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Otto storie di ispirazione e rinascita. “Pacche d’Oro”, il nuovo format in onda su Sky Value 24 tv dal 9 aprile 2024 da un’idea di Luca Virno

Dal 9 Aprile 2024 sarà visibile su Sky Value 24 Tv  ( https://www.value24.tv/), canale 815 il nuovo format “Pacche d’Oro” ideato dal presentatore Luca Virno, al suo esordio autoriale sul grande schermo.  Sarà trasmesso in fascia prime time, dalle 21:30. Da martedì 9 aprile 2024 e per i quattro martedì successivi, per un totale di cinque puntate.

Le puntate saranno visibili anche:

–          in streaming live sul sito https://www.value24.tv

–          on demandsul sito https://www.value24.tv nei giorni successivi alla messa in onda

COS’È PACCHE D’ORO?

Tutti conosciamo una persona con un vissuto forte. In verità ognuno di noi ha un vissuto che può essere considerato “forte”. Da questa intuizione iniziale, nasce la voglia di ascoltare storie diverse di vissuti diversi di persone diverse.

«In Pacche d’Oro raccontiamo storie, ma con leggerezza. Storie di vita vissuta, vita reale, di trasformazione e di evoluzione di persone comuni che hanno deciso di sfidare il proprio limite ed oggi hanno voglia di condividere la propria esperienza e metterla a servizio degli altri – sottolinea Luca Virno, conduttore radiofonico e autore di origini salernitane – Il nome del format, apparentemente provocatorio, in realtà ha uno sguardo molto intimista, che ha l’ambizione di poter incoraggiare e infondere speranza.  Mia sorella Ilenia Virno, nella sua bio di Instagram dice: “Se la sofferenza vi ha resi cattivi, l’avete sprecata”. Siamo fortemente convinti che da ogni problema si possa ricavare un vantaggio, si possa imparare qualcosa di utile, o addirittura si possa sviluppare un talento. L’obiettivo è mettere in luce il talento ottenuto dalla rinascita».

Intensa la fase di casting. «Abbiamo incontrato e ascoltato moltissime persone, fino a selezionare otto storie che potessero essere fonte di ispirazione per i telespettatori. Abbiamo scelto di parlare di problemi comuni, spesso difficili da raccontare: bullismo, non accettazione del proprio corpo, razzismo, obesità, anoressia, drammi familiari.

Si parla sempre troppo poco di certi temi. Noi abbiamo deciso di affrontarli in modo molto leggero. Siamo convinti che “parlare di un problema aiuti ad esorcizzarlo”».

LA STRUTTURA DEL FORMAT

Nella prima parte del programma Luca Virno intervista i partecipanti che si mettono a nudo e si aprono completamente, raccontando ogni dettaglio della propria sofferenza. La narrazione è molto leggera e colloquiale. «Vogliamo rendere i problemi meno problematici”, insiste Luca. I percorsi di vita sono tutti diversi. Ci sono storie e problemi già affrontati e risolti, altri ancora in fase di risoluzione. In Pacche D’oro fotografiamo la realtà».

La chiacchierata si conclude con un messaggio positivo, un consiglio o un monito che i partecipanti si sentono di offrire ai telespettatori, non solo a chi condivide le medesime paure e fragilità, ma a chiunque abbia bisogno di una piccola spinta per poter finalmente affrontare una qualsivoglia situazione. Potremmo dire che i partecipanti diventano essi stessi dei motivatori!

Nella seconda parte è previsto l’intervento della psicoterapeuta Anna De Martino che analizza le storie da un punto di vista più tecnico, fornendo un parere scientifico dal tono divulgativo.

Successivamente Luca Virno cede la linea ai co-conduttori Alessio Falanga e Simona Petrosino. Loro hanno il compito di sfidare i partecipanti, metterli alla prova per dimostrare la nostra tesi: da un problema spesso nasce un talento.

«La nostra mission è trasmettere forza e coraggio a chi si rivede nelle storie che raccontiamo – prosegue l’autore – Per avvalorare questo spirito motivazionale abbiamo inserito la figura del coach motivazionale. Abbiamo affidato questo ruolo a Barbara Landi giornalista e speaker radiofonica e a Lia Nunziante wellness coach».

In virtù della nostra volontà di una narrazione leggera, nella parte finale lasciamo spazio alla risata con gli interventi comici de “I Doppio Senso”, il monologhista Marcello Pastore e della showgirl Stella Liberale.

La regia è di “Paolillo film” a cura di Mino Paolillo, già precedentemente impegnato in produzioni Rai e Sky.

 La ballerina inserita nel jingle è Marta Bassani.

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BAD BLUES QUARTET: dal 29 marzo in radio il nuovo singolo “NO MORE SHUFFLE” feat. Mike Zito & Davide Speranza

Da venerdì 29 marzo 2024 sarà in rotazione radiofonica “No More Shuffle” (Overdub Recordings), il nuovo singolo dei Bad Blues Quartet feat. Mike Zito & Davide Speranza, già disponibile sulle piattaforme digitali dal 19 marzo.

