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ANGELINA, PRINCIPESSA DI SANREMO. Si chiude la 74ma edizione del festival. La Mango vince sul popolarissimo Geolier.

Tra migliaia di meme, post e altri contributi social, si chiude a notte inoltrata l’edizione più seguita del festival di Sanremo. A spuntarla è la giovane Angelina Mango, figlia d’arte, cantante pop. Al suo fianco, nelle fasi finali della kermesse, la rivelazione Geolier, mattatore nel televoto ma non favorito da stampa e radio.  Novità di questa 74ma edizione, appunto, è stata l’eliminazione della giuria demoscopica e della costituzione di quella delle radio, selezionate secondo criteri di rappresentanza del territorio italiano, a condizione che fossero Fm e non solo web. E oltre a meme e trend topic sui social, la storia fantastica di questo Sanremo 2024 racconta di memorabili momenti televisivi, frammenti divertenti, ma anche spiacevoli “inconvenienti” come un ballo comico e qualche fischio di troppo. Cinque serate indimenticabili, con protagonisti eccellenti, come Giovanni Allevi, Gigi D’Agostino, Russel e John, ognuno con la sua storia e la sua presenza, talvolta commovente, altre volte leggerissima.

Il rapper italiano e napoletano Emanuele Palumbo, al secolo Geolier, si è messo in mostra da subito: leader nelle classifiche della “mezza serata” e di quella dei duetti, ha registrato i consensi del televoto con cifre che nemmeno il direttore artistico Amadeus avrebbe mai immaginato, tant’è che durante la serata finale ha comunicato che un tale flusso di adesioni rischiava di mandare in tilt il sistema. 60 percento: su 100 persone che votavano telefonicamente l’artista preferito, 60 erano per Geolier. Poi la stampa ha scelto un altro artista, idem e la radio e così Angelina, la ragazzina del Sud, protagonista di altri contest televisivi dedicati a personaggi in cerca di gloria, ha conquistato il gradino più alto del podio. Medaglia di bronzo per Annalisa. Francamente, il podio era prevedibile già qualche mese fa, quando anche i bookmakers avevano stabilito quote molto basse per i tre e coefficienti ben più elevati per tutti gli altri. Q

ualche dubbio sulla funzionalità delle tre giurie era stato mosso già nei primi giorni, per diversi motivi. Ad oggi, con l’eliminazione della giuria demoscopica, si rischia di “non tener conto” di un notevole numero di contatti, rischiando così di appiattire la competizione. Geolier, infatti, ha ottenuto risultati strabilianti con il televoto, mentre radio e giornali hanno optato per qualcosa di totalmente diverso e convogliando, nell’ultima votazione, tutte le risorse sull’artista marateota. “La noia” è indubbiamente un brano che comanderà le classifiche per qualche settimana, giusto in tempo per consentire all’artista di creare qualcosa di nuovo. Angelina Mango poi ha quel cognome che vale tantissimo e finora ha dimostrato di essere in grado di sostenerlo.

 Il Festival è comunque cambiato. La musica si è trasformata in stili e generi nettamente diversi dalla old school degli anni ’50 e ’70: oggi, tra rap, pop e un po’ di elettronica (ingombrante), il profilo mainstream assume tutt’altro significato: se dapprima l’underground urbano, il pop-punk e la trap erano qualcosa di relegato ad un contesto, una nicchia, oggi il classico teorico musicofilo e pertanto le valutazioni, le influenze di voto e gli stessi votanti fanno un passo indietro… o forse dovrebbero, invece di riempire di fischi la cattedrale della musica italiana. Cosa resterà di questo Festival non ci è dato sapere. Gli artisti, tutti, che si sono esibiti sul palco dei Sanremo, hanno già in programmazione tappe e tour in giro per il mondo, poi c’è l’Eurovision song contest e anche in quel caso ci toccherà seguire attentamente ogni singola performance.

Nel frattempo, però, andrebbe proposto un esame di coscienza a quanti hanno deciso che essere napoletano doveva rappresentare un handicap (tra il pubblico dell’Ariston, ma anche in terra di Partenope) o, ancora, che non fosse opportuno accogliere le innovazioni in un panorama musicale che non si racchiude più nello stucchevole tecnicismo e nella nozione da manuale. Questa è un’epoca di sperimentazione, di voglia di evadere, di cambiamento: quello che è stato, resta e nessuno può cancellarlo via così, con un colpo di autotune. Per il futuro, però, sarebbe il caso di evitare di ergersi a “paladini del tradizionale” e contrastare qualsiasi innovazione. Altro invito alla riflessione è pacificamente rivolto a quanti fanno informazione su larga scala: se un artista arriva primo e vince grazie al pubblico, non ha rubato niente a nessuno. Magari, la prossima volta, per limitare i fischi, le teorie complottiste, il malumore, basterà spendere qualche centesimo e votare, come hanno fatto milioni di persone. Oppure cambiare canale, o ancora meglio, uscire a fare una bella passeggiata, godere dell’aria aperta, rigenerare animo e corpo, senza cercare, inutilmente, di imporre un proprio punto di vista a chi non l’ha nemmeno richiesto.

Ora ci si gode i successi e , opportunamente, si potrà andare a letto prima.

