EDA, un gruppo in continuo mutamento per adattarsi alla sopravvivenza

“Solo un ricordo” è un pezzo che racconta le varie fasi di un innamoramento, toccando lievemente tutte le piccolezze del vivere insieme, come sottolinea la frase: “la mattina odiavi tutti pure me, anche quando ti portavo il caffè, facevi come chi ha mal di testa, e non si ricorda come ci si sente senza”.

E.D.A. è un progetto musicale che nasce del 2016 con il nome di Discomfort, con tante idee diverse e con molta voglia di fare, ma nessuna idea di come iniziare. Nel 2017 – anno in cui il cantante ha partecipato alla 11esima edizione di X Factor.

Partecipano a diversi contest nel territorio lombardo vincendone tre; prendono parte a piccoli festival come AfroBrix, Perseidi, il G.A.I.M., e si mobilitano per suonare un po’ ovunque da Lumezzane fino a Vicenza, e sempre più lontano. Negli ultimi anni si sono chiusi in sala prove a scrivere brani e nel 2019 decidono di cambiare per l’ultima volta il nome del gruppo con l’acronimo “E.D.A.”.
E.D.A. nasce dalla necessità di trovare uno spazio nel mondo, ma dato che l’universo è in continuo mutamento, il loro nome è la soluzione a questo dilemma: infatti E.D.A. è in grado di mutare di
continuo, si adatta alle situazioni e sopravvive, proprio come i membri del gruppo.

Ciao EDA, qual è stato il percorso che vi ha portato alla realizzazione del brano “Solo un ricordo”?

“Solo un ricordo” nasce in modo del tutto casuale in sala prove, Sidy stava provando ad incastrare un testo su diversi giri di chitarra, finché ad un tratto arriva quel falsetto che poi è diventato il ritornello della canzone, da lì il testo si è appoggiato su una musicalità che abbiamo rimodellato nel tempo.

Il ricordo più bello che avete e quello più brutto.

Forse tra i ricordi più belli c’è uno dei primi concerti in cui abbiamo suonato insieme, eravamo stati invitato ad un concorso di paese come “ospiti”, non sapevamo nemmeno come stare su un palco, ma è stata la prima volta che ci siamo innamorati per davvero di questa vita.

Probabilmente il più brutto potrebbe essere quello dove abbiamo iniziato a far fatica a credere nel nostro stesso progetto, la paura che quello che stavamo facendo non ci stesse portando da nessuna parte ci stava spingendo a non viverla più nello stesso modo, ritrovandoci spesso a litigare o ad autoflagellarci.

Qual è la canzone, tra quelle composte e cantate fino ad oggi, che vi rappresenta maggiormente e vi ha dato più soddisfazioni?

Molto probabilmente “io sto bene”, è stato uno dei primi brani che abbiamo registrato quasi del tutto da soli, è stato un nostro esperimento, un modo per dire “OK ORA CI METTIAMO IN GIOCO ANCHE NOI”, e per molto tempo è stato il nostro cavallo di battaglia.

Come mai la scelta di questo nome d’arte?

Negli anni abbiamo cambiato nome una marea di volte, una volta abbiamo rischiato una querela (Fedez style), poi ci siamo resi conto che il nome era troppo complesso da pronunciare e alla fine abbiamo optato per qualcosa che ci descrivesse davvero, da qui nasce E.D.A., un acronimo che ha la capacità di modellarsi e di presentarsi in modo diverso ogni volta, infatti ad ogni concerto E.D.A. cambia di forma, alcune volte può essere ESSERE DIVERSI AIUTA, oppure EXTENSION DELLE AMAZZONI o ancora ESILARANTI DAINI ALATI.

Chi è l’artista che avete come riferimento musicale?

Su questo siamo stati sempre su linee diverse, ma negli anni ci siamo influenzati tra di noi, così ora chi prima ascoltava solo Rock adesso ascolta anche un po’ di Rap, e chi di noi prima ascoltava solo pop ora ha riscoperto una miriade di nuovi generi e dei classici del Rock, vi lasciamo qualche nome: John Mayer, Tha supreme, Cesare Cremonini, Lucio Dalla, RHCP, Jovanotti, John Williams, Foo Fighters, Deep Purple (mark 1), Isaac Gracie, Hozier, fast animal and slow kids.

Progetti a breve?

Ora non possiamo dire molto, ma stiamo valutando di fare qualcosa di molto più grande e per noi ancora nuovo; quindi, per chi avrà un po’ di pazienza potrebbe arrivare una bella sorpresa

Alessandro Testa