“No More Shuffle” è un brano che racconta una storia di pura fantasia su un musicista, che cerca in tutti i modi di togliersi dalla testa lo stesso motivetto che suona ormai da sempre. Prende un treno diretto a New Orleans e, volente o nolente, si ritrova in un locale dove suonano esattamente ciò da cui sta cercando di liberarsi, prova a resistere ma il richiamo è troppo forte e alla fine si ritrova a suonare, ancora una volta, l’ennesimo shuffle blues.

Spiega la band a proposito del brano: «Spesso ci siamo sentiti dire che la nostra musica non fosse abbastanza “blues” e che fosse troppo contaminata, perciò ci siamo divertiti a scrivere un vero e proprio shuffle nel senso più classico del termine e più vicino al blues elettrico dal quale ognuno di noi proviene. Nel testo si ironizza sui vari luoghi comuni della musica blues, frasi ricorrenti e stereotipi. In questo brano abbiamo avuto l’onore di ospitare Mike Zito con la sua chitarra elettrica (e già produttore del disco) e l’amico Davide Speranza, grande musicista, da anni punto di riferimento dell’armonica blues in Italia e non solo».

Biografia

I Bad Blues Quartet sono una band di Cagliari attiva dal 2015, il loro blues è contaminato, mescola le sonorità del rock, del funk e della musica tradizionale americana per dare vita a un sound personale, caldo ed energico, che racconta storie quasi sempre autobiografiche, dai testi a volte intimi, spesso ironici e sfacciati.

Dopo aver pubblicato due album in studio e uno live i BBQ si preparano ad accogliere il loro quarto lavoro “White Gloves”, in uscita il 19 aprile su Overdub Recordings e prodotto dal chitarrista e producer americano Mike Zito. È un album più ambizioso ed eterogeneo rispetto ai precedenti, spazia dal mood più funk e scanzonato tipico del loro sound a momenti più acustici legati alla tradizione americana. White Gloves vede la presenza di vari ospiti di spicco del panorama blues, primo fra tutti lo stesso Mike Zito e altri come Cek Franceschetti, Davide Speranza e Alle B Goode.

Dopo “It’s Been Too Long”, “No More Shuffle” è il nuovo singolo dei Bad Blues Quartet feat. Mike Zito & Davide Speranza disponibile sulle piattaforme digitali dal 19 marzo 2024 e in rotazione radiofonica da venerdì 29 marzo.

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Piera Saladino al Palazzo dello Spagnolo, a Napoli, porta in scena Mujeres.

Mujeres in scena a Napoli. Quanto di Napoli c’è in questo spettacolo  e cosa significa per te portarlo in scena nella tua città?

Significa tantissimo portarlo qui, nella mia città. Ho vissuto fuori Napoli per tantissimo tempo, ma poi qualcosa mi ha riportata qui: risolvere, affrontare, riamare cose da cui ero fuggita e che avevo tralasciato e abbandonato.

Due storie di questo spettacolo sono ambientate a Napoli, e ne evidenziano la bellezza e le contraddizioni. Parlo di superstizione, violenza psicologica e retaggi culturali, camorra e amore, unendo la tradizione all’innovazione e il sacro al profano.

Sono tante le ragioni che portano alla scrittura, quali sono le tue e in particolare con Mujeres da dove nasce il tuo bisogno di voler raccontare e far conoscere questa storia?

Mujeres nasce dal bisogno di far sentire alle persone che c’è sempre una speranza, che, anche chi parte da condizioni svantaggiate, può, grazie alla propria forza e volontà personale, attuare una lotta interiore e cambiare le cose.

In questo spettacolo sei autrice, attrice e regista. E’ stata una scelta o per te è stato naturale conciliare i tre ruoli?

Non è assolutamente facile conciliare i tre ruoli. La scrittura avviene in maniera fluida e semplice, butto giù le idee come un fiume in piena, poi non le tengo tute ovviamente. Per la regia faccio scelte molto semplici: sono i tecnici che in genere mi assistono per la scelta delle luci e non utilizzo grandi scenografie. Per la recitazione avviene un momento in cui mi chiudo e penso solo a quella, altrimenti non potrei raggiungere grandi risultati.

C’è un momento particolarmente significativo per te in Mujeres? Se sì, quale e perché?

Sicuramente i momenti di catarsi dei tre personaggi: quando Cassandra, la sposa e Assunta Maria risorgono dalla loro condizione di oscurità trovando la luce interiore. Il momento più forte di tutti è sicuramente quando Assunta Maria dice a sua madre tutta la verità, trovando il coraggio di affrontarla. E’ un momento catartico, e a renderlo magico, la musica di Pasquale Ruocco alla chitarra che restituisce al testo, un momento denso di contrasti ed emozioni.

Cosa ti piacerebbe che il pubblico portasse con sé dopo aver visto Mujeres?

La voglia di cambiare le cose, fuori e dentro si sé.

Come definisci la tua scrittura e chi vuoi che sia il tuo pubblico?

La mia scrittura la definirei comico grottesca, unisco il dramma alla commedia, faccio riflettere attraverso commozione e risate. In questi anni ho avuto un pubblico caloroso e attento, mi piacerebbe spostare l’attenzione sui giovani, portare questo spettacolo nelle scuole per sensibilizzare sul tema della violenza psicologica e agli addetti ai lavori.

Come ti prepari prima di salire sul palco? Hai qualche rituale o abitudine ?

