Dallo zecchino d’oro al cantautorato per utilizzare la musica come arma per trasmettere dei messaggi. Roberta Guerra è Nove

Roberta Guerra, in arte Nove, è una cantautrice ed insegnante di musica e canto. E’ nata e cresciuta a Genova anche se negli anni la musica l’ha portata a trasferirsi in diverse città: da Roma a Parma fino ad arrivare a Milano, dove attualmente vive

Sin dalla tenera età ha dimostrato di amare il mondo del canto arrivando, all’età di cinque anni, alla semifinale nazionale del 39° edizione dello Zecchino D’oro.

Nell’agosto 2018 ha scritto il brano ‘Tagliati a metà’ per supportare la sua città dopo la caduta del Ponte Morandi. A settembre 2018 è stata finalista del “BMA – Bologna Musica d’Autore”, ad aprile 2019 ha ottenuto il premio “Miglior Testo” al “Festival Discanto”, a luglio 2019 si aggiudica il premio del pubblico ed orchestra al “Festival Un Mare di Stelle” e ad ottobre 2019 è stata tra gli otto finalisti del “Premio Pierangelo Bertoli”

Ciao Nove, cosa ti ha spinto a scrivere e cantare “Vocabolario”?
Ciao! Vocabolario è stato uno sfogo. Avevo bisogno di rendere “concreti” dei pensieri quindi una sera mi sono messa sul letto, con affianco la mia tastiera, ed ho iniziato a scrivere. Quando ho finito, rileggendolo, mi sono resa conto che mi ero già data risposta a delle domande che mi stavano “tormentando” da tempo.

Per te la musica è una valvola di sfogo per trasmettere messaggi ai tuoi coetanei?
Assolutamente si. La musica è “un’arma” potentissima e infatti penso sia importante “utilizzarla” nel modo corretto.

L’amore è un tema ampiamente diffuso nella canzone italiana. Perché il tuo brano si dovrebbe contraddistinguere da tutti gli altri? Che valore aggiunto dà?
Beh… noi italiani siamo sicuramente un popolo romantico di natura e la musica diciamo che è nata come veicolo per mandare messaggi d’amore, basti pensare alle nostre canzoni “storiche”. Io, in primis, devo ammettere che sono una grande romanticona anche se nelle mie canzoni mi piace dare sempre “vita” a storie che lascino all’ascoltare la “curiosità” di capire come poi sarà andata a finire.

Come mai la scelta di questo nome d’arte?
Il numero nove è da sempre il mio preferito. Sono nata il 9/03 ed è il numero che torna sempre nella mia vita e al quale “mi affido” se devo sfidare la sorte così ho voluto che fosse parte integrante di me e quindi l’ho fatto diventare il mio nome d’arte.

Quanto la TV (mi riferisco ai talent show e ai vari programmi televisivi musicali) ha influenzato la musica italiana negli ultimi anni?
Sicuramente ha influenzato tanto agli inizi degli anni 2000. Ora penso che altri canali, i social, siano diventati un veicolo importante per ascoltare nuova musica.

Chi è l’artista che hai come riferimento musicale?
Questa è sempre una domanda difficilissima perché non ho un artista specifico o meglio, ce ne sono stati tanti che mi hanno influenzato nel corso degli anni. Da genovese e classe anni novanta sono cresciuta ascoltando in macchina, tra tutti, Gino Paoli e Matia Bazar poi, nella fase adolescenziale, ho ascoltato molto Samuele Bersani, Elisa, Laura Pausini mentre come artisti internazionali gli One Republic e Muse. Pochi anni dopo ho scoperto la black music e mi sono perdutamente innamorata di Aretha Franklin e Otis Redding. Degli artisti attuali trovo molto interessanti Jessie Reyez e La Rappresentante di Lista.

Da chi ti piacerebbe ricevere una proposta di collaborazione?
Mi piacerebbe molto lavorare anche come autrice per una major.

Progetti a breve e lungo termine?
Tra meno di un mese uscirà il mio primo Ep quindi mi sto concentrando su quello anche se non ti nego che tengo sempre un occhio puntato sul futuro quindi ho già altri progetti che però, al momento, preferisco tenere chiusi nel mio cassettino.

Alessandro Testa