Sarà perché forse abbiamo vissuto troppo tempo una situazione di isolamento e decisamente disagevole per l’essere umano, che la cerimonia d’apertura di Euro 2020 (+1) l’abbiamo guardata con profonda emozione… e con un pizzico d’invidia per i sedicimila spettatori presenti sugli spalti dell’Olimpico di Roma. Cerimonia di apertura piena di colori, musica e tanta voglia di ripartire, con la leggendaria aria “Nessun dorma” di Bocelli, seguita dal ritmo di Martin Garrix, dalla voce di Bono e dalla chitarra di The Edge con la loro “We are the people”, l’inno ufficiale di questi Europei di calcio. Poi, lo spettacolo lascia il posto alle due squadre che aprono la competizione; Turchia e Italia. Inni nazionali e fischio d’inizio. Il quarto uomo… è una donna! Stephanie Frappart, la prima donna arbitro nella storia degli Europei: era ora. Azzurri all’arrembaggio nei primi minuti, ma la Turchia dimostra di essere, per il momento, la “prima gatta da pelare”.
Il team agli ordini di Mister Mancini è ben messo in campo, con schemi ben definiti e una gran forma fisica. Tridente d’attacco composto da Insigne, Immobile e Berardi, ai quali la Turchia oppone una gran difesa con Celik, Demiral, Soyuncu e Meras. Tra i pali Cakir, 191 centimetri che valgono tutti, al ventunesimo, sul colpo di testa di Chiellini, seconda occasione pericolosa da parte dei padroni di casa, dopo il tiro a giro provato da Insigne qualche minuto prima. In effetti, va detto che si gioca solo nella metà campo turca, con una percentuale di possesso palla largamente favorevole agli Azzurri. Al trentaquattresimo il primo contropiede turco si spegne sui pugni chiusi di Gigio Donnarumma ma, seppur molto vivace, lo schema di gioco italiano sembra non ottenere efficacia: la squadra ospite è molto chiusa e attende le ripartenze, riuscendo a spegnere le iniziative d’attacco dei 4 volte campioni del mondo. Difesa efficace, quella turca, che nella fase di qualificazione ha subito pochissime reti: intorno al minuto 41, parte il lungo assedio dell’attacco azzurro nell’area turca, che si conclude con il destro di Immobile fermato dalle mani di Cakir. Qualche lamentela per un presunto fallo di mano in area: Var non favorevole e si prosegue. Poco attento in questo caso l’olandese Makkelie, che poco dopo fischia la fine del primo tempo. Si va negli spogliatoi sul punteggio di zero a zero. Ad inizio ripresa, Di Lorenzo prende il posto di Florenzi, che nei minuti finali ha giocato anche bene, ma probabilmente ha riscontrato qualche problema di affaticamento. La Turchia sembra voler azzardare qualcosina in più nei primi minuti, con la galoppata di Under che mette quasi in difficoltà Donnarumma. Azzardo che però viene punito pochi secondi dopo, con l’autogol di Demiral su un cross basso di Berardi. Zero a uno al cinquantatreesimo.
Si ripropone lo schema tattico del primo tempo, con tanto possesso palla e poi al 65mo Ciro Immobile mette a segno il goal numero due, su respinta di Cakir che non trattiene il tiro a distanza ravvicinata di Spinazzola. Alla mezz’ora di gioco, Cristante prende il posto di Locatelli. Spinazzola sprecone non capitalizza il pregevole assist di Jorginho al 75’ ma adesso l’Italia gioca sul velluto. Dopo tre minuti Immobile lancia Insigne che infila un eurogol alla sinistra del portiere, riscattando quei pochi errori che ha commesso finora in area avversaria. Zero a tre. Cambi: Belotti per Immobile, Chiesa per Insigne e Bernardeschi per Berardi. Mancini, tuttavia, insiste perché anche al novantesimo i suoi atleti non abbassino i ritmi. Lo dimostra Chiellini al 92mo che mette in angolo una giocata molto pericolosa da parte di Yilmaz in cerca del goal della bandiera. Una vittoria in fin dei conti convincente: nona partita senza subire reti. Ora, testa a mercoledì prossimo, contro la Svizzera alle ore 21.
di Clemente Scafuro