Sono molto superstiziosa, ansiosa e ipocondriaca. Tutt’altro che semplice!

In genere porto con me un oggetto che sento mi porta fortuna: una pietra, un corno, un quaderno di appunti, ma ogni volta indosso qualcosa di nuovo rispetto alla replica precedente: mi serve a dare nuova energia e rinnovare il personaggio. Poi faccio riscaldamento per rilassarmi.

Altri progetti da attrice?

Oltre a far crescere i miei spettacoli e portarli al grande pubblico, vorrei fare un’esperienza significativa facendomi guidare da un regista che stimo molto, sia per il teatro che per il cinema. Attendo il progetto più giusto per me!

Il prossimo appuntamento a Napoli per Mujeres?

Il 21 aprile al Palazzo dello Spagnolo. Ore 19:00 aperitivo e a seguire Mujeres.

Per info e prenotazioni: associazionebrodo@gmail.com

Grazie ;

a cura di Salvatore Vincenzo Catapano

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III memorial Franco Lauro. Vince Iannone, trionfa lo sport.

Centinaia di runners “invadono” il borgo medievale della Bassa Irpinia.

Lauro (AV), 24 marzo 2024. Il memorial dedicato a Franco Lauro, giornalista e conduttore televisivo figlio di questa terra, si è concluso con la vittoria di Gilio Iannone, nome noto nel mondo dell’atletica leggera. Sul podio Francesco Di Puoti e Pasquale Iapicco. Prima tra le donne Francesca Palomba, seguita da Francesca Maniaci e Filomena Palomba. Una 10 km non certo facilissima dal punto di vista tecnico, con un lungo falsopiano e parte del tracciato in basolato. Partenza e arrivo ai piedi del celeberrimo Arco di Fellino, la porta di questo borgo medievale custodito dai colli della Bassa Irpinia. E mentre il serpentone di circa 650 atleti accreditati conquista il traguardo, gli sguardi sono tutti per il Castello (Lancellotti, ndr) che si staglia proprio di fronte, al di sopra di Piazza Marginale, e le imponenti mura di Villa Pandola Sanfelice decorate dai Naif. Gli iscritti hanno raggiunto Lauro da diverse regioni: Campania e Lazio soprattutto, ma anche la Sardegna, la Puglia, Il Molise, la Lombardia. Indossa il pettorale anche il fratello di Franco Lauro, Salvatore: i due condividevano la stessa passione per la podistica e il Memorial è un evento che aiuta a tenere vivo il suo ricordo. Feedback positivi da parte dei partecipanti, sia per l’aspetto tecnico del percorso che per lo scenario in cui la gara si è svolta.

Tra i tanti, il vicesindaco di San Marco dei Cavoti (Bn) Remo Cavoto e Antonio Soriano (entrambi di ASD Podisti Alto Sannio), ben lieti di aver percorso i tanti km di distanza per raggiungere e testare il circuito di gara. E’ bello anche rivedere i volti di qualche appassionata come Giovanna Grasso, che approfitta proprio del Memorial e dell’approssimarsi delle festività pasquali per indossare le scarpette sul basolato di via Principe Lancellotti, dato che da anni è via per lavoro, lontana dalla propria terra. Oltre all’aspetto sportivo, infatti, va assolutamente posto l’accento sul fatto che eventi del genere costituiscono l’opportunità di far conoscere i piccoli borghi della Bassa ad un ampio bacino d’utenza. Luigi Amelio, avvocato, podista per passione e organizzatore dell’evento, è molto chiaro, in merito a quest’argomento: “E’ la terza edizione del memorial, dieci km su strada. Numero dei runners in aumento rispetto agli anni scorsi, è un trend che si ripete. Questo evento ha sviluppato, anche se temporaneamente, un indotto. Bed and breakfast pieni, atleti venuti da ogni dove. Questo potrebbe essere importantissimo, per un piccolo paese come Lauro e in effetti è uno dei nostri obiettivi: crescere sempre, aumentare gli iscritti, per la memoria di Franco e per il futuro del nostro paese. Tanti atleti non immaginavano che Lauro fosse così bella, altri nemmeno sapevano dove si trovasse. In futuro vorremmo realizzare una gara notturna, nel periodo della festa patronale ad agosto. Sarebbe bello veder sfilare i runners tra gli archi delle luminarie e poi ritrovarli tutti nel post gara a intrattenersi tra stand, spettacoli e relax.

A parte lo spoiler, ripeteremo la Lauro City Run.” Interviene anche il sindaco di Lauro Rossano Sergio Boglione: “Lauro City run è un appuntamento fisso ormai, sia per Lauro che per la memoria di Franco, un nostro concittadino. E’ una bella sensazione vedere la marea di colori che varcano l’Arco di Fellino per un evento di portata nazionale. Oggi Lauro vive un momento di socialità molto importante, per diversi aspetti. Potrei parlare dell’importanza dello sport, della possibilità da parte dei visitatori di conoscere i nostri luoghi e, perchè no, di un esperimento, che possa vedere il nostro territorio come scenario fisso per eventi di questo tipo. Il Comune è partecipe e promuove queste iniziative. Del resto Lauro e Franco meritano di essere celebrati anche in questa maniera. Oggi abbiamo accolto le “scarpette” e tra qualche settimana troveremo, sulle nostre strade, le ruote delle bici: una modalità di turismo, se vogliamo definirlo così, che può portare benefici al nostro territorio e soprattutto mette il nome di Lauro al centro dell’attenzione, come è giusto che sia”. In memoria di Franco Lauro, guardando comunque a prospettive future.

