In programmazione nelle sale: Nostalgia di Mario Martone

Felice ritorna al quartiere Sanità di Napoli dopo 40 anni e rivive il suo passato.

Scheda: anno 2022; film drammatico diretto da Mario Martone, con Pierfrancesco Favino, Tommaso Ragno, Francesco Di Leva, Aurora Quattrocchi; durata: 117 minuti; al cinema dal 25 maggio 2022, distribuito da Medusa.

Felice Lasco è vissuto al Rione Sanità di Napoli fino all’età di 15 anni. Coinvolto in un caso oscuro di cronaca nera, parte in cerca di fortuna, grazie all’appoggio di uno zio che ha un’attività avviata in Libano, per diventare, a distanza di tempo, un affermato imprenditore in Egitto. Dopo 40 anni, ritorna nel suo rione, vera e propria città nella città, si immerge totalmente in un mondo dove il tempo pare essersi fermato, e che non sembra neppure tanto diverso dal Cairo; tra vicoli e strade caotiche, rivive sulla sua pelle ricordi di un’adolescenza scapestrata. A mano a mano riprende familiarità anche con una lingua, che all’inizio riesce a parlare con difficoltà, assiste amorevolmente l’anziana madre fino alla morte di lei e stringe una sincera amicizia con don Luigi, prete anticamorra del rione, che prende a cuore la sua vicenda personale. Nonostante il parroco cerchi di metterlo in guardia, Felice vuole rivedere Oreste, inseparabile amico di bravate giovanili, con il quale ha un conto in sospeso. Ma, nel frattempo, Oreste è diventato Malommo, boss del rione, e in quanto tale obbedisce a ferree logiche di sopravvivenza, lontane anni luce dalle pieghe sentimentali e nostalgiche che attecchiscono nell’animo di Felice. Tratto dall’ultimo romanzo scritto da Ermanno Rea e presentato in concorso al Festival di Cannes, il film è ben congegnato soprattutto nella prima parte, dove il regista accompagna il protagonista alla riscoperta del suo quartiere, evidenziandone anche il lato umano nelle attenzioni che riserva alla madre anziana. La seconda parte, che procede spedita verso un finale un po’ brusco, pur con qualche discordanza (si pensi ad esempio a certi termini aulici utilizzati da Oreste – che è un boss verosimilmente ignorante, essendo cresciuto per strada – nel dialogo con Felice), mette in pieno risalto la bravura degli interpreti, in particolare Tommaso Ragno (nel ruolo di Oreste) e soprattutto Pierfrancesco Favino, che si immedesima perfettamente nel personaggio protagonista, destreggiandosi peraltro tra lingue e accenti diversi. Visione del film raccomandata.

Massimiliano Longobardo