senza dubbio più divertente è la vicenda legata al secondo fotomontaggio. Sui vari siti e blog che si occupavano di musica, era stata diffusa la copertina del cd di suor Cristina, ideata dal bravissimo Stefano Micchia, e mi aveva colpito il fatto che in essa fosse rappresentata, accanto alla suora seduta, una poltrona vuota. Mi balenò subito l’idea di farvi sedere Madonna: in verità sarebbe stato perfetto se suor Cristina fosse stata seduta alla destra di Madonna (anziché alla sinistra), in modo tale da consentire di realizzare ironicamente la formula sacra del “Gloria” («Tu che siedi alla destra del Padre»), ma non si può avere tutto. Dopo aver caricato la foto su Facebook, la postai su Instagram taggando Madonna, senza aspettarmi minimamente che una cantante come lei – quotidianamente taggata da migliaia di persone – si degnasse di dare peso a ciò che per me altro non era che un gioco innocente. Ricordo che stavo al letto con la febbre, quando ad un tratto mi contattò un amico fiorentino per comunicarmi quello che aveva tutta l’aria di essere un simpatico scherzo. Almeno fino a che non controllai di persona.

E da lì l’incontrollabile susseguirsi di condivisioni e “rilanci”… Lei pensa che sia stato tutto casuale?
Dobbiamo precisare che Madonna e suor Cristina lavoravano per la medesima casa discografica: la Universal Music. Passati pochi minuti dall’evento, la Universal riportò il link della notizia: pensai quindi di aver servito alla Universal su un piatto d’argento – e in modo assolutamente involontario – una pubblicità virale a favore del lancio internazionale di suor Cristina.

Rossi, lei per sua ammissione è un fan irriducibile di Madonna. Le piace anche suor Cristina?

Beh la sua voce non mi affascina particolarmente, però, indubbiamente, una suora, che si propone come cantante e che per giunta sceglie come canzone di lancio del suo disco “Like a Virgin”, non può non attirare l’attenzione a livello mediatico. D’altronde quando suor Cristina si esibì per la prima volta a “The Voice”, un cantante napoletano che concorreva con lei presentò una versione reggae del pezzo in questione. Io suggerii l’idea che sarebbe stato meglio affidarlo a suor Cristina, perché di sicuro in questo modo avrebbe vinto almeno sul piano dell’ironia. Quel mio suggerimento ricevette una miriade di apprezzamenti.

Quando ha iniziato l’attività di fotografo e come?
Ho iniziato nel 2000. Studiavo alla Facoltà di Architettura e mi dedicavo alla fotografia, per così dire, per necessità accademiche. Ma quella della fotografia era una passione che da tempo mi portavo dietro proprio grazie a Madonna. Ciò che mi attirava di lei era la capacità di creare immagini ben definite che fossero sintesi del suo tempo e, al contempo, anticipatrici di nuove tendenze. Questo scandagliare minuziosamente le sue immagini mi spinse a ricreare i vari mood dei fotografi che l’avevano ritratta. Mi fu molto utile la dimestichezza con il digital editing ed una inclinazione naturale verso il disegno e la grafica. Iniziai dunque a postare i miei lavori su vari forum online, finché un giorno fui chiamato da un fotografo professionista, Andrea Pizzi, che mi chiese di fargli da assistente per alcuni lavori. Successivamente decisi di lavorare in proprio.

Quali sono nel campo della fotografia i modelli a cui si ispira?
Probabilmente il fotografo che mi condiziona e influenza di più è Guy Bourdin. Nondimeno fonte di ispirazione per le mie immagini sono non soltanto fotografi, ma altresì letterati e pittori. In particolare per alcuni lavori mi sono ispirato ai preraffaelliti e a Frida Kahlo.

Progetti successivi al successo mediatico e attualmente in corso?
In quel periodo lavoravo a un progetto già attivo da un anno. Avevo conosciuto un fotografo napoletano, Eugenio D’Orio, con il quale era nato, per una sorta di affinità elettiva, un forte sodalizio, sfociato nella produzione di immagini a quattro mani che firmavamo con l’acronimo dei nostri nomi, CREDO. Il lavoro ebbe un ottimo riscontro sia dal punto di vista commerciale che dal punto di vista artistico: fummo contattati da un lato da aziende di rilievo internazionale per la realizzazione di campagne, dall’altro da giornali e portali interessati a tematiche artistiche e alla comunicazione per la realizzazione di editoriali che andavano ben oltre l’impatto meramente commerciale. Negli ultimi anni con Fabio Mureddu mi sto dedicando alla progettazione di una linea Make-up per un’azienda e alla realizzazione di look per gli shooting che eseguiamo.

Massimiliano Longobardo

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Redazione StreetNews.it
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