A cura di Clemente Scafuro

Immagini di Clemente Scafuro

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CLUB NOLA PARTENOPEA FESTEGGIA IL PRIMO COMPLEANNO

Quando c’è occasione di festa è sempre bello e poi quando si festeggia un primo anniversario tutto assume un gusto speciale. Nella sede del Club Nola Partenopea, nel corso Tommaso Vitale di Nola tutti i soci del club assieme alla cittadinanza hanno condiviso un momento di festa e fatto il punto su questo primo anno di attività e tante iniziative messe in atto per seguire il Napoli , ma anche per il sociale. Ospiti il mitico capitano Giuseppe Bruscolotti ed il giornalista Carlo Alvino che hanno portato degli auguri tinti di Azzurro Napoli raccontando aneddoti che hanno incuriosito i presenti. Abbiamo raccolto le parole del Presidente di Nola Partenopea il dott.Enrico De Falco : “ Il nostro club ha preso vita nell’anno dello scudetto ed era facile cavalcare l’onda positiva di un Napoli vincente, ma oggi siamo qui a festeggiare e ci teniamo a nome di tutti i soci a dire che c’è voglia di festeggiare ancora tanti anniversari perché ciò che ci muove è la passione per i colori azzurri e la voglia di continuare nel nostro percorso pieno di iniziative per il club e la cittadinanza”.

Per restare aggiornati sulle iniziative del Club Nola Partenopea basta consultare la pagina istagram : NolaPartenopea

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Morto Maurizio Pollini, l’ultimo grande pianista italiano.

Nel 1957, a 15 anni, la partecipazione al primo concorso pianistico internazionale a Ginevra, dove raggiunse il secondo posto dietro solamente a una giovanissima Martha Argerich. Nel 1960 la consacrazione a livello internazionale con la vittoria al prestigioso Concorso Internazionale Chopin di Varsavia. In quella occasione Arthur Rubinstein ebbe a dichiarare: “Questo giovane suona tecnicamente già meglio di tutti noi”. Dagli anni ‘60 fino alla fine del millennio ha tenuto concerti e recital nelle sale più importanti del mondo, insieme a grandissimi direttori, come Herbert von Karajan, Carlo Maria Giulini, Daniel Barenboim, Claudio Abbado, Riccardo Muti, Zubin Metha e Sergiu Celibidache. Il suo reportorio spaziava da Bach agli autori contemporanei, al punto che nello spartito originale di “…Sofferte onde serene…” il compositore Luigi Nono scrisse una dedica per il Maestro e sua moglie, anch’essa pianista, Marilisa Marzotto.

Il percorso di studi non perse mai di intensità, difatti, dopo il successo di Varsavia, tenne delle classi di perfezionamento con Arturo Benedetti Michelangeli, grazie alle quali disse di aver incrementato gli elementi tecnici e ritmici, pur rimanendo lontano dalle stravaganze tipiche delle rese interpretative di tardo Ottocento. Alcune delle sue principali caratteristiche erano infatti la totale fedeltà allo spartito e la chiarezza degli aspetti formali del brano, anche laddove quest’ultima andasse a discapito dell’eleganza e della bellezza timbrica.

Estesa la sua discografia, in particolare con la Deutsche Grammophon, con cui il Maestro ha collaborato per più di 50 anni, dalla pubblicazione del suo primo album in studio. Memorabili le sue incisioni di Beethoven, Schumann, Chopin, Brahms e Mozart. Misuratosi anche nella direzione d’orchestra, rimane nella memoria dei melomani la sua “Donna del Lago” per il ROF di Pesaro, sia nel 1981 che nel 1983. Nell’ultimo decennio lo stato di salute del Maestro ha preso negativamente il sopravvento, costringendolo a rinunciare a molte performances in agenda. Proprio in quest’ultimo periodo ha dovuto sospendere per alcuni mesi l’attività concertistica a causa di complicanze respiratorie (come il recital del prossimo 6 maggio a Santa Cecilia). Dopo alcune settimane la triste notizia.

La camera ardente sarà allestita al Teatro alla Scala, dove Maurizio Pollini si è esibito per ben 168 volte (169 sarebbero state con il recital del prossimo 20 ottobre), oltre alle partecipazioni a convegni, incontri, masterclass e giurie artistiche. Aumentano in queste ore i messaggi di cordoglio da parte delle istituzioni musicali e case discografiche mondiali in ricordo del grande pianista.

A cura di Giuseppe Scafuro – immagine copertina – www.corriere.it; immagine articolo – www.ilmessaggero.it 

Uno dei grandi musicisti del nostro tempo e un riferimento fondamentale nella vita artistica del teatro per oltre cinquanta anni”. È quanto si legge nel comunicato del Teatro alla Scala in ricordo del Maestro Maurizio Pollini, venuto a mancare stamane, 23 marzo 2024, all’età di 82 anni. Uomo erudito e grande virtuoso, ha reso onore al pianoforte per quasi 70 anni, fino alla fine dei suoi giorni.