A cura di Clemente Scafuro  –  immagini dal web

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Testa a testa tra Annalisa e Mahmood. “Sinceramente” e “Tuta Gold” sono i due brani in gara al Festival che si stanno contendendo la posizione Nº 1 nella classifica EarOne Airplay Sanremo

A poche ore dalla finale di Sanremo 2024 sono due i brani a contendersi la posizione N. 1 nella classifica EarOne Airplay Sanremo. “Sinceramente” di Annalisa e “Tuta Gold” di Mahmood sono distanziati di pochissimo e si alternano al comando della speciale classifica real time.  “Sinceramente” di Annalisa, nella sola giornata di ieri, ha ottenuto 371 passaggi su 118 radio, totalizzando 11milioni e 947 mila ascolti. “Tuta Gold” di Mahmood, sempre ieri, è stata trasmessa da 107 emittenti, totalizzando 303 passaggi con 12 milioni e 635 mila ascolti.

In ascesa i The Kolors e Angelina Mango. “Un ragazzo una ragazza” (al momento al terzo posto) ha ottenuto ieri 329 passaggi su 116 radio con 13 milioni e 266 mila ascolti, mentre “La noia” (quarto posto) ha totalizzato 356 passaggi su 115 radio, ottenendo 13 milioni e 488 mila ascolti. Ottime prestazioni per Emma con “Apnea” (quinto posto) e Geolier con “I p’ me, Tu p’ te” (sesto posto). I loro brani ieri hanno ottenuto, rispettivamente, 10 milioni e 756 mila ascolti e 9 milioni e 508 mila ascolti.

Completano la top 10 i Negramaro con “Ricominciamo tutto” (settimo posto), Mr.Rain con “Due altalene” (ottavo posto), Alessandra Amoroso con “Fino a qui” (nono posto) e Loredana Bertè con “Pazza” (decimo posto).

Le altre posizioni della classifica EarOne Airplay Sanremo sono occupate da: Ghali con “Casa mia” (11°), Rose Villain con “Click Boom!” (12°), Diodato con “Ti muovi” (13°), Irama con “Tu no” (14°), Alfa con “Vai!” (15°), Dargen D’Amico con “Onda alta” (16°), Gazzelle con “Tutto qui” (17°), Fiorella Mannoia con “Mariposa” (18°), Renga Nek con “Pazzo di te” (19°), Ricchi e Poveri con “Ma non tutta la vita” (20°), Santi Francesi con “L’amore in bocca” (21°), Maninni con “Spettacolare” (22°), Clara con “Diamanti grezzi” (23°), BNKR44 con “Governo Punk” (24°), Fred De Palma con “Il cielo non ci vuole” (25°), Il Volo con “Capolavoro” (26°), Sangiovanni con “Finiscimi” (27°), Bigmama con “La rabbia non ti basta” (28°), La Sad con “Autodistruttivo” (29°) e Il Tre con “Fragili” (30°). La classifica è in continua evoluzione.

LA CLASSIFICA SUL SITO, SULLE APP E SUI DISPOSITIVI ALEXA

I dati aggiornati in tempo reale sono disponibili gratuitamente sul portale earone.it e possono anche essere visualizzati su tutti i dispositivi mobili (scaricando l’App) e sui dispositivi Amazon Alexa (installando l’apposita skill).

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La Federico II tra i quattro vincitori della Fujitsu Quantum Challenge.

Alla Federico II il premio Fujitsu Quantum Simulator Challenge. Quattro le squadre vincitrici, quello federiciano è l’unico team accademico ad essere stato premiato. Il gruppo di ricerca che si è aggiudicato il prestigioso riconoscimento è del professore Giovanni Acampora, composto da Roberto Schiattarella e Autilia Vitiello del Dipartimento di Fisica “Ettore Pancini” dell’Ateneo napoletano.

Tema del progetto vincitore: l’uso dell’intelligenza artificiale e dei computer quantistici per progettare e realizzare le città intelligenti del futuro.

La Fujitsu Quantum Simulator Challenge è una competizione globale in cui la multinazionale giapponese ha invitato membri dell’industria e del mondo accademico a usare e testare un simulatore quantistico ad alte prestazioni nella risoluzione di problemi complessi e nello sviluppo di applicazioni innovative.

In quest’ambito i ricercatori napoletani sono riusciti nell’impresa di progettare e implementare il primo algoritmo quantistico in grado di monitorare e controllare diversi aspetti di una smart city come, ad esempio, gli impianti semaforici e gli impianti di climatizzazione, in maniera efficiente e interpretabile, realizzando una delle prime applicazioni pratiche e ad alto impatto sociale della computazione quantistica. Questa impresa assume un significato ancora più rilevante considerando il contesto attuale dei calcolatori quantistici, che si trovano ancora in uno stato embrionale di sviluppo.

E, in un panorama dove la computazione quantistica è in fase di esplorazione e sperimentazione, il risultato dei ricercatori napoletani emerge come una vera e propria avanguardia, indicando chiaramente la leadership dell’Ateneo federiciano nella creazione e nell’applicazione pratica di algoritmi quantistici per l’intelligenza artificiale.

