Giovani, lavoro e futuro uno scenario preoccupante

La categoria sociale che, probabilmente, risente più di ogni altra degli effetti negativi della pandemia, è quella dei giovani. Il tasso di disoccupazione degli under 25 è passato dal 27% (agosto 2019) al 30% (dicembre 2020). Il blocco dei licenziamenti e l’utilizzo di un ammortizzatore sociale quale la cassa integrazione, hanno comportato un blocco generalizzato delle assunzioni rendendo estremamente difficile l’ingresso nel mondo del lavoro soprattutto per i neo-laureati. Infatti a rallentare l’avvio della carriera lavorativa vi è la drastica diminuzione del numero di tirocini disponibili che è passato da 185mila a 96mila, subendo una contrazione di circa la metà. Fare progetti per il futuro diventa sempre più difficile e i sentimenti di preoccupazione in relazione all’autorealizzazione professionale sono sempre più generalizzati. La ricerca condotta da AstraRicerche nell’ambito dell’Osservatorio sulle Giovani Generazioni di Flowe (società benefit del Gruppo Bancario Mediolanum), si concentra sul modo in cui i giovani di età compresa tra i 15 e i 30 anni percepiscono e interpretano gli scenari futuri dischiusisi con la pandemia causata Covid-19.

Dalla ricerca è emerso che il sentimento di incertezza è cresciuto ed è generalizzato, ma si continua ad attribuire una grande importanza alla realizzazione professionale. Infatti il 47,9% degli intervistati considera il lavoro come un aspetto prioritario per la costruzione del proprio futuro, superiore anche alla rilevanza data ad amici (45,4%) e famiglia (44,9%). È emerso, però, un forte scoraggiamento verso il mondo del lavoro, percepito insidioso e chiuso alle proprie esigenze: 2 ragazzi su 3, infatti, affermano di trovarsi costretti ad accettare lavori non all’altezza del proprio percorso formativo (64,4%) o a trasferirsi all’estero per migliori opportunità (62,7%). Circa la metà degli intervistati (44,8%) dichiara che la situazione rispetto al mondo del lavoro è peggiorata rispetto al 2019 (per il 12,2% è, addirittura, molto peggiorata) e prevalgonoil pessimismo, (40% rispetto al 33% di ottimismo) e la paura (38,6% rispetto al 31,8% di serenità), in relazione alla crisi socio-economica. Nello specifico 1 giovane su 2 dichiara peggiorata la propria condizione e 1 su 4 è preoccupato per il proprio lavoro più di ogni altra dimensione legata al futuro e all’autorealizzazione. Il nuovo governo Draghi dovrà impegnarsi al fine di cogliere e rispondere secondo le modalità più appropriate alle necessità e ai bisogni delle nuove generazioni riprogettando il Recovery Plan in un’analisi comparata con gli altri Paesi europei.

a cura di Marianastasia Letizia