Nel 1957, a 15 anni, la partecipazione al primo concorso pianistico internazionale a Ginevra, dove raggiunse il secondo posto dietro solamente a una giovanissima Martha Argerich. Nel 1960 la consacrazione a livello internazionale con la vittoria al prestigioso Concorso Internazionale Chopin di Varsavia. In quella occasione Arthur Rubinstein ebbe a dichiarare: “Questo giovane suona tecnicamente già meglio di tutti noi”. Dagli anni ‘60 fino alla fine del millennio ha tenuto concerti e recital nelle sale più importanti del mondo, insieme a grandissimi direttori, come Herbert von Karajan, Carlo Maria Giulini, Daniel Barenboim, Claudio Abbado, Riccardo Muti, Zubin Metha e Sergiu Celibidache. Il suo reportorio spaziava da Bach agli autori contemporanei, al punto che nello spartito originale di “…Sofferte onde serene…” il compositore Luigi Nono scrisse una dedica per il Maestro e sua moglie, anch’essa pianista, Marilisa Marzotto.

Il percorso di studi non perse mai di intensità, difatti, dopo il successo di Varsavia, tenne delle classi di perfezionamento con Arturo Benedetti Michelangeli, grazie alle quali disse di aver incrementato gli elementi tecnici e ritmici, pur rimanendo lontano dalle stravaganze tipiche delle rese interpretative di tardo Ottocento. Alcune delle sue principali caratteristiche erano infatti la totale fedeltà allo spartito e la chiarezza degli aspetti formali del brano, anche laddove quest’ultima andasse a discapito dell’eleganza e della bellezza timbrica.

Estesa la sua discografia, in particolare con la Deutsche Grammophon, con cui il Maestro ha collaborato per più di 50 anni, dalla pubblicazione del suo primo album in studio. Memorabili le sue incisioni di Beethoven, Schumann, Chopin, Brahms e Mozart. Misuratosi anche nella direzione d’orchestra, rimane nella memoria dei melomani la sua “Donna del Lago” per il ROF di Pesaro, sia nel 1981 che nel 1983. Nell’ultimo decennio lo stato di salute del Maestro ha preso negativamente il sopravvento, costringendolo a rinunciare a molte performances in agenda. Proprio in quest’ultimo periodo ha dovuto sospendere per alcuni mesi l’attività concertistica a causa di complicanze respiratorie (come il recital del prossimo 6 maggio a Santa Cecilia). Dopo alcune settimane la triste notizia.

La camera ardente sarà allestita al Teatro alla Scala, dove Maurizio Pollini si è esibito per ben 168 volte (169 sarebbero state con il recital del prossimo 20 ottobre), oltre alle partecipazioni a convegni, incontri, masterclass e giurie artistiche. Aumentano in queste ore i messaggi di cordoglio da parte delle istituzioni musicali e case discografiche mondiali in ricordo del grande pianista.

A cura di Giuseppe Scafuro – immagine copertina – www.corriere.it; immagine articolo – www.ilmessaggero.it 

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Scuola, Campania seconda in Italia per abbandono scolastico. Sensibilizzazione alla legalità: gli studenti di Ercolano incontrano l’Assessore Lucia Fortini e Valter Brunetti 

La Campania è la seconda regione d’Italia con il più alto tasso di abbandono scolastico, dopo la Sicilia, con una percentuale che supera il 16%. I risultati della ricerca di OpenPolis 2023 sono stati presentati a margine dell’incontro “Dalla parte dei ragazzi, contro ogni forma di disagio e devianza giovanile”: una giornata di sensibilizzazione alla legalità con la presenza straordinaria dell’Assessore all’Istruzione della regione Campania, Lucia Fortini, del Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Napoli Valter Brunetti e del Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Torre del Greco, il Maggiore Francesca Romana Ruberto.

Secondo la ricerca, l’11,5% dei giovani tra 18 e 24 anni lascia la scuola prima del tempo (2022), ovvero quasi 2 punti in più della media Ue. Il traguardo fissato dal Consiglio dell’Ue è di arrivare al 9% entro il 2030.

«Aumenta, in Campania, il numero degli Elet (Early Leaver from Education and Training), i ragazzi che lasciano la scuola prima dei 16 anni, finiscono in strada, si perdono o sono prede per la delinquenza – afferma il dirigente scolastico Laura Patrizia Cagnazzo, nel commentare i dati – Come si combatte la dispersione? Con il “welfare culturale”; la prima agenzia educativa e’ la famiglia insieme alla scuola, perché la formazione non serve solo per acquisire un titolo di studio, ma anche per trasmettere valori e senso civico. L’emergenza sociale si espande a macchia d’olio. Abbiamo scuole diffuse su un territorio ampio, difficili da raggiungere con il solo trasporto pubblico. Nelle istituzioni scolastiche dobbiamo garantire la sicurezza, la sorveglianza per tutti. Siamo un un’area ad altissimo rischio di abbandono scolastico. Tanti sono i fattori che incidono: il contesto sociale e culturale, il lavoro, la dimensione degli spazi abitativi, la qualità dell’insegnamento, una formazione innovativa ed al passo coi tempi. Molte scuole non garantisco il tempo pieno che abbiamo proposto alle famiglie come “de Curtis Ungaretti”. Purtroppo, non sempre alcuni genitori sembrano apprezzarne i vantaggi formativi ed educativi. Lasciare i figli a scuola significa aprire un orizzonte verso un futuro più consapevole. Il tempo pieno serve, così come tutti gli altri servizi e strumenti a favore dell’emancipazione dell’allievo. Il nostro capitale sociale sono i giovani. Victor Hugo sosteneva: “chi apre la porta di una scuola, chiude una prigione”.

