Da piccoli spunti nascono canzoni. Rapha presenta il disco di debutto

E’ uscito venerdì 13 maggio 2022 “Meteore“, il disco di debutto di Rapha già anticipato dai singoli “In punta di piedi” e “Acque amare“. Una raccolta compatta ma ricca di sorprese da ascoltare tutta d’un fiato, così come le meteore vengono ammirate per pochi istanti prima di svanire nella coltre celeste. Cinque canzoni che spaziano tra l’acustico e l’elettronico, ed una poesia come sesta traccia a terminare il viaggio. Rapha si impone quindi nella nuova scena romana con un disco dalle sfumature autobiografiche in cui è impossibile non identificarsi. L’estate inizia ufficialmente così.

Rapha, al secolo Raffaele Aloisio, è un cantautore italiano cresciuto tra la periferia romana e Rocca di Neto, un piccolo paese in provincia di Crotone. Dall’età di 15 anni coltiva la sua passione per la musica con il suo amico nonché produttore, Flavio Cancellieri, in arte Adri, pubblicando i suoi primi singoli tra il 2019 e il 2020. Nel 2022 è prevista l’uscita di nuova musica con sonorità che spaziano dall’indie al pop e, in particolare, una scrittura senza tempo tra l’astratto e il concreto.

Ciao Rapha, descrivici il progetto che ha visto l’alba dell’album “Meteore”.
“Meteore” è una raccolta di piccoli spunti che sono poi diventati le canzoni dell’EP, da qui il nome del progetto.

Per te la musica è una valvola di sfogo per trasmettere messaggi ai tuoi coetanei?
Quando scrivo, solitamente, non ho un target predeterminato. Per me la musica è lo strumento che mi permette di trasmettere agli altri la mia visione dell’esistenza.

Hai mai avuto modo di vedere una meteora in diretta?
Un paio di volte mi è capitato, non sono stato molto fortunato.

Autotune: sì o no?
Se sai usarlo, assolutamente sì.

Qual è la canzone, tra quelle composte e cantate fino ad oggi, che ti rappresenta maggiormente e ti ha dato più soddisfazioni?
“Versi umili” mi rappresenta di più, ma non essendo propriamente una canzone ti dico “In punta di piedi”.

Come mai la scelta di questo nome d’arte?
Ho scelto un nome che ricordasse il mio vero nome (Raffaele).

Alessandro Testa