“Il risultato raggiunto è una ulteriore dimostrazione della eccellenza raggiunta dalle aree della fisica, dell’ingegneria e dell’informatica del nostro ateneo nello sviluppo delle tecnologie quantistiche nel contesto della computazione, della comunicazione e dello sviluppo hardware, e pone Federico II in una posizione di primo piano rispetto alle future strategie di sviluppo governative, nazionali e regionali, che saranno lanciate nell’ambito delle quantum technologies,” commenta il professore Acampora.

L’algoritmo quantistico della Federico II è stato implementato utilizzando il simulatore quantistico di Fujitsu, e gli esperimenti hanno richiesto circa 1500 ore di computazione. Il team della Federico II ha sfidato 43 gruppi di ricerca internazionali, suddivisi tra startup e istituzioni accademiche, provenienti da 17 paesi diversi. Tra questi, 20 gruppi hanno superato il primo processo di selezione in cui Fujitsu ha valutato i casi d’uso dei candidati in relazione alla loro innovatività e al modo in cui hanno sfruttato le capacità computazionali del simulatore quantistico. I partecipanti hanno trascorso in totale circa 56000 ore utilizzando il simulatore quantistico durante la sfida e hanno creato diversi casi d’uso che vanno dai risultati della ricerca di base, tra cui la tecnologia di correzione degli errori, allo sviluppo di algoritmi che contribuiscono a risolvere i problemi della società. Dopo la fase operativa, le squadre partecipanti hanno presentato una relazione sui risultati della loro ricerca e, sulla base di questi risultati, il comitato di premiazione composto da 13 membri, tra cui i ricercatori del Fujitsu Quantum Laboratory, ha individuato quattro squadre vincitrici, tra cui l’Università degli Studi di Napoli Federico II, unico gruppo accademico ad essere stato premiato.

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QUANTO L’ AMI? DILLO CON UNA TORTA

Per San Valentino il Bakery chef Fabio Tuccillo propone una versione super-romantica della Hidden Message Cake, già virale sui social, e altre deliziose specialità

Tanto amore, passione e promesse sussurrate, da scambiarsi occhi negli occhi: il giorno degli innamorati non può non essere celebrato e quale modo migliore per farlo se non con un dolce pensiero, che sia anche unico ed originale?

Ci ha pensato il Bakery chef Fabio Tuccillo, che ha ideato, per il 14 febbraio, San Valentino, una speciale Hidden Message Cake, una torta molto particolare, che oltre ad essere bella nell’aspetto e buonissima nel gusto, contiene anche un messaggio “segreto”, pensato per colpire dritto al cuore il nostro grande amore. Ingredienti semplici, ma di alta qualità e super golosi, che incontrano i gusti di un vasto pubblico: una soffice base di Pan di Spagna, farcita con crema chantilly e crema al cioccolato e nocciole. La particolarità è nel “pull-up”, una linguetta che, nella parte superiore, lascia scoprire la frase “Io e te, tutto tutto”, perché in due si è in grado di affrontare davvero ogni cosa, nel bene e nel male.

Questa specialissima torta, richiestissima e che già spopola sui social, potrà essere ordinata e acquistata presso la Tuccillo Bakery, insieme alle altre delizie pensate dal Bakery chef Tuccillo per l’occasione.

Per gli amanti del cioccolato, infatti, c’è anche il Cuore, realizzato in finissimo cioccolato al latte. Uno scrigno che contiene a sua volta deliziosi cioccolatini artigianali, in tanti gusti, come ganache al pistacchio, al gianduia, alla nocciola e al rum.

Ideale per un dolce e romantico risveglio è, poi, la Box Colazione, San Valentino special edition. Al suo interno tante fragranti creazioni, must del Bakery chef: mini-croissant, Sfogliatella frolla, tipica napoletana, soffici pancake, due golose creme spalmabili, un cremino, un cuore di cioccolato al latte ripieno e le chiacchiere di Carnevale. A completare la box, gli immancabili mini-muffin gusto red velvet, ricoperti di cuoricini di zucchero in superficie.

Regalare (e regalarsi) dolcezza il giorno degli innamorati non è mai scontato, soprattutto se in grado di scaldare il cuore e far vibrare il palato, come le creazioni artigianali di qualità di Fabio Tuccillo.

www.tuccillobakery.it

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È morto Seiji Ozawa, uno dei più grandi direttori del XX secolo.

La bacchetta del Sol levante aveva 88 anni.

Quest’oggi la Seiji Ozawa International Academy Switzerland ha rilasciato il triste comunicato, a confermare il decesso del suo presidente, nonché fondatore, avvenuto a Tokyo lo scorso martedì, 6 febbraio 2024. Per il venerando Maestro sarebbe stata fatale un’insufficienza cardiaca. I funerali sono stati celebrati in forma privata alla presenza di alcuni suoi congiunti ma nei giorni successivi verranno comunicate le molteplici iniziative in memoriam che avranno luogo in Giappone e in tutto il mondo.

Nativo della Manciuria, al tempo ancora sotto il dominio del Giappone, Ozawa entrò in contatto con il mondo della direzione d’orchestra a seguito della deformazione di due dita della mano causata da un infortunio durante una partita di rubgy, per cui dovette abbandonare lo studio del pianoforte. Presto riuscì ad affermarsi nel suo Paese, per poi vincere concorsi su concorsi che gli permisero di visitare l’Europa e di diventare l’unico direttore d’orchestra ad aver studiato sia sotto Herbert von Karajan che sotto Leonard Bernstein.

