I Fratelli Mancuso in concerto all’Auditorium con Manzamà, Targa Tenco Album in dialetto e Premio Loano Miglior disco

Dopo aver raccolto dappertutto consensi e riconoscimenti, approda anche a Roma il nuovo spettacolo dei Fratelli Mancuso, “Manzamà”, tratto dall’omonimo album, unanimemente giudicato come il vertice della creatività dei due autori siciliani che potranno così offrire anche al pubblico romano una magnifica riprova dell’eccellenza della cultura musicale della loro terra d’origine, la Sicilia: sedimentata nella loro memoria e trasfigurata in una prospettiva globale, quell’eredità si è dilatata fino a diventare espressione di sentimenti universali grazie anche all’apporto di altri siciliani di genio come, in primo luogo, Franco Battiato che ha arrangiato le musiche per il quartetto d’archi. 

Compositori e polistrumentisti animati da una vena poetica e musicale di assoluta originalità, Enzo e Lorenzo Mancuso cantano storie intessute di idiomi e suoni antichi che, nei vortici di una continua affabulazione, ritornano incessantemente alla loro terra natìa, dove grazie alla loro arte sembrano fondersi mondi in apparenza inconciliabili. Eredi privilegiati di una tradizione che hanno trasfigurato nel prisma dei loro innumerevoli strumenti e alfieri di un canto intimo ed essenziale, a oltre dieci anni dal loro ultimo disco di inediti, i due fratelli ritornano così a tessere filati di straordinaria fattura, in mirabile equilibrio tra il filo della memoria personale e il respiro solenne della storia. Immersi in una dimensione quasi onirica, intimi e a volte sofferti quadri di vita quotidiana si aprono, con squarci di grande impatto, sulle tragedie che dilaniano il nostro presente. Culmine effettivo di una creatività fuori dal comune, Manzamà si avvale dell’apporto di altri artisti e compositori, tra i quali Aldo Giordano, Marco Betta, German Diaz, Ferruccio Spinetti, Arnaldo Vacca, Mario Arcari e Giovanni Sollima e, nel ricco libretto, dei dipinti di Beppe Stasi a corredo di canti che trasudano di esperienze vissute in prima persona, nel corso di una carriera decisamente fuori dal comune.

Nativi di Sutera, i due fratelli emigrano negli anni’70 a Londra dove, per otto anni, lavorano in fabbrica, mentre nel tempo libero, a contatto con circoli e teatri, iniziano a ricomporre i frammenti del patrimonio musicale della loro terra. Ritornati in Italia, nei primi anni ’80 si esibiscono in Germania e in Francia, per lo più in piccoli teatri. Decisivo per la loro carriera l’incontro con Joaquin Diaz, il grande etnomusicologo spagnolo, monumento vivente del folklore iberico, con il quale avviano un rapporto di collaborazione che sfocia nella pubblicazione, in Spagna prima che in Italia, dei loro primi due CD, Nesci Maria (1986) e Romances de alla y de aca (1990). Nel 1993, dopo aver dedicato un altro CD al loro paese natìo, vincono il Premio Recanati. Nel 1997 pubblicano il CD Bella Maria, e partecipano, come compositori e attori, al film Il talento di Mister Ripley di Anthony Minghella, inaugurando una collaborazione con il cinema e il teatro d’autore che dura tuttora e che ha un suo riferimento privilegiato nelle opere di Emma Dante. Nel 2013, alla 70a edizione della Mostra del cinema di Venezia, vincono il Premio Sound Track Stars e, l’anno dopo, ottengono la nomination al Globo d’Oro e al Nastro d’Argento per la colonna sonora del film Via Castellana Bandiera della regista siciliana. Da ricordare ancora, nella loro discografia, Italian Odissey, inciso nel 2000 per la Putumayo World Music Records, e distribuito in tutto il mondo, Cantu, del 2002, e il cd edito ancora una volta in Spagna, nel 2004, Trazzeri.