1° Festival Internazionale dei Due Mondi ‘Gabriela Verban’ (Castellammare di Stabia, 30 e 31 luglio 2022)

Nel 2021 è deceduta a Craiova Gabriela Verban, molto conosciuta in Romania per l’impegno che ha profuso nella diffusione della cultura del suo Paese (poetessa, scrittrice, editrice) e altresì nella veste di partigiana e dissidente del regime politico e militare di Nicolae Ceausescu.
Gabriela fu liberata dal carcere (in cui era entrata nel 1986) alla fine del 1989, poco prima che l’ultimo Presidente socialista rumeno venisse giustiziato assieme alla moglie Elena il 25 dicembre di quell’anno.
Per ricordarne la memoria, Enrico del Gaudio (brillante avvocato e poeta castellammarese) e Mirella Duma (rumena, stretta collaboratrice della Verban per averla aiutata in tanti progetti culturali) hanno pensato di dar vita ad un concorso, un Festival dei Due Mondi (Italia e Romania) intestato alla loro grande amica scomparsa (sottotitolo ‘Pace tra i popoli’).
Sette le sezioni in gara: poesia in lingua italiana, poesia in lingua rumena, racconti in lingua italiana, racconti in lingua rumena, poesie in vernacolo, haiku in lingua italiana, haiku in lingua rumena.
Molta l’affluenza di poeti e scrittori provenienti anche da Spagna, Francia, Palestina, USA, Canada, Indonesia, Nepal, Filippine: ‘una raccolta di voci differenti tra loro il cui legame è rappresentato dalla partecipazione ad un Premio che riunifica dimensioni letterarie diversificate, caratterizzato da un’intersezione di lingue e linguaggi provenienti da ogni parte della Penisola (18 le Regioni coinvolte) e dalla Romania. Si tratta di un autentico microcosmo artistico all’interno del quale si concretizza un fresco e fertile humus dal quale lanciare conferme e nuove sfide per la divulgazione della cultura’- ha scritto l’editore Massimo Massa nella prefazione dell’antologia che ha raccolto i lavori dei finalisti (Oceano Edizioni).
Il Festival si è svolto nella bella cornice di Castellammare di Stabia (città metropolitana di Napoli), affacciata su un mare stupendo e nota come ‘Metropoli delle acque’, grazie ad un patrimonio idrologico costituito da ben 28 diversi tipi di acque tra minerali, solforose, bicarbonato calciche e medio minerali che sono adattissime per cure e trattamenti.
Ho avuto la soddisfazione di ricevere in quella sede il Premio ‘Castellammare di Stabia’ con il mio racconto ‘Una pagina di solidarietà’ che narra la vicenda (quasi sconosciuta ai più) dei cosiddetti ‘treni della felicità’ che nel dopoguerra hanno trasportato bambini poveri verso le case di operai e mezzadri emiliani (in un primo tempo) per passarvi l’inverno che nelle grandi città settentrionali era particolarmente lungo e rigido.
Questa operazione, programmata e gestita all’inizio soltanto dall’Unione Donne Italiane (UDI) dirette da Teresa Noce, ha coinvolto in seguito Comuni, Prefetti, Cln, Cgil, Anpi, Centro Italiano Femminile (Cif) di ispirazione cristiana, cooperative e le militanti donne di tutti i partiti, (Dc, Psi, Partito d’Azione).
Aiuti arrivarono anche dalle Ferrovie, dal Ministero dell’Assistenza postbellica, dall’United Nations Relief and Rehabilitation Administration (un’organizzazione internazionale con sede a Washington, istituita il 9 novembre del 1943 per assistere economicamente e civilmente i Paesi usciti gravemente danneggiati dalla seconda guerra mondiale), oltre che da parroci, sindaci, insegnanti, persino dalle dame di carità, sebbene la linea fosse quella di sostituire la mortificante beneficenza del passato con una nuova forma di solidarietà.
Impossibile per le militanti dimenticare episodi e storie inerenti i piccoli ospiti:
-la suggestione verso il nuovo paesaggio: campagna piatta e nebbiosa
-la neve scambiata per ricotta
-la scoperta e l’incanto del mare
-il prosciutto rosa con le palline bianche (la mortadella)
-la meraviglia di dormire in un letto per la prima volta
-il ‘diavolerio’ che hanno combinato ai Bagni Pubblici di Ancona dove ‘dapprima non volevano entrare nelle vasche che non avevano mai visto, poi non volevano più uscirne credendo di trovarsi nel mare!’
L’operazione dei ‘treni dell’accoglienza’ è terminata nel 1948 con la rottura dell’unità antifascista allorché cambiò il clima politico ma fu in seguito applicata in occasione degli scioperi dei minatori sardi che nel 1948 -’49 combatterono per evitare la chiusura dei pozzi minerari, in occasione dell’alluvione in Calabria (ottobre 1951) e in quella in Polesine (novembre 1951).
Il totale dei bambini temporaneamente affidati ad altre famiglie tra il 1945 e il 1952 ha sfiorato le 70.000 unità.

Paola Cecchini