E proprio di giustizia minorile e di rischi per i minori si è parlato, nel corso della tavola rotonda con i giovani studenti, così come si è parlato di edilizia scolastica, con l’Avv. Luciani e con la Dr.ssa Salutino che ha intrattenuto i ragazzi sull’educativa territoriale. 

L’autorevole e pacata voce del dott. Brunetti, Sostituto Procuratore Generale della Corte di Appello di Napoli, poi, ha coinvolto i ragazzi nella discussione. Il racconto delle sue esperienze di lavoro e delle storie di ragazzi, a volte finite bene, a volte male, hanno lasciato spazio alle tante riflessioni personali.

Infine, le domande dalla platea degli studenti hanno stimolato, affascinato e coinvolto l’Assessore Lucia Fortini, capace di un dialogo dinamico e costruttivo, fino a stringere con loro una sorta di patto finalizzato ad imparare a guardare le persone negli occhi, cercando di aiutarle ad alleviare dolore e sofferenza.

«La legalità non è qualcosa di esterno e di lontano – afferma l’Assessore Fortini -Dobbiamo capire che ogni nostra visione, in realtà, può modificare il concetto sociale rispetto al fenomeno sia della illegalità che della criminalità organizzata. Non buttare una carta a terra può fare la differenza, perché anche le piccole azioni sono proattive ad un modello educativo sociale corretto.

Sul rapporto tra libertà e responsabilità, interviene il Sostituto Procuratore Valter Brunetti, mostrando il Codice di Procedura Penale, per dimostrare ai giovani convenuti, quanto sia necessario essere consapevoli delle proprie azioni prima dei 14 anni, o tra i 14 e i 16 anni.

«Quando si decida di intervenire con un Decreto Legge, come quello su Caivano, significa che abbiamo, in qualche modo, già fallito, rubando i sogni ai nostri bambini – aggiunge l’Avvocato Carlo De Benedictis – Siate padroni del vostro futuro, proseguite con la scuola e non permettete a nessuno di dominarvi. Lo studio è faticoso, ma è  scoperta di mondi nuovi, apre il futuro. Quando un ragazzo parla in maniera entusiastica di Nisida, affascinato dalla serie tv, bellissima e circondata dal mare, io replico che non è realtà: è un inferno».

L’assessore Fortini, con il Sostituto Procuratore Dr. Brunetti, chiude il dibattito augurando un successivo incontro per ampliare il dialogo con i giovani per una cittadinanza attiva e legale, per un futuro sicuro, sereno e sostenibile.

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“ELEONORA ABBAGNATO Una stella che danza”: in onda venerdì 29 marzo in prima serata su RAI3 e su Raiplay, il primo docufilm dedicato alla grande artista e ballerina!

Andrà in onda venerdì 29 marzo in prima serata su RAI3 e su Raiplay, “ELEONORA ABBAGNATO – Una stella che danza”, il primo docufilm, per la regia di Irish Braschi, dedicato alla grande artista e ballerina, Etòile dell’Opéra de Paris e Direttrice del corpo di ballo e della scuola di danza del Teatro dell’Opera di Roma.

Un viaggio documentario emozionale, che vuole restituire la potenza, la fatica e la magia della Danza attraverso la storia di una delle sue più importanti esponenti. Il racconto del presente, il ricordo del passato e il sogno. Sono queste le tre essenze che compongono la biografia della grande artista: Eleonora Abbagnato.

Una luce illumina una ballerina sul palco. È Eleonora Abbagnato, Etòile dell’Opéra di Parigi. Quella è la sua Soirée d’adieux, il suo ultimo spettacolo nel celebre teatro parigino. Una serata speciale durante la quale emergono nella sua testa i ricordi di quel viaggio artistico durato quasi 30 anni. 

Un racconto dove quell’ultimo spettacolo e i frammenti dei suoi ricordi si alternano armoniosamente tra di loro, in un gioco di continui rimandi tra presente e passato, tra oggi e ieri, tra live e memoir.

Ma in questo docufilm c’è anche un terzo piano narrativo, quello più universale, quello del sogno, che è la rappresentazione di un’Arte, la danza, di cui Eleonora è stata ed è espressione piena. Ed è proprio in questo momento che Eleonora Abbagnato danza sulle note di “Nuvole in fiore”, brano di uno dei più rappresentativi artisti musicali in Europa, il pianista e compositore Dardust, che accompagna live la performance di Eleonora con il suo pianoforte.

Un momento dai toni onirici, dove, in un gioco tra passato e presente, i movimenti coreografici di Eleonora vengono eseguiti anche dalla figlia Julia, che interpreta la madre da ragazzina.

