Mani e polsi possono essere particolarmente esposti a traumi quando si pratica sport, come porvi rimedio e prevenire le fratture ce lo spiega in questa intervista il dott. Loris Pegoli, ortopedico e chirurgo del polso e della mano e patologie per lo sport, ha operato sportivi anche molto noti nel mondo del calcio ed altri sport in generale, responsabile Centro della Mano Sportiva, Istituti Clinici Zucchi, Monza, Responsabile del Servizio di Chirurgia della mano Juventus Medical a Torino, Presidente Eletto Socieltà Mondiale Medicina Sportiva ed Esercizio Fisico.
Dottore, quali sono le patologie più comuni che riguardano il polso e le mani negli sportivi?
Dipende molto dal tipo di sport che si pratica: gli sport da contatto con la palla (vedi pallavolo, pallacanestro, pallanuoto) vedono tra i traumi più frequenti quelli distorsivi a carico delle articolazioni interfalangee (le articolazioni delle dita); questi sono spesso sottovalutati: radiografie negative (ovvero che non evidenziano problematiche ossee) non necessariamente vogliono dire che tutto vada bene e non vi siano altri tipi di lesioni. Vi sono strutture delicate, quali i legamenti, che se non accompagnate nel loro recupero possono lasciare deficit funzionali importanti.
Altre discipline sportive “più aggressive” (dal rugby al motociclismo, dalle arti marziali all’equitazione) possono portare a fratture del polso e della mano. Previa doverosa sottolineatura che la guarigione in molti casi si può raggiungere anche con un trattamento conservativo (senza intervento chirurgico).
Vi sono poi sport, quali il tennis ed il golf, che a causa di movimenti ripetuti causano condizioni infiammatorie, quale l’epicondilite, o lesioni legamentose al polso.
Quando è necessario rivolgersi all’ortopedico in seguito ad una frattura, quindi, come capire se è grave o meno?
Dolore, impotenza funzionale a volte gonfiore in seguito ad un trauma, possono portare a sospettare una frattura. E’ buona regola, quale primo approccio, mettere del ghiaccio, tenere la mano più alta del gomito per cercare di diminuire il gonfiore ed immobilizzare la parte interessata. In questi casi utile eseguire una visita specialistica per quantificare la lesione.
Cosa può accadere alla mano o al polso in seguito ad una frattura non curata? È possibile recuperare il danno anche se l’osso si è calcificato male?
Una frattura non curata può portare alla cosidetta “mal consolidazione” ed a conseguenze di limitazione funzionale. In molti casi è possibile porvi rimedio, ma vi è necessità di eseguire un intervento per correggere la errata consolidazione.
Le mani e le dita sono molto delicate, quando è consigliato e quando invece è sconsigliato operarsi?
Il chirurgo ha lo scopo, quando vi riesce, di non operare nessuno. Le dita sono distretti molto piccoli e sofisticati, nei quali insieme alle ossa vi sono molte altre strutture, quali tendini, legamenti, nervi, che contribuiscono alla loro forte e sofisticata azione. A volte lo stesso tipo di lesione può avere indicazioni diverse a seconda del tipo di lavoro o sport svolga il paziente
Chi pratica sport da combattimento, quali traumi è più frequente che si verifichino?
Si è vista una importante differenza tra professionisti ed amatori. I primi sono più affetti da fratture delle ossa metacarpali, mentre i secondi più da lesioni dei legamenti e questo è dovuto alla scarsa tecnica e a volte attenzione. Sarebbe bene ricordarsi sempre di eseguire gli opportuni bendaggi prima di qualsiasi sessione di allenamento.
Lo svezzamento del post operatorio degli sportivi è diverso da quello di chi non pratica sport a livello agonistico? Quanto è importante rispettare i tempi di recupero?
Fondamentale ricordare che non possiamo accelerare i tempi di guarigione biologici, qualsiasi tecnica utilizziamo. L’atleta soprattutto di alto livello, richiede un ritorno alla sua attività più rapido: ecco che l’utilizzo di tecniche mini invasive ed il ruolo del terapista giocano una parte fondamentale nel facilitare il recupero.
Esistono alternative all’operazione chirurgica? Quali sono?
Come detto in precedenza se si può l’intervento è da evitare. Vi sono fratture composte che possono guarire anche con l’immobilizzazione in speciali tutori termoplastici confezionati dai terapisti della mano. In atleti che richiedono un recupero più rapido si può proporre un intervento che grazie a dei messi cosiddetti di sintesi, permette, sempre nel rispetto dei tempi di formazione del callo osseo, di iniziare prima la riabilitazione (grazie alla tenuta della placca) portandosi in questo modo avanti nel recupero
Gli sportivi in generale, e chi pratica sport da combattimento in particolare, possono prevenire le fratture?
L’allenamento corretto, la tecnica giusta sono un buon punto di partenza: chiaro che determinati tipi di sport, implicano nel trauma, il mezzo stesso dell’atto sportivo. Ricordiamo sempre che il corpo è una macchina stupenda ma ha dei limiti che dobbiamo imparare a conoscere e rispettare.
