Covid, Sileri: “Rischio chiusura frontiere se numeri salgono” 

[CORONAVIRUS NEWS – Adnkronos]

Se si arriverà di nuovo a una chiusura delle frontiere “è una domanda alla quale non so rispondere oggi. Con i numeri attuali direi proprio di no. Il rischio però è che, se i numeri dovessero salire e divenire fuori controllo, potrà essere necessaria”. E’ la riflessione del viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, intervenuto a ‘Timeline’ su SkyTg24. In Europa, osserva, “si stanno attuando misure diverse e forse questa è un po’ particolare. Servirebbero misure similari. L’uso della mascherina, la distanza, ormai sono misure assodate”.  

Il ragionamento di Sileri parte da un’analisi della situazione a Ventimiglia, in particolare in riferimento al fatto che non verrebbero fatti controlli al confine con la Francia. “Stiamo già verificando – assicura – E’ chiaro che i controlli devono essere fatti e devono essere sicuramente più rigidi, perché non possiamo permetterci fughe o entrate del virus e quindi la creazione di nuovi focolai che potrebbero partire soprattutto da chi proviene da quelle aree dove la situazione sembra un po’ più fuori controllo, dove cioè aumenta il numero di casi di settimana in settimana senza una stabilizzazione o troppo in fretta”.  

Su Ventimiglia, prosegue, “stiamo già verificando, con l’idea di rafforzare i controlli. Perché un conto è il controllo di chi arriva mediante aereo, più difficile è farlo sulle vie di scorrimento come autostrade o stazioni. Bisogna vedere se il tampone è stato fatto o indirizzare le persone a farlo nel momento del loro arrivo. Almeno ai confini con Paesi dove è maggiore il rischio”. Ma, ribadisce, “come ho detto più volte nei giorni scorsi è necessaria una strategia europea”.  

“Questa tattica che stiamo usando oggi – puntualizza Sileri – consente di controllare il Paese più vicino con alti contagi, ma è necessaria una strategia europea in cui i controlli vengano fatti ovunque. Perché i numeri che osserviamo sono in crescita un po’ ovunque, come era anche atteso visto l’arrivo di aria più fredda che raggiungerà anche l’Italia e fa sì che il virus rialzi anche la testa”.  

E’ evidente, conclude, “che i casi salgono, e non si può fare solo una strategia Italia-Francia o Italia-Spagna, ma serve una strategia comunitaria che consenta la possibilità di movimento in sicurezza con l’uso del test sierologico, di un tampone o test salivare”.