In ELEONORA ABBAGNATO – Una stella che danza” sono presenti testimonianze di amici, parenti e compagni d’arte, ma anche quelle di grandi artisti con cui lei ha collaborato: i cantanti Vasco Rossi e Claudio Baglioni, ma anche gli attori Ficarra e Picone.

Ma il docufilm è soprattutto il racconto intimo e personale di Eleonora, espresso in maniera diretta da lei in una sorta di dialogo con il pubblico, con cui si mette a nudo fino in fondo, ricordando il suo viaggio e tutto il percorso che l’ha portata fino a lì. 


Prodotto da Matteo Levi, “ELEONORA ABBAGNATO – Una stella che danza” è una produzione 11 Marzo Film (a.p.a.), in collaborazione con Rai Documentari e con il contributo del Ministero della Cultura, e girato per la maggior parte nei Laboratori di scenografia del Teatro dell’Opera di Roma.

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CLAUDIO BAGLIONI tra i protagonisti del FESTIVAL NAZIONALE DI DIRITTO E LETTERATURA “Città di Palmi”.

L’undicesima edizione del Festival Nazionale di Diritto e Letteratura “Città di Palmi”, come da tradizione, in vista della sessione inaugurale di venerdì 19 aprile registra i primi appuntamenti già tra mercoledì 17 e giovedì 18 aprile con la sezione On the Road, destinata agli studenti delle scuole superiori non solo dell’area metropolitana di Reggio Calabria ma dell’intero territorio nazionale.

Sempre tra il 17 e il 18 aprile sarà poi il momento dell’altra consueta sessione anticipata denominata “Aspettando il Festival”, articolata a sua volta in due momenti.

Nel pomeriggio di mercoledì 17 aprile, presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, sarà possibile ascoltare relazioni di docenti universitari partecipanti a un’apposita call for papers nazionale indetta dall’ateneo reggino, articolate su tre ben precise linee tematiche (Musica e parole del diritto; Detenzione, musica e diritto; Interpretazione, musica e diritto).

Gli incontri proseguiranno nella mattinata successiva del 18 aprile, presso la stessa sede. 

Nella stessa serata di giovedì, invece, sarà il momento di un evento straordinario e particolarmente atteso: l’incontro con Claudio Baglioni, in programma alle 18.00 presso il Teatro “N. A. Manfroce” di Palmi.

Il titolo della sessione è, infatti, un voluto richiamo a una delle sue canzoni più significative: Uomini persi. Note sparse su fragilità e giustizia sociale nelle canzoni di Claudio Baglioni.

Si tratta di una “prima” assoluta, sia per la delicatezza dei temi trattati sia per l’importanza dell’ospite, protagonista assoluto della musica italiana (e non solo) degli ultimi cinquant’anni.

Il grande cantautore, reduce dai trionfi del suo ultimo tour aTUTTOCUORE, dialogherà assieme al poeta e scrittore Michele Caccamo sul tema della fragilità e dell’ingiustizia sociale viste attraverso le sue canzoni.

È poi previsto un intervento di Emanuele Giacoia, Capo redattore TGR RAI Calabria.

La vera e propria sessione inaugurale del Festival si terrà tuttavia come sempre a Palmi, presso il teatro “N. A. Manfroce”, venerdì 19 aprile, alle ore 9.00, con la partecipazione delle folte delegazioni di tutti gli istituti scolastici coinvolti nei microseminari che hanno preceduto la manifestazione.

A discutere di regole, musica e letteratura saranno in prima battura Sabino Cassese, noto giurista, ex ministro e già giudice della Corte Costituzionale, accompagnato dall’esecuzione di estratti dalle Variazioni Goldberg di J.S. Bach eseguite dal M° Daniele Ciullo.

A seguire, le relazioni di Gaspare Spedale e Claudio Paris, magistrati con una vera passione per la musica (il secondo, appena reduce dalla pubblicazione del suo primo lavoro discografico, denominato Chi l’avrebbe mai detto!) che si occuperanno rispettivamente del tema della giustizia dei deboli in Fabrizio De André e, prendendo spunto da una stupenda canzone di Lucio Dalla, L’amore in gabbia, della delicata questione – oggetto anche di una recente e discussa sentenza della Corte Costituzionale – del diritto all’affettività delle persone detenute in carcere.

Nel pomeriggio dello stesso venerdì 19 aprile, alle ore 15.30, il Festival apre come sempre le porte dell’aula “A. Scopelliti” del Tribunale penale di Palmi per un processo simulato d’eccezione.

A salire sul banco degli imputati sarà infatti addirittura Bocca di rosa, l’indomito personaggio della canzone di Fabrizio De André.

A fronte dell’accusa sostenuta da Antonio Salvati, magistrato ideatore del Festival, e in attesa della sentenza del giudice Marco Puglia – già ospite del Festival e magistrato di sorveglianza del Tribunale di Napoli – ci sarà una duplice sorpresa.

La prima è costituita dalla presenza – per la prima volta nella storia dei processi simulati del Festival – della stessa imputata, impersonata dall’attrice teatrale Lalla Esposito.

La seconda è la partecipazione straordinaria, in qualità di avvocato difensore, di Peppe Barra.

