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L’armonia tra testo e musica nel rock di Eros

Ciao Eros, cosa ti ha spinto a scrivere e cantare “Come un vecchio film”?
Quello che mi ha spinto è semplicemente la voglia di novità. il mio ultimo singolo risale ad
ottobre, era arrivato il momento di qualcosa di nuovo, e “Come un vecchio film” rappresenta
questo nuovo punto di partenza. A dire la verità poi la melodia di “C.U.V.F.” risale più o meno ad un anno fa, ed è stata ripresa soltanto alla fine dell’anno appena trascorso. Questo dimostra come le nostre idee non vanno mai a finire “nel secchio” anche se non messe subito in atto, bisogna solo aspettare il momento giusto.

In questo brano (ma anche nei precedenti) dai particolare importanza agli strumenti e ai loro suoni. Quanto è importante l’arrangiamento in una canzone rispetto al testo?
Secondo me lo è tanto quanto il testo. Mi spiego, l’obiettivo secondo me è sempre quello di mettere sullo stesso livello le due cose. Se non ci si riesce , bisogna compensare con l’una o l’altra cosa. Se per esempio ho un testo che secondo me non è cosi forte e incisivo e non riesco a fare di meglio, cerco di costruirgli attorno una grande musica , e viceversa.
Io ammetto di essere forse più legato alla musica piuttosto che ai testi, perché secondo me un suono ha la stessa capacità di trasmettere emozioni di una parola, quantomeno per me è così.
Sotto questo punto di vista infatti mi sento infatti più “anglo-americano” che italiano; essendo loro , per cultura probabilmente, più visti come grandi musicisti, piuttosto che come grande poeti.

Secondo te, ad oggi nel mondo della musica italiana, c’è (ed eventualmente quanto) spazio per i nuovi artisti emergenti?
Lo spazio c’è, il problema sta nel ritagliarselo e nel farsi notare. Siamo in tanti, e in tanti meritano. Posso capire che non sia facile riuscire a dare a tutti il giusto spazio. Bisogna essere bravi a muoversi, a creare la giusta rete di contatti, ad avere il giusto materiale da proporre, infine , una grande dose di “Fattore C” è indispensabile, come in tutte le cose.

Come nasce la passione per il rock?
La passione per il rock è nata con l’adolescenza. Sono sempre stato un curioso nella musica. il mio primo mito è stato Michael Jackson, poi ho scoperto gli Aerosmith e da lì tutto il panorama rock degli anni 70. È stato amore a primo ascolto e non l’ho più abbandonato. Tuttora sul telefono ho la mia prima playlist che mi feci da solo anni fa, ed è un pullulare di hard rock. Solo una volta sono riuscito a sentirla per intero e fu durante in viaggio in macchina di 6 ore. Arrivato a destinazione non sentivo neanche più il clacson della macchina. È stato fantastico.

Vasco Rossi o Luciano Ligabue?
Ammetto di non essere un grandissimo fan di nessuno dei due, anche se riconosco il loro grande successo, e comunque alcune loro canzoni le ascolto con piacere. Quelle che preferisco sono quelle dei primi anni del 2000, mi ricordano l’infanzia.

Ultimamente molti artisti stanno lanciando l’idea di concerti in streaming. Cosa ne pensi?
La vedo come una cosa bella e utile per temporeggiare in attesa di tempi migliori. Credo sarà qualcosa che non si abbandonerà del tutto neanche passata la pandemia, è comunque un modo per l’artista per fare ascolti e mantenere hype e visibilità, dall’altra parte è un modo per il fan di non soffrire troppo l’impossibilità di andare ad un concerto vero.

Con chi vorresti collaborare un domani?
Eh..bella domanda. Quello che mi piacerebbe tanto sapere è chi vorrebbe collaborare con me. Un’idea che mi stuzzicherebbe molto sarebbe quella di fare una collaborazione con un artista lontano dal mio genere, un rapper ad esempio, sarebbe una cosa molto stimolante. Alla fine la musica è una macro-famiglia che unisce migliaia di generi e sotto generi ormai. Ecco sarebbe bello ricercare quella linea sottile che li unisce tutti.

Cosa bolle nella pentola di Eros oggi e nel futuro?
Oggi di sicuro in questa pentola c’è “Come un vecchio film” pronta a spiccare il volo, mi auguro il più alto possibile. Domani non so cosa bollirà, ma sarà sicuramente qualcosa di diverso. Ragiono di giorno in giorno. Quello che sicuramente non mancherà mai sarà la voglia di stupire, ma soprattutto la voglia di stupirmi.

Alessandro Testa

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Alessandro Testa
Alessandro Testa
Classe 1984, è ingegnere e allo stesso tempo critico cinematografico e appassionato di cronaca e giornalismo. Dal 2019 collabora per StreetNews.it!
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