Google festeggia Artemisia Gentileschi

Artemisia Gentileschi è stata una delle più celebri pittrici italiane, forte, indipendente e oggi Google ne celebra l’anniversario della nascita, dedicando alla donna un doodle col suo viso.
La Gentileschi nacque a Roma 427 anni fa, l’8 luglio del 1593, ed è ricordata sia per le sue opere di stile caravaggesco, sia per la sua vita.
La pittrice era figlia d’arte: il padre, Orazio, la iniziò alla pittura e lei dipinse, a soli 17 anni, “Susanna e i vecchioni”.
Artemisia non aveva il permesso di uscire di casa, ma conobbe tante persone grazie al padre; conobbe anche Tassi, suo maestro di prospettiva e, purtroppo, suo stupratore. Nessuno credette ad Artemisia, tranne suo padre, che portó avanti una causa contro Tassi e la vinse. Prima della condanna di Tassi (cinque anni di reclusione) però, Artemisia fu sottoposta a tortura: le vennero legate le dita con una fune, fino al sanguinamento; la tortura per i pittori.
Il padre Orazio, però, secondo i costumi dell’epoca, organizzò un matrimonio riparatore per Artemisia, con un pittore fiorentino a lei sconosciuto. Il matrimonio riparatore fu l’occasione per la pittrice per trasferirsi a Firenze e lì diede prova della sua bravura. Fu la prima donna ad essere ammessa all’Accademia di Disegno di Firenze; conobbe Galileo, che la ebbe in gran stima e dipinse quadri drammatici di grande valore, come Giuditta decapita Oloferne (1614–1620, Galleria degli Uffizi, Firenze), Giuditta e la sua ancella (1625 –1627, Detroit Institute of Arts).
Artemisia Gentileschi visse in seguito tra Firenze, Roma, Venezia e l’Inghilterra, fu una donna indipendente e al servizio di molti signori. Morì nel 1653 e fu seppellita presso la Chiesa di San Giovanni Battista dei Fiorentini di Napoli.

a cura di Cinzia Di Bernardo