Nasce in una famiglia di artisti tra cui la mamma Milly D’Abbraccio, la zia Mariangela D’Abbraccio, il nonno primo violinista del Teatro San Carlo di Napoli. Da sempre si lascia affascinare dalla musica, ho il piacere di intervistare… Brandon Dioguardi!
Come ha origine la tua passione per la musica?
In realtà l’ho sempre avuta, però il mio percorso vero e proprio nell’ambito musicale è iniziato a Londra dove sono stato dai 19 ai 22 anni, in Italia non avevo delle passioni in particolare perciò decisi di partire, soprattutto per imparare l’inglese, lavoravo nell’ambito della ristorazione. Vivendo in un ambiente internazionale mi avvicinai sempre più alla musica, scoprii questa grande passione, in particolar modo rimanevo ammaliato dagli artisti di strada, restavo fermo ad ascoltare la loro musica. Mi iscrissi così ad un’accademia di musica elettronica, col tempo poi ho sentito sempre più il bisogno di esternare anche con le parole le mie emozioni, non solo con la musica e, spronato anche da amici e parenti, ho intrapreso questo percorso cantautoriale. Tornai da Londra proprio per seguire questo cammino qui in Italia, inizialmente ho cominciato a produrre musica elettronica, quindi ero più un produttore, l’ho fatto per circa un anno e mezzo, ho anche pubblicato un ramake del brano “Parole Parole” di Mina cantata da mia mamma, dopo è iniziato il mio percorso come cantautore, il 2019 è stato l’anno in cui mi sono dedicato realmente alla musica cantautoriale, proprio nel 2019 mi sono anche iscritto ad “Area Sanremo” arrivando alla finalissima con il brano “Vertigini” che è stato il mio primo singolo di debutto come cantautore.
Quali generi musicali ti hanno influenzato maggiormente?
Sono cresciuto ascoltando hip hop e rap italiano e americano, con gli anni mi sono appassionato al pop melodico italiano, cerco oggi di fare un mix tra pop, R&B e rap.
Il 2 aprile di quest’anno è uscito il tuo nuovo singolo “A Metà”, di cosa parla?
Parla della fine di una relazione, è una riflessione sul perché la storia è finita e come. Il titolo è una metafora proprio perché tante volte in una relazione non ci accorgiamo dei limiti che ci siamo imposti, talvolta creiamo un senso di malessere per le cose che vorremmo dire ma che per paura di ferire l’altra persona magari non diciamo, nascono delle piccole barriere invisibili e rimaniamo bloccati, è quello che può accadere con le parole non dette del tutto, con le parole dette “a metà”.
Un sogno da realizzare?
Sicuramente realizzarmi nella musica, avere la possibilità di arrivare a molti con quello che ho da dire.
Cosa fai nel tempo libero?
Io lavoro nella ristorazione come barman e cameriere, cerco di investire i miei guadagni nella musica, mi autoproduco, sarebbe molto bello trovare qualcuno che creda in me quanto me stesso, che viaggi nella mia stessa direzione.
La musica è…
Vita!
Progetti futuri?
Musica e… ancora musica! Vivo la mia vita pensando alla musica costantemente, quasi al limite dell’ossessione, cosa che talvolta si pensa sia sbagliata, in realtà non credo sia una cosa negativa perché penso che chi crede fortemente di potercela fare in questo campo possa avere davvero la possibilità di riuscire, la musica è il mio obiettivo, è un percorso difficile ma proprio per questo stimolante. Ovviamente mi godo anche le altre cose della vita però mi sono imposto di non mollare mai e di continuare in questo cammino! So che non sempre chi intraprende questo cammino riesce a realizzare i propri obiettivi ma io vivo il tutto come un percorso dove non so quando e dove sarà la mia meta ma, per quanto difficile possa essere, mi godo il percorso, credo sia importante scoprire di avere una passione e perseguire un sogno per poterlo realizzare. Dopo l’estate intanto uscirà il mio terzo singolo, per tutte le novità ed aggiornamenti ci si può avvalere delle mie pagine presenti sui vari social.
L’intervista volge al termine.
Un viaggio dunque che conduce piacevolmente verso la realizzazione dei propri sogni! Tanti splendidi obiettivi fatti di “musica e… ancora musica”!
a cura di Saporito Margherita
