Eneide: Dido+Enea all’Anfiteatro Romano di Avella

Chi lo ha detto che i ricchi non piangono? Didone era una donna forte, astuta, ingegnosa tanto che riuscì a impadronirsi della terra dove eresse Caratagine con una pelle di toro, Didone era una regina ma Didone era pur sempre una donna.

E se c’è una cosa che la storia ci ha insegnanto è che l’amore muove il Mondo intero, scatena guerre, mette la pace, ti fa rinascere e ti fa anche morire, perchè non importa chi tu sia, una regina o una lavandaia, una chef pluristellata o una fioriaia, infermiera, saldatrice…l’amore piega chiunque!

Non parliamo di un amore non corrisposto, Enea in fondo era legato a Didone ma parliamo di un amore che “per volere del fato e degli dei” non poteva durare: come è noto Enea sarebbe diventato il capostipite della stirpe romana.

È un amore vero quello tra Enea e Didone: impetuoso e profondo come il mare che entrambi hanno attraversato da esuli. Un amore autentico e forte. E perdente: il fato sceglie altrimenti e, spogli delle corone da re, Enea e Didone restano quel che sono: un uomo e una donna.

Ed è la donna, ferita e furente, a scagliare la sua maledizione, furiosa e disperata, all’amato e alla sua stirpe. Una maledizione eterna, che dividerà per sempre Cartagine e Roma. Una maledizione autentica e inscindibile, forte e indissolubile. Come lo è solo l’odio nato da un amore spezzato:

“Se è scritto dal destino che Enea (infame) tocchi le sponde del Lazio e arrivi in porto, se Giove vuole questo, se il suo destino è questo: oh almeno sia contrastato durante i conflitti dalle armi di guerrieri valorosi e, cacciato dal paese, strappato dalle braccia del figlio, implori aiuto e veda la morte indegna dei suoi uomini e, dopo aver firmato un trattato di pace ingiusto, non si goda il regno né la luce del giorno ma muoia ancora giovane e il suo corpo resti insepolto sulla sabbia!

Questo prego, pronuncio queste ultime parole col sangue.

E infine voi, miei Cartaginesi, perseguitate la sua stirpe, tutta la sua futura discendenza con un odio che non si estinguerà mai: offrite questo dono alle mie ceneri”

Insomma parliamo di una storia passionale e appassionata che si consuma in tutta la sua ferocia senza umana pietà.

Ve la raccontiamo l’11 giugno 2022 alle ore 20.30 all’Anfiteatro Romano di Avella

Adulti €12,00 Ridotto Bambini (dai 4 ai 12 anni) 6,00 euro I posti non sono numerati

Chiama e Prenota 3270148209 *Daria prenota su www.ildemiurgo.it

Lo spettacolo fa parte del festival ” I racconti di Dioniso” III edizione