Il noto artista teatrale, infatti, reduce proprio con Lalla Esposito dai successi di spettacoli come Non c’è niente da ridere e dell’immortale Cantata dei Pastori, indosserà per la prima volta la toga da avvocato in un vero tribunale per difendere colei che lui stesso ha immortalato in una travolgente versione della canzone che gli fu richiesta dallo stesso De André.

Sempre nella serata del 19 aprile, in occasione della Notte Nazionale del Liceo Classico, il Festival sarà ospite del liceo palmese “N. Pizi” con una lectio magistralis sul ruolo dello sguardo nel diritto e nella musica, tra Italo Calvino e Tommy, la rock opera degli Who.

Sabato mattina 20 aprile, alle ore 9.30, presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria si terrà poi la consueta sessione accademica dedicata all’avvocatura, in collaborazione con il Consiglio Nazionale Forense – partner scientifico dell’intera manifestazione – e moderata dal prof. Daniele M. Cananzi, direttore del DIGIES – Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Scienze Umane dell’ateneo reggino e responsabile scientifico del Festival.

I quattro giorni iniziali del Festival, che registrano anche il tradizionale appuntamento con il cineforum organizzato a Reggio Calabria dal Circolo del cinema “C. Zavattini” con la direzione dell’avvocato Tonino De Pace, si concluderanno poi eccezionalmente domenica 21 aprile alle ore 17.30 presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Palmi.

A discutere della Costituzione come spartito della sinfonia del vivere civile e della Corte Costituzionale come sua interprete saranno Donatella Stasio, giornalista e scrittrice, già responsabile della comunicazione della Consulta; Francesco Napoli, vicepresidente del Consiglio Nazionale Forense e Angelo Caliendo, Componente del Consiglio Direttivo e responsabile dell’Ufficio Legale Eurispes.

L’edizione 2024 si concluderà con un evento speciale in collaborazione con l’associazione Gli amici della musica Manfroce APS di Palmi in programma venerdì 10 maggio, alle ore 18.00, presso la Pinacoteca della Casa della Cultura cittadina, intitolata a Leonida Repaci.

Ospiti la giurista Erika La Fauci e lo scrittore e docente Francesco Idotta, impegnati in una conversazione su libertà e interpretazione tra standard jazzistici, principi della Costituzione e sinfonie di Gustav Mahler. Ad arricchire la riflessione un intervento di Domenico Giannetta, musicologo e compositore, e l’esecuzione di brani musicali a cura del Intermezzi musicali a cura del Giancarlo & Francesco Mazzù Jazz Guitar Duo.

Il Festival si avvale della collaborazione di prestigiosi istituti di ricerca come il CRED – Centro di Ricerca per l’Estetica del Diritto presso l’Università di Reggio Calabria, l’ISLL – Italian Society for Law and Literature e il Centro Studi sulla Giustizia Penale “F. Stella” presso l’Università Cattolica di Milano.

È anche un evento formativo accreditato per i Consigli dell’Ordine degli Avvocati di Palmi, di Reggio Calabria e di Vibo Valentia.

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“IN FRAGRANZA DI SEGRETO” IL LIBRO DI ANNA RITA CAMMERATA

Lunedì 25 marzo 2024, nello storico Vicus Caprarius di Roma, alle h 17:30 avrà luogo la presentazione del libro “ In fragranza di segreto” di Anna Rita Cammerata, autrice radiotelevisiva Rai da quattro decenni, che si occupa di Cultura a 360° spaziando dal cinema al teatro e dalla musica alla televisione, sempre con uno sguardo attento verso il sociale.

L’autrice ha all’attivo commedie musicali, spettacoli teatrali, canzoni, dischi, fiction, film e libri, sempre legati alla sua Roma.

La prefazione del libro è stata realizzata da Massimo Wertmuller, altro romano doc, che coglie perfettamente il mondo descritto da Anna Rita nei suoi 10 racconti rappresentati in questo libro giallo fantasy.

La presentazione è affidata all’editore Paolo Dossena, al produttore Angelo Bassi, all’autrice e sceneggiatrice Gida Salvino e, naturalmente, all’attore e regista Massimo Wertmuller.
Intorno ad un antico forno, la “Santa Panetteria”, nel centro storico di Roma a Via della Panetteria, originariamente conosciuto come la panetteria Apostolica dalla quale la via conia il nome, si intrecciano vite, segreti e complotti che alimentano e colorano la vita del rione, con ripercussioni sulla città, sui suoi abitanti e sui turisti che la visitano.

Il personaggio chiave, attorno al quale ruotano tutte le vicende della storia, è il Sor Menico, un brillante e arzillo signore romano di ottantadue anni che grazie al suo acume e alla sua purezza d’animo, riesce ad essere d’aiuto a quell’umanità che di valori è orfana.
Anna Rita Cammerata ha dichiarato – “Il Sor Menico è la persona che tutti vorremo incontrare, non solo per fame di giustizia vera, ma anche per non sentirci troppo soli nel pensarla come la pensano quelli come noi, additati come anacronistici sognatori, utopistici sentimentali e incompatibili visitatori di un mondo che, talvolta, ci fa sentire quasi gli unici ad immaginare e desiderare un universo migliore, dove ad avere la meglio sia l’umanità bella”.

a cura di Daniela Cecchini

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