Molti gli incarichi memorabili negli Stati Uniti, a partire dall’assistenza allo stesso Maestro Bernstein alla New York Philarmonic nel 1961 per arrivare al suo principale “biglietto da visita”, i 29 anni a capo della Boston Symphony Orchestra, dal 1973 al 2002, che gli sarebbero valsi la consacrazione della carriera in America e nel mondo.

Nel 1992 fondò in Giappone il Saito Kinen Festival Matsumoto e dieci anni dopo diresse al Musikveiren di Vienna il tradizionale Concerto di Capodanno (ad oggi, l’unico giapponese ad averlo fatto). Dal 2002 al 2010 fu Direttore Musicale alla Wiener Staatsoper, succedendo a Claudio Abbado. Nel Belpaese tenne molte produzioni e concerti alla Scala, in cui debuttò nel 1980 con una “Tosca” insieme a Luciano Pavarotti e Raina Kabaivanska, calcando anche i palcoscenici del Maggio Musicale Fiorentino.

Nel 2010 gli venne diagnosticato un tumore all’esofago, che lo portò ad allontanarsi dai podi oltre che a perdere circa 17 chili di peso in un anno. Riprese a fatica per tutti gli anni ’10. La sua ultima performance è stata nel febbraio dello scorso anno. Ozawa ha diretto la sua Saito Kinen Orchestra nell’esecuzione dell’Overture “Egmont” di Beethoven, che è stata trasmessa in diretta alla stazione spaziale internazionale e all’austronauta giapponese in missione Koichi Wakata. Il Maestro era seduto sulla sedia a rotelle con tanto di copertina sulle gambe, visibilmente commosso, col volto usurato dal vecchiaia e dalle scorie della malattia, ma con il gesto e la proverbiale vivacità che continuavano a leggersi negli occhi e nelle mani e che continueranno a vivere nella musica del nostro tempo.

A cura di Giuseppe Scafuro – immagine copertina: www.deccaclassics.com – immagine corpo dell’articolo: www.classicfm.com .

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“Il Pipistrello” vola in alto… Antonio Manganiello!

E’ amatissimo, seguitissimo, la sua professionalità sposa un’umiltà innata e così “Il Pipistrello” vola in alto!

Giorni a tenerlo d’occhio ed ecco la mia intervista ad Antonio Manganiello!

Ormai sono circa cinque anni e mezzo che conduci “Il Pipistrello”, una trasmissione in onda dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 9 su “Radio Kiss Kiss Napoli” e visibile sul canale 76 del digitale terrestre. Un programma che giorno dopo giorno coinvolge una fascia di pubblico sempre maggiore. Ti aspettavi tutto questo successo?

Inizialmente no, dopo un periodo in cui ero in un duo, sono ritornato da solista radiofonico quale ero già in passato, mi aspettavo dei buoni risultati ma non così eccezionali come quelli degli ultimi tempi. Dagli ultimi dati di ascolto, infatti, risulta che 540000 ascoltatori al giorno seguono “Il Pipistrello”, il dato più alto da quando esiste “Radio Kiss Kiss Napoli”, merito senza dubbio di tutta la squadra che lavora lì.

Il pubblico ha modo di interagire con te, ti segue, ti apprezza, lo dimostrano anche le numerose visualizzazioni ai tuoi post, il gran seguito di persone alle tue pagine social e le molteplici presenze ai tuoi spettacoli “live”. Cosa ama così tanto secondo te la gente di Antonio Manganiello?

La genuinità, la semplicità, l’umiltà non montata, un’umiltà innata da sempre. Anche alla radio racconto la vita vissuta da Antonio, parlo della mia famiglia, di mia moglie, dei miei figli, sono una sorta di speaker della porta accanto. Amo anche molto le foto con il mio pubblico, a volte rischio di fare tardi agli altri eventi che mi attendono per poter fare le foto con tutte le persone che le chiedono, per me la prima cosa è il pubblico, è giusto dare soddisfazione al pubblico che mi segue e che devo ringraziare. Al di là della parte artistica, la gente apprezza di me anche quella umana, ha sempre percepito la mia umiltà, adesso diciamo che è consacrata.

Tanti i personaggi interpretati da te durante questi anni, alcuni di essi diventati davvero familiari come il famoso “Mastaniello”. Come nascono? A quale di essi sei più legato?

Mastaniello è uno di quelli a cui sono maggiormente legato perché all’epoca è stato  una scoperta clamorosa, non mi aspettavo l’immenso riscontro di questo personaggio, nacque quasi per gioco, anzi potrei dire che talvolta i personaggi non studiati hanno avuto un riscontro maggiore rispetto a quelli studiati. Non faccio Mastaniello da un paio d’anni ma è ancora molto gradito. Mi balza alla mente una massima di Renzo Arbore nel quale diceva di voler chiudere il programma “Indietro tutta”proprio all’apice del gradimento in modo che la gente lo ricordasse così, che non stancasse il pubblico. Lo stesso ho pensato di fare io con Mastaniello, a cui sono sì molto legato, ma sono legato anche ad altri interpretati, ora diciamo che Mastaniello è andato in pensione dando spazio appunto ad altri personaggi. Adesso c’è il corriere Bartolino, simile a lui, che consegna i pacchi. Telefoniamo la persona che lo attende sapendo ciò che sta per ricevere grazie a chi intende fare lo scherzo, la persona chiamata magari realmente scende, diventa tutto molto credibile e divertente. Bartolino è un po’ un’evoluzione quindi di Mastaniello. Poi c’è Alfonso legato agli anni ’80, Mago Genny che cerca invece di indovinare il futuro trovando già le risposte dalla stessa persona che lo consulta a cui fa le domande. Sono tutti personaggi che nascono dalla realtà con la parodia di ognuno di loro.

Ce ne saranno altri?

Ce ne saranno molti altri, almeno 7 o 8, legati a ciò che abbiamo vissuto negli ultimi due anni, per esempio ci sarà il virologo.  Personaggi che faranno parte prossimamente di uno spettacolo teatrale che riguarderà questo periodo partendo dalla pandemia, sarà un cabaret più impegnativo.

“Passione, costanza, sacrificio sono alla base di un percorso per ottenere dei risultati”.

Ecco una tua citazione. Un connubio perfetto che consente di non scoraggiarsi neppure davanti agli ostacoli che talvolta possono presentarsi?

Perseveranza, costanza, impegno, sacrificio sono fondamentali. Io sono un papà e dico sempre ai miei figli di prendere  esempio da come io continuo ad impegnarmi, ad avere costanza, proprio come fa una goccia su una roccia che pian piano riesce finalmente a creare un foro. A volte per raggiungere i propri obiettivi non basta solo la bravura, si può procedere meglio con tanta volontà a cui va aggiunto il talento.

Ho visto una tua storia Instagram in questi giorni. Un copione con impresso “Antonio Manganiello Show”- Opera di cabaret di Antonio Manganiello . Nella storia si leggeva la scritta “Work in progress”.

Mi hai già accennato qualcosa… Ma cosa bolle esattamente in pentola?

Esattamente l’opera è finita, l’opera è pronta. La stiamo registrando alla SIAE. Non so quando precisamente, probabilmente a fine anno,  ma la metteremo in scena in vari teatri.

Altri progetti futuri?

Ce ne sono alcuni che non c’entrano con l’arte, mi sto procurando un “piano B”.

Sto per realizzare un desiderio mio e in particolare di mia mamma.

Vorrei terminare con un’altra tua emblematica citazione a cui vorrei tu aggiungessi un pensiero…  “La radio, il teatro della mente”.

La radio è il teatro della mente. La ascolti, non la vedi e chi la fa ti deve coinvolgere e far immaginare ciò che sta dicendo.

Bene, le domande sono terminate, vuoi aggiungere qualcosa?

Un ringraziamento per questa intervista che arriva al momento giusto, al momento opportuno, come quando penso magari di aver fatto tutto e poi la passione mi porta a fare altre cose che non immaginavo di poter fare,  e proprio sulla base di ciò vorrei dire: “Ragazzi non mollate! Non mollate, come fa Margherita con me che quando mi deve intervistare mi manda 10 messaggi per l’intervista!”. (Ride)

Come poter terminare diversamente se non con una bella risata?

E di sicuro Antonio sarà pronto a suscitarne tante altre nel suo pubblico!

E così “Il Pipistrello” vola in alto… Sempre più su!

Un pipistrello che non teme la luce e al sorgere del sole accompagna verso il nuovo giorno, perché possa iniziare con un sorriso…

Pagina Ufficiale Facebook – Antonio Manganiello: https://www.facebook.com/antoniomanganiellofficial

                                                                                  a cura di Saporito Margherita

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Il 9 febbraio alle 17:00 inizieranno i festeggiamenti per il Capodanno Cinese a Napoli 2024

Dagli studi di Napoli di AudioLive FM l’Associazione Culturale Ciao Cina trasmetterà i festeggiamenti per il nuovo anno, l’Anno del Drago: in Cina, il Drago è il segno dell’Imperatore cinese o l’elemento maschile Yang. Il Drago è il simbolo del potere e della ricchezza e secondo la tradizione le persone nate nell’anno del Drago hanno un naturale carisma e sono sicuramente dotate di potenza e fortuna.

La Danza del Leone dell’Accademia Hak Fu Jow, gli inni italiano e cinese eseguiti dall’Associazione Mastro Masiello Mandolino, i balli degli studenti della scuola italo-cinese ZhongYi, gli studenti del Conservatorio di Napoli San Pietro a Majella, la danza del drago dell’Accademia Wu Xing Gong Fu e gli studenti del Liceo Statale E. Pascal di Pompei si avvicenderanno dalle 17:00 del 9 febbraio (la mezzanotte del primo giorno del nuovo anno a Pechino) per augurare a tutti un anno di gioia e prosperità.

Non mancheranno ovviamente i saluti istituzionali del Comune di Napoli che patrocina l’evento, nella persona dell’Assessore al Turismo e alle Attività Produttive Teresa Armato.

Il Capodanno Cinese a Napoli è una celebrazione che anno dopo anno ha visto una sempre crescente partecipazione da parte del pubblico campano e non solo, che ha espresso interesse ed affetto verso questo importante evento sia presenziando in Piazza del Gesù, sia durante i duri mesi del lockdown con un record di visualizzazioni della trasmissione in streaming: oltre duecentomila visualizzazioni, in gran parte dalla Cina, sia negli anni successivi in presenza al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che registra sempre picchi di visitatori nella giornata dedicata al Capodanno Cinese, soprattutto da parte di studenti provenienti da tutta Italia.

Il Capodanno Cinese a Napoli 2024 sarà visibile sul sito ufficiale dell’evento, www.capodannocineseanapoli.it, sulla pagina Facebook ufficiale fb.com/capodannocinesenapoli e sul canale YouTube della testata Livenet News https://www.youtube.com/watch?v=iDDYyJABBCU .

L’appuntamento è per le 16:45 per festeggiare insieme l’arrivo dell’Anno del Drago.

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22 brani in gara alla 74° edizione del Festival di Sanremo entrano nella top 100 della classifica EarOne airplay radio. Lo scorso anno erano stati 17

È già effetto Sanremo nella classifica EarOne airplay radio di questa settimana. Ventidue brani in gara al Festival sono già entrati nella top 100, lo scorso anno erano stati 17. Al primo posto si conferma “Lil Boo Thang” di Paul Russell che precede “Yes, and?” di Ariana Grande (+11). Terzo posto per “Tokyo” di Gaia (-1). Completano la top 10 “Houdini” di Dua Lipa (quarto posto, -1), “I Believe in Love Again” di Peggy Gou e Lenny Kravitz (quinto posto, +1), “Is It Over Now? (Taylor’s Version)” di Taylor Swift (sesto posto, +2), “Greedy” di Tate McRae (settimo posto, +2), “All Night Long” di Kungs X David Guetta X Izzy Bizu (ottavo posto, +15), “Una cosa bene” degli Articolo 31 feat. Coma_Cose (nono posto, -4) e “Terra bruciata” di Coez e Frah Quintale (decimo posto, -6).

Tutte sanremesi le tre più alte nuove entrate della settimana: “Sinceramente” di Annalisa (posizione 38), “Un ragazzo una ragazza” dei The Kolors (posizione 39) e “La noia” di Angelina Mango (posizione 40). Oltre a questi tre ci sono altri 19 brani in gara al Festival della Canzone Italiana che sono entrati nella top 100 di questa settimana. Sono “Tuta gold” di Mahmood (posizione 45), “Apnea” di Emma (posizione 50), “Ricominciamo tutto” dei Negramaro (posizione 51), “I p’ me, tu p’ te” di Geolier (posizione 56), “Due altalene” di Mr.Rain (posizione 58), “Fino a qui” di Alessandra Amoroso (posizione 64), “Pazza” di Loredana Bertè (posizione 66), “Onda alta” di Dargen D’amico (posizione 67), “Click Boom!” di Rose Villain (posizione 71), “Casa mia” di Ghali (posizione 73), “Ti muovi” di Diodato (posizione 74), “Vai!” di Alfa (posizione 77), “Tu no” di Irama (posizione 80), “Mariposa” di Fiorella Mannoia (posizione 81), “Ma non tutta la vita” dei Ricchi e Poveri (posizione 86), “Pazzo di te” di Renga e Nek (posizione 87), “Tutto qui” di Gazzelle (posizione 91), “L’amore in bocca” dei Santi Francesi (posizione 97) e “Il cielo non ci vuole” di Fred De Palma (posizione 100).

La classifica EarOne airplay italiana vede nelle prime tre posizioni “Tokyo” di Gaia, “Una cosa bene” degli Articolo 31 feat. Coma_Cose (+1) e “Terra bruciata” di Coez e Frah Quintale (-1).

Primo posto confermato per “I Believe In Love Again” di Peggy Gou e Lenny Kravitz nella classifica EarOne airplay dance. Il brano precede “All Night Long” di Kungs X David Guetta X Izzy Bizu (+1). Terzo posto per “Mwaki” di Zerb & Sofiya Nzau (-1).

Nessuna novità nei primi due posti della classifica EarOne airplay urban con “Soli a Milano” dei Club Dogo feat. Elodie che precede “Lovin On Me” di Jack Harlow. Nuova entrata, direttamente in terza posizione, “I p’ me, tu p’ te” di Geolier.

Rimane come la scorsa settimana la top 3 della classifica EarOne airplay rock: “Avalanche” dei Thirty Seconds To Mars, “Fell In Love” dei Blink-182, “Mess It Up” dei The Rolling Stones.

“Bubalu” di Feid e Rema (+2) torna al comando della classifica EarOne airplay latin. Perde una posizione e scivola al secondo posto “La Falda” di Mike Towers. Terzo posto per “Faldas y Gistros” di Justin Quiles, Anitta e Lenny Tavarez (+2).

Biagio Antonacci con “A cena con gli dei” (+1) si porta al primo posto della classifica EarOne airplay tv. Secondo e terzo posto per “Solo mai” di Paola & Chiara (+1) e “Cocktail d’amore” di Mahmood (+1).

“I Believe In Love Again” di Peggy Gou e Lenny Kravitz precede “Mwaki” di Zerb & Sofiya Nzau (+1) nella classifica EarOne airplay radio indipendenti. Terzo posto per “Giro con te” di Calcutta (-1).

Nelle prime tre posizioni della classifica EarOne airplay TV indipendenti troviamo questa settimana “Occhi lucidi” di Ultimo (+1), “Giro con te” di Calcutta (-1) e “Mwaki” di Zerb & Sofiya Nzau.

Settimana #6 (dal 02-02-2024 al 08-02-2024)

LA CLASSIFICA EARONE SANREMO AIRPLAY 2024 SUL SITO, SULLE APP E SUI DISPOSITIVI ALEXA

I dati aggiornati in tempo reale sui brani in gara al Festival di Sanremo sono disponibili gratuitamente sul portale earone.it e possono anche essere visualizzati su tutti i dispositivi mobili (scaricando l’App) e sui dispositivi Amazon Alexa (installando l’apposita skill).

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Diario di avventure, finestre sulla Terra. Jardin. Encantada y su Cueva del Esplendor

Dormì tutta la durata del volo di rientro a Medellin, a La Ceja sognando già il prossimo viaggio, magari in montagna, nell’entroterra antiocheno. Scrosciava l’acqua, scivolando lungo tutto il veicolo. La discesa dall’aereo fu più lenta del solito, dovevamo aspettare gli ombrelli per non bagnarci fino a dentro la Terminal. Raggiungemmo casa e crollammo dal sonno.

I giorni successivi passarono tranquilli a La Ceja, tra lavoro, un pochino di palestra e qualche uscita divertente nei dintorni. Conobbi un locale dove facevano anche pizza e dove si poteva giocare con differenti giochi da tavola che ti davano loro. Così un martedì, finito di lavorare, andammo lì, ordinammo una pizza abbastanza grande, metà con il pollo e funghi, e l’altra metà con carne triturata e salsa barbacoa e due spremute di frutta. Ci portarono un gioco che consisteva in una cassetta di legno con pitturato uno scarafaggio o qualcosa del genere e quattro dadi. Ognuno doveva lanciare i dadi durante il proprio turno e contavano solamente il numero 1, il 2, ed il 3. Questi numeri ti permetteva di inserire il tuo colore dentro dei buchi presenti lungo il profilo dell’animaletto disegnato e, se fosse uscito lo stesso numero nel quattro dadi, avresti preso i soldi che, nel frattempo ogni giocatore doveva mettere se non uscivano i numeri. Fu divertentissimo. Giocammo fino a tardi, tra una porzione di pizza e l’altra. Vinsi, e nel frattempo parlavamo del prossimo viaggio. Saremmo andati in macchina in un paesino chiamato Jardin, un comune nel dipartimento di Antioquia, abitato da più o meno 14 mila persone, incastonato nelle montagne verdi colombiane.

Cinque ora circa di guida ci separavano da Jardin così, in prima mattinata del venerdì ci mettemmo in marcia. Le strade qui, o per lo meno la maggior parte sono piene di curve data la geografia del territorio di Colombia, non avevamo fretta così pian piano ci lasciammo scorrere tra le sue curve mozzafiato, fra dirupi improvvisi, alte cime a punta ed avamposti di casette per la via. In uno di quest’ultimi ci fermammo per mangiare della carne alla brace, era deliziosa e, dopo un caffè, riprendemmo il cammino verso Jardin. Fuori fluiva il paesaggio, la vegetazione rigogliosa non deturpata fortunatamente dal tocco dell’uomo. Eravamo diretti ad un appartamento che avevamo prenotato su Booking. Entrammo a Jardin già tramontando il sole. Alle nostre spalle, infatti, il cielo si tingeva di porpora e sfumava in infinite ed indecifrabili gradazioni di arancioni e celesti. Era magia. Parcheggiammo e già era notte. Prendemmo le chiavi di casa, giusto il tempo di passare per il bagno ed eravamo giù in strada ad esplorare e conoscere l’ambiente. Che festa!

Persone al galoppo passavano per strade montando sui loro cavalli di razza e senza sella, vestiti di tutto punto, camicia bianca ben stirata, blu jeans attillati, cordino al colletto e cappello da cavallerizzi. La chiesa spigolosa e grigiastra si ergeva nel centro della piazza principale, dove alcuni alberi la addobbavano a dovere. Per ogni via, casette colorate di bianco, blu, giallo, rosso, sbucano dagli angoli e sui cigli dei piccoli marciapiedi. Sono piccole, al massimo di due piani, trasmettono allegria e tanta familiarità. Ci sediamo in uno dei tavolini sparsi per la piazzetta, vari stand cucinano differenti pietanze di street food tipico colombiano. Arepa con Queso, Empanadillas, Papas Rellenas, Salchipapas, Arepas con de todo, e molti altri cibi squisiti. Ne chiediamo un paio da condividere, insieme a mezzo litro di Rum e mezzo litro di Aguardiente tappo verde, quella che sa di più di anice e una Sprite per “passare” il tutto, per digerire più che altro. La musica è alta, e risuona mischiata al rumore sordo degli zoccoli dei cavalli che forti sbattono sulla strada fatta di sampietrini e rocce. Da un lato suona musica da discoteca, dall’altro lato, più musica popolare dove alcune persone ballano in coppia, al lato destro della chiesa tutto il cibo ed una musica di sottofondo radiofonica. E le luci della chiesa la fanno brillare di bianco e giallo.

Balliamo anche noi, e beviamo, cala l’umidità e bagna tutte le cose intorno a noi, gli alberi, i cespugli verdi, i fiori piantati nelle aiuole, le luci della chiesa si spengono, la gente continua a danzare, ognuno la musica che più lo fa stare bene. Questa è un po’ la libertà, la musica non è come la religione, che vuole conquistare, avere la supremazia. L’arte d’altronde è libertà, non ha uno schema ben definito. È fuori dai musei, è dentro questa allegria, a volte sobria, altre volte ebri e in altre ancora totalmente ubriaca. È lei, e nessuno vuole comandare, per mezzo di un dio, o di soldi, maledetta economia. Contadini, fattori, camerieri, avvocati, dentisti, fannulloni, tutti ballano la musica, le canzoni che li fanno stare bene e domani, domani sorgerà nuovamente il sole, o la pioggia, le nuvole o il vento e se non sorgesse nulla perlomeno avremmo ballato fino allo sfinimento la musica che più ci soddisfa, che ci fa bene!

Erano quasi le cinque della mattina, la luna stanca di tanto danzare già quasi si stava coricando dietro i colli scuri della notte, l’alba timida incominciava a farsi strada nel firmamento e noi, camminando verso casa, con le gote rossicce di tanto danzare e per l’alcol bevuto, in una strada semi vuoto, con in sottofondo un paio di cicale mattutine, rientriamo per dormire qualche ora, il giorno dopo ci aspettava la grande bellezza della Cueva del Esplendor. Una grotta, ad un’oretta in jeep da qui. Ma niente spoiler, buon’alba, a fra poco.

a cura di Michele Terralavoro

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Sanremo 2024, ossia Allevi e il pianoforte ritrovato.

“Perché Sanremo è Sanremo”. È la formula che più si sta ascoltando in questi giorni in TV e sui giornali ed è di fatto quella più esemplificativa per indicare quanto sia importante per l’Italia il “Festivàl” che ogni anno, da 74 anni, riunisce nelle case grandi e piccini nel segno della canzone. I cantanti in gara, i presentatori, l’Orchestra, il pubblico dell’Ariston per una settimana distolgono per alcuni giorni l’attenzione del Paese dai fatti di cronaca, di politica e di attualità. È anche per questo motivo che dal Teatro Ariston serve lanciare dei messaggi di amore e speranza.

Uno di questi è stato lanciato dal Maestro Giovanni Allevi, uno dei più grandi compositori e interpreti del pianoforte dei nostri giorni, che a Sanremo ha dato inizio a un nuovo capitolo della sua mirabile carriera e della sua vita. Dopo l’improvvisa diagnosi di un mieloma multiplo, è stato costretto a ritirarsi a vita privata dal giugno 2022 per intraprendere un ciclo di cure che lo ha allontanato dalle sale di tutto il mondo e dal suo inseparabile pianoforte. Oggi il Maestro intravede la luce in fondo al tunnel e la rinascita ha avuto inizio dalla seconda serata di Sanremo 2024.  

1 minuto e 14 secondi di applausi scroscianti. Sul palcoscenico c’è Giovanni Allevi senza abiti sgargianti, senza un look appariscente, ma con un pantalone e un maglioncino di colore scuro, essenziali. Indossa anche un semplice cappello di lana che non riesce a trattenere la vivacità dei suoi capelli ricci, non più neri come la coda di un pianoforte, ma grigi come quelli di un uomo tenace e resiliente e condivide il sorriso sincero e disinteressato di un grande artista, figlio della sua arte.  A questo punto non è il Maestro Allevi che suona, è Giovanni che racconta.

L’impostazione del suo tono e la chiarezza dei suoi gesti farebbero pensare di lui essere un grande direttore d’orchestra intento a modulare i sentimenti di ognuno, che però deve fare i conti con il tremore delle mani e la commozione. Tutto il monologo potrebbe anche fungere solo da cornice. Alla scoperta della malattia tutto gli è crollato addosso, nulla gli è sembrato più come prima, eppure -citando Kant- in mezzo al continuo mutamento, sente che dentro di sé ci sia qualcosa che permane, in eterno.  Ed ecco che vuole accettarsi per come adesso è, per come è il nuovo Giovanni, ed ecco che si toglie il cappellino per far risplendere i suoi folti ricci grigi.

Arriva il momento di ricominciare da dove il pentagramma si è fermato. Il pianoforte, dietro nell’ombra fino a quel momento, ritorna protagonista e Allevi termina con una frase che solo la musica di poco dopo riesce a superare: “come dissi nel mio ultimo concerto a Vienna, non potendo più contare sul mio corpo, suonerò con tutta l’anima”. Le note della sua “Tomorrow”, un inno alla speranza nel domani, echeggiano di gioia e amore per la vita, di chi, come Giovanni Allevi, è riuscito ad andare con il cuore al di là dell’ostacolo.

A cura di Giuseppe Scafuro – immagine Allevi/Amadeus: www.rai.it – immagine Allevi: www.